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 1 Indice. Introduzione....…………………………………………………………………………………………..5 Alcune nozioni guida………………………………………………………………………………….6 Cap. 1: Nazionalismo e patriottismo in Germania…………….…..7 1.1 Gli inizi……………………………………………………………………………………………...…7 2.1 la Germania appena unificata……………………………………………………………...14 3.1 Prima Guerra Mondiale………………………………………………………………………18 4.1 La caduta dell'Impero: la Germania diventa Repubblica……………………….22 5.1 La Repubblica di Weimar……………………………………………………………………25 6.1 Compare un certo Adolf Hitler…………………………………………………………….27 7.1 La Germania nazista…………………………………………………………………………...34 8.1 La Seconda Guerra Mondiale………………………………………………………………39 9.1 La Soluzione Finale della Questione Ebraica………………………………………..48 10.1 Le sorti della Germania sconfitta……………………………………………………….54 11.1 la Riunificazione della Germania……………………………………………………….64 Cap. 2: Vergangenheitsbewältigung…….…...………….…………….67 1.2 Dopoguerra ad Ovest………………………………………………………………………….67 2.2 Dopoguerra ad Est……………………………………………………………………………...71 3.3 Oggi…………………………………………………………………………………………………...74 4.4 Conclusione……………………………………………………………………………………….78 Bibliografia e Sitografia……………………………………………………………………………80 2 Index. Introduction……………………………………………………………………………………………82 Chap. 1: Nationalism and patriotism in Germany………….……83 1.1 The beginning…………………………………………………………………………………….83 2.1 The unified Germany………………………………………………………………………….85 3.1 The First World War…………………………………………………………………………..87 4.1 The fall of the Empire: Germany becomes a Republic…………………………...90 5.1 There comes a certain Adolf Hitler………………………………………………………92 6.1 Germany during National Socialism…………………………………………………….96 7.1 The Second World War……………………………………………………………………….99 8.1 The Final Solution of the Jewish Question………………………………………….103 9.1 Germany after the Second World War……………………………………………….106 10.1 The German Reunification………………………………………………………………112 Chap. 2: Vergangenheitsbewältigung……….……………………...115 1.2 Postwar in the West………………………………………………………………………....115 2.2 Postwar in the East…………………………………………………………………………..118 3.2 Today………………………………………………………………………………………………119 4.2 Conclusion……………………………………………………………………………………….122 Bibliography and Sitography………………………………………………………………….124 3 Inhaltsverzeichnis Einleitung………………………………………………………...……………………………………126 Kap. 1: Nationalismus und Patriotismus in Deutschland…..127 1.1 Der Beginn einer Nation…………………………………………..………………....…….127 2.1 Das vereinigte Deutschland………………………………………………………………129 3.1 Der Erste Weltkrieg………………………………………………………………………….131 4.1 Der Fall des Kaiserreichs: Deutschland wird eine Republik………………..133 5.1 Da kommt ein gewisser Adolf Hitler………………………………………………….134 6.1 Deutschland im Nationalsozialismus…………………………………………………137 7.1 Der Zweite Weltkrieg………………………………………………………………………..139 8.1 Die Endlösung der Judenfrage…………………………………………………………..142 9.1 Deutschland nach dem Krieg bis zur Wiedervereinigung……………………144 Kap. 2: Die Vergangenheitsbewältigung…………………………..148 1.2 Nach dem Krieg………………………………………………………………………………..148 2.2 Heute……………………………………………………………………………………………….151 3.2 Schlussfolgerungen…………………………………………………………………………..154 Bibliographie und Sitographie………………………………………………………………..155 4 INTRODUZIONE Nella tesi viene mostrato un confronto tra il patriottismo e il nazionalismo nella Germania di ieri, e in quella di oggi. Si focalizzerà principalmente sulla storia moderna del paese, partendo dai primi anni del XIX secolo, era in cui questi valori hanno avuto notevole spicco e in cui hanno profondamente segnato la storia tedesca, arrivando fino ai nostri giorni, periodo in cui questi valori si sono affievoliti. Proprio questo sarà il tema centrale, il repentino cambiamento della popolazione, il confronto tra una vecchia Germania fortemente nazionalista, e una Germania moderna in cui questi valori si sono appiattiti nel giro di pochi decenni. Lo scopo di questa tesi sarà spiegare come la storia abbia giocato un ruolo fondamentale in questo brusco passaggio, come essa abbia influenzato la società tedesca. Ho scelto di trattare quest’argomento in seguito alla mia esperienza Erasmus a Dresda, città sassone della ex Germania dell’Est. Attraverso i cinque mesi passati in questa città, nei quali ovviamente ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con la gente del posto, ho potuto riscontrare dal vivo quali effetti ha avuto il passato sulla società del presente. Il fenomeno ha suscitato in me particolare interesse e curiosità. 5 ALCUNE NOZIONI GUIDA Patria. Il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni. Patriottismo. L’impegno profuso, individuale o di gruppi, su molteplici piani (politico, militare, intellettuale, ecc.) in nome della patria, mosso da un sentimento di amore e fedeltà verso essa, per l’affermazione, la difesa o l’accrescimento dei valori che essa esprime. Il patriottismo non ha nulla a che vedere con il conservatorismo . È la devozione a qualcosa che muta, ma che resta misteriosamente sempre lo stesso. George Orwell. Nazione. Il complesso delle persone che hanno comunanza di origine, di lingua, di storia e che di tale unità hanno coscienza, anche indipendentemente dalla sua realizzazione in unità politica. Nazionalismo. Movimento politico e ideologico avente quale programma l’esaltazione e la difesa della nazione, concepita suprema forma di unità sociale. Esalta l’idea di nazione come antecedente allo Stato e trascendente gli individui stessi. Il nazionalismo è sete di potere frammista ad illusione. Ogni nazionalista è capace della più atroce disonestà ma è anche — in quanto consapevole di servire qualcosa di più grande di lui — incrollabilmente certo di essere nel giusto. George Orwell 6 I NAZIONALISMO e PATRIOTTISMO IN GERMANIA 1.1 Gli inizi I primi eventi che hanno scaturito una coscienza nazionale nel popolo tedesco nella storia moderna risalgono agli inizi dell’ 800. Dopo la dissoluzione del Sacro Romano Impero, fino alla fine di questo secolo, non esisteva una Germania, bensì una serie di piccole entità locali, ovvero di piccoli stati, ducati, principati, vescovati,… più o meno grandi, autonomi, che ricoprivano il suolo dell’odierna Germania. Gli eventi che fecero nascere questi sentimenti furono le conquiste napoleoniche di buona parte dei territori tedeschi occidentali. L’invasione e la successiva occupazione da parte di uno straniero suscitò sdegno e fece muovere gli animi dei cittadini. Basti pensare al filosofo Johann Fichte. Inizialmente di idee cosmopolite, secondo le quali la vera patria dei cittadini è lo Stato che in quel momento regna sul popolo, cambia successivamente idea. Sviluppò un’educazione nazionale tedesca, celebrando l’amore per la patria, l’eternità della nazione, ed esaltò la Germania come paese superiore a tutti gli altri. Le nuove idee di Fichte, ricche di orgoglio e in grado di toccare direttamente gli animi dei cittadini tedeschi, furono una tra le fonti di forza principali che spinsero la popolazione verso un nuovo orizzonte. I cittadini di quei piccoli territori iniziavano a sognare una vera e propria patria, un unico grande Stato che raccogliesse quelle piccole terre ancora divise, unite solo da un punto di vista linguistico, etnico, culturale, ma non politico, non in maniera reale e concreta. 7 E proprio in seguito all’ondata di questo nuovo spirito che pervase le varie popolazioni germaniche l’intero popolo teutonico raccolse le armi e cacciò la Francia, riottenendo l’indipendenza. Ma quest’indipendenza dalla Francia non bastò ad unificare una serie di piccoli territori da sempre divisi. In seguito al ridisegnamento dell’Europa sancito dal Congresso di Vienna per ristabilire di nuovo i confini dei vari stati europei, i diplomatici convocati al congresso pensarono solo agli interessi dei sovrani, anziché dei vari popoli. I sovrani di una buona parte degli stati tedeschi preferivano mantenere la propria indipendenza. I sovrani degli altri stati europei preferivano una Germania divisa anziché saldamente unita e ben organizzata, soprattutto l’Austria, alla quale sarebbe stata certamente non gradita la presenza di un vicino più ricco, forte e ben unito. Anch’essa inoltre puntava ad inglobare alcuni territori tedeschi nel suo impero. Il primo passo verso un avvicinamento fra i vari stati fu la Dieta di Francoforte, dove venne istituita la Confederazione Germanica. L’Impero Austro-­‐Ungarico era quello che aveva maggior influenza e potere nella dieta. Gli stati erano divisi e indipendenti come prima, ma ci si riuniva per discutere di interessi comuni, e ovviamente nacque anche la questione di una possibile unificazione. Ma rimase per lungo tempo inattiva, a causa delle diversità di interessi e dei continui contrasti, soprattutto fra Prussia e Austria. Il nuovo sviluppo di industrie, ferrovie, commerci che avvolse tutto il suolo germanico diede nascita a diversi inconvenienti tra i confini dei vari stati a causa di questa divisione. L’esigenza di un’unificazione era sempre maggiore. 8 La Prussia era in quel momento lo stato tedesco più esteso e più potente militarmente, per cui predominava su tutti gli altri piccoli territori, fatta eccezione per l’Austria. Le speranze dei cittadini tedeschi verso un’unificazione nazionale erano rivolte alla Prussia, poiché l’Austria, oltre ad essere contraria a questo processo, era solo in parte tedesca, ed era già un impero ben radicato e strutturato. Ciò contraddiceva quindi il principio di nazionalità. I sovrani prussiani avevano sempre ritenuto fondamentale avere un buon esercito, ben armato e organizzato, per essere pronti a qualsiasi guerra. Inoltre si dichiaravano per primi servitori dello Stato, pronti alla fatica, severi, e avevano trasmesso questi valori alla popolazione, che provava ammirazione per loro. Quindi entrambe le parti avevano il loro ruolo nella causa comune, la prosperità e la grandezza dello stato. Per questo in Prussia si può riscontrare un sentimento patriottico che affonda le sue radici già prima delle guerre napoleoniche, e che poi con esse si è ulteriormente fortificato. A governare la Prussia era da diversi secoli la dinastia degli Hohenzollern. Il re Guglielmo I, da sempre fedele alla Corona, quindi favorevole a mantenere un governo di tipo monarchico, iniziò ad avere alcuni contrasti con il parlamento prussiano, che cercava sempre di più di far valere la sua voce, il quale era quindi a favore di un governo democratico. Per questo nel 1862 il re nominò come presidente del ministero prussiano Otto von Bismarck, sia perché da sempre si era dimostrato forte sostenitore del potere 9 della Corona, sia perché gli sembrava più adatto per portare avanti la sua politica. Bismarck divenne infatti presto famoso per quello che realmente era. Un uomo dal carattere fermo, dominante, e ferreo, alto 1,88 m, robusto, con il suo tipico sguardo superbo. Non per niente verrà poi ricordato come “Il cancelliere di ferro”. Fin da subito, in seguito a diverse sedute nella Dieta di Francoforte, capì che la Confederazione era ad un punto morto, e non avrebbe portato da nessuna parte. Ognuno aveva obiettivi diversi, e i contrasti con l’Austria erano sempre più frequenti. L’unificazione della Germania doveva svolgersi, secondo Bismarck, per mano della Prussia, l’unico stato abbastanza forte e affidabile in grado di portare avanti questa causa, e per via bellica, non burocratica. Bismarck venne inviato come ambasciatore in Russia e poi in Francia, dove riuscì ad accattivarsi la simpatia dello zar e di Napoleone III. Si dimostrò quindi un abile diplomatico, e riuscì ad instaurare buoni rapporti con entrambe le nazioni, allo scopo di non avere problemi riguardo la formazione di una Germania unificata. Tale simpatia però non gli fu concessa dal parlamento prussiano, che subito mostrò ostilità verso il suo comportamento impulsivo e dominante, e verso la politica militarista che lui, come il re, stavano perseguendo. Quest’ostilità fu poi accresciuta dalla decisione di Bismarck di allearsi con l’Austria nella guerra del 1864 contro la Danimarca. La vittoria austro-­‐
prussiana fu decisiva, e ottennero dalla Danimarca diversi territori marittimi. 10 Ma Bismarck si servì dell’Austria solo per sconfiggere il nemico danese, e per avviare poi volutamente ostilità fra le due potenze circa il controllo dei territori appena conquistati, quindi per porre le basi per una guerra contro l’Austria. La guerra quindi ebbe luogo, e l’Austria fu nettamente sconfitta dall’esercito prussiano alla prima battaglia. Dopodiché Bismarck firmò le trattative di pace con l’Austria, che cedeva tutti i suoi diritti sui territori presi alla Danimarca, dichiarò sciolta la Confederazione Germanica, e abbandonò totalmente la questione degli stati tedeschi, lasciando carta bianca alla Prussia. Da questo momento Bismarck conquista la fiducia del parlamento e del popolo prussiano. Quegli stati che confidavano nell’Austria, o comunque in questo dualismo di poteri, per conservare la loro indipendenza, ormai si ritrovavano impotenti. Con la progressiva espansione della Prussia in seguito a queste guerre, il suo territorio comprendeva gran parte del suolo settentrionale tedesco. Quindi i territori circostanti si trovarono costretti ad unirsi alla Prussia, e venne così fondata la Confederazione del Nord. Gli stati mantenevano un loro governo locale, con diritti molto estesi, ma erano subordinati ad un unico Governo Federale, con sede ovviamente in Prussia. Esso era composto, oltre che dal re e dal cancelliere, anche dai vari delegati tedeschi. Rimanevano fuori da questa confederazione solo gli stati del sud, ovvero Baviera, Baden, Wuerttemberg, Assia, e la città di Darmstadt. Essi furono persuasi da Bismarck a legarsi militarmente con la neonata Confederazione, dopo che Napoleone III si era dimostrato interessato a quei territori. Strinsero poi anche accordi commerciali. 11 A questo punto rimaneva solo includere gli stati del sud nella Confederazione in maniera vera e propria, anche politicamente, non solo con alleanze e accordi commerciali. Bismarck aveva bisogno di una fonte che suscitasse passione negli stati del sud, che li trascinasse verso una causa comune con gli stati del nord, eliminando le avversità locali e gli interessi egoistici dei sovrani. E come soluzione pensò ad una guerra contro la Francia, in modo che tutti gli stati si trovassero uniti in uno scopo comune, esattamente come successe con Napoleone I. Nello stesso momento, nacquero anche dei contrasti con la Francia a causa di questioni riguardanti una possibile unione tra la famiglia reale prussiana e il trono di Spagna. La Francia pretese dalla Prussia che ciò non avvenisse. Malgrado quest’unione non avvenne, la Prussia fu abbastanza infastidita da queste pretese. Inoltre in Francia, come precedentemente in Austria, non era ben gradita una Germania di nuovo in continua espansione, e i ministri spingevano l’imperatore sempre di più verso una guerra contro la Prussia. Nel 1870 i francesi fecero la loro prima mossa, e la tanto attesa e premeditata guerra scoppiò. Anche in questa guerra la Prussia, godendo ormai anche dell’appoggio degli stati confederati e degli stati del sud, dimostrò di nuovo il suo ardore bellico. In questa guerra Bismarck si dimostrò veramente brutale, come non lo era mai stato, né con l’Austria, né con la Danimarca. La Francia venne nettamente sconfitta, e si concluse con la cattura dell’imperatore. I singoli stati del sud e la Confederazione Germanica lottarono l’uno al fianco dell’altro, mettendo in campo il sentimento nazionale che li univa contro il nemico, e questo risvegliò gli animi degli stati del sud, che sentirono l’esigenza naturale di 12 entrare nella Confederazione. Siglati gli ultimi trattati fra gli stati e la Confederazione, nel 1871 Bismarck finalmente raggiunse il traguardo che si era preposto dal principio, e che si era preposta la Germania da un secolo, e venne proclamato l’Impero Tedesco. La Germania adesso era una e una sola. Strappò alla Francia l’Alsazia-­‐Lorena, dichiarandoli territori dell’Impero, quindi senza annetterli alla nuova Germania. Inutili furono le proteste dei ministri francesi, che giudicarono il gesto tanto oltraggioso quanto pericoloso per una futura guerra. La società tedesca dell’epoca dell’unificazione rimase fortemente contagiata e colpita dal pensiero di Bismarck, che fu alla base del suo agire politico: “La forza supera il diritto”, e divenne il pensiero nazionale tedesco. La forza è intesa sia come forza militare, quindi quella delle armi, e sia come forza spirituale, quindi ardore, temperamento, coraggio. Il patriottismo che era sorto durante le guerre napoleoniche raggiunse livelli molto alti dopo l’unificazione. Finalmente non ci si sentiva più solo tedeschi, finalmente si era tedeschi. I più insigni pensatori dell’epoca, come il resto della società, in seguito al successo conseguito nelle guerre napoleoniche, nelle guerre dell’unificazione, all’unificazione stessa, e a moltissimi altri fattori, esaltarono la Germania come nazione superiore a tutte le altre. Quest’esaltazione non partiva solo dall’interno, ma anche dall’esterno. Anche il resto del mondo ora acclamava la virtù del popolo tedesco, la sua forza militare, i suoi intellettuali, la rapida ascesa del Partito Socialista, lo sviluppo industriale repentino del ventennio dopo l’unificazione, ecc… 13 2.1 La Germania appena unificata Nel ventennio successivo all’unificazione in Germania, prima un paese prevalentemente agricolo, iniziano ad emergere numerose industrie, fabbriche, aziende, imprese, dando un rapido avvio al capitalismo, quindi all’ascesa sociale della classe borghese. Da qui ne derivò il parallelo sviluppo del commercio e dei trasporti. Con la nascita di numerose industrie si formò anche una classe operaia. Essa però era sottoposta a salari bassissimi e tenori di vita miseri, a causa delle difficoltà dei grandi capitalisti nel commercio internazionale. Ciò determinò anche difficoltà nel mercato interno, a causa dei bassi salari e della disoccupazione. Dopo aver unificato l’Impero politicamente, Bismarck proseguì l’unificazione introducendo nuove riforme in qualsiasi ambito: amministrativo, giudiziario, finanziario, ecc… Introdusse un’unica moneta in tutta la confederazione, un unico codice penale, un unico sistema postale, e venne istituita la Banca dell’Impero. Rafforzò ancora di più l’esercito con delle riforme militari, che diventò ancora più numeroso e forte di come già lo fosse prima. L’imperatore, che aveva il potere più alto nel parlamento, rimaneva comunque prussiano, così come il cancelliere, e la Costituzione, che era stata scritta da Bismarck, aveva solo una facciata pseudo-­‐democratica. Con l’avanzamento della sua politica nel neonato Impero, subito nacquero rivalità con diverse fazioni politiche. Inizialmente vi furono acuti contrasti con il partito cattolico, riguardo l’influenza del papa e del clero sullo stato. Successivamente questi contrasti si 14 acquietarono, in vista di una nuova opposizione che stava emergendo, quella socialista. In quegli anni nacque il Partito Socialista tedesco, come unione di due partiti già preesistenti, e divenne uno tra i maggiori partiti sulla scena politica. Il governo Bismarck emanò una serie di leggi antisocialiste restrittive, che resero più difficile la propaganda e qualsiasi altra attività del partito. Si innescò un’ardua battaglia tra il partito e il governo, che si concluse poi con le dimissioni di Bismarck da parte di Guglielmo II, quando questi salì al trono. All’epoca era molto giovane, era appena salito al trono di un vasto Impero di cui fin da bambino aveva assistito alle grandi vittorie, e la sua giovinezza si accompagnava ad un carattere molto vivace e frenetico, che non riuscì a combinarsi bene con quello ferreo e fiero del cancelliere di ferro. Per questo l’imperatore dimise il cancelliere. Da quel momento Bismarck uscì definitivamente dalla scena politica. L’approccio di Guglielmo II all’impiegabile Partito Socialista fu meno duro e più flessibile. Non rinnovò le leggi antisocialiste, che erano scadute in quel periodo, e approvò alcune richieste del partito. Nel 1872 la Germania si riconciliò con l’Austria, che chiese il suo appoggio per delle guerre espansionistiche. Con la lenta ripresa economica e militare della Francia la Germania iniziò a premeditare una nuova guerra contro di essa, per evitare una sua nuova crescita economica e militare, ma la Russia si intromise in questa questione, cercando di intermediare fra i due governi. Questo gesto indispettì Bismarck, che cambiò quindi atteggiamento verso la Russia. La Russia inoltre, per timore della crescente potenza militare tedesca, aveva stretto qualche 15 accordo bilaterale con la Francia. Approfittando di contrasti diplomatici fra Russia e Austria strinse un’alleanza austro-­‐tedesca contro la Russia. Per assicurarsi poi una simile coalizione protettiva anche ad occidente sfruttò i contrasti già esistenti tra Francia e Italia, e includendo l’Italia nell’accordo siglarono la Triplice Alleanza. La Germania di Bismarck si espose sul mercato coloniale quando le altre potenze europee possedevano già diversi territori in Africa. Bismarck si limitò ad ottenere solo poche colonie, non voleva osteggiare l’Inghilterra e la Francia, ma le classi dirigenti continuamente chiedevano un’espansione coloniale. Inoltre Bismarck si servì del colonialismo per incitare i tedeschi all’ultranazionalismo e alla xenofobia, in modo da rafforzare ancora di più l’identità nazionale. Nel 1881 iniziano ad emergere alcuni partiti, di varie fazioni politiche, che promuovevano idee fortemente nazionaliste, conservatrici, e antisemite. Le loro idee erano spesso basate sugli antichi valori prussiani, fra i quali emergono il militarismo e una società monarchica strettamente gerarchica. La maggior parte erano conservatori, che volevano un ordine naturale delle cose che rimanesse indisturbato, quindi anche della società, una gerarchia. Non amavano assistere alla continua emancipazione degli operai, o all’ascesa sociale della borghesia, e inquadravano l’ebreo come il nemico della nazione. Vi erano poi anche altre fazioni politiche, che comprendevano anche più classi sociali, ma tutte spinte da una corrente ultranazionalista e razzista. Emerso nomi come Deutscher Antisemitenbund (Lega Antisemita Tedesca), e Antisemitische Volkspartei (Partito Popolare Antisemita). Allo stesso tempo 16 lo sviluppo industriale tedesco era ormai arrivato a livelli elevati, anche in campo tecnologico. Questi nuovi partiti politici quindi iniziarono a sviluppare idee fortemente colonialiste, la Germania stava diventando troppo stretta per l’enorme crescita industriale in corso, quindi aveva bisogno di nuovi territori utili per lo sviluppo di nuove industrie e di quelle già esistenti, per le materie prime e per le reti commerciali. Inoltre non poteva una nazione come la Germania non mettersi a confronto con le altre potenze europee. Alcuni partiti volevano estendere il dominio tedesco anche a livello europeo, con il pretesto di creare una Mitteleuropa unificando gli altri stati europei, questo era l’idea del Pangermanesimo. Il nazional-­‐liberale Johannes von Miquel definì la Sammlungspolitik (politica di raccolta), una politica che promuoveva lo sforzo collettivo di tutti i partiti politici allo sviluppo della nazione, anche sul piano coloniale. Mentre il progetto politico coloniale espansionistico fu definito Weltpolitik. Questa politica di aggressione, razzista, capitalista, e ultranazionalista, si concretizzò poi con la nascita della Società Coloniale Tedesca, e di una potentissima flotta navale. In breve tempo la Germania conquistò numerosi e vasti territori in Africa, espandendo così la sua industria. La sua flotta era seconda solo all’Inghilterra, e in Africa divenne l’antagonista degli inglesi come dei francesi. In seguito quindi alla Triplice Alleanza, agli accordi fra le altre potenze europee, e a questo antagonismo coloniale, si erano creati due blocchi militari principali di stati in Europa, e la tensione fra essi era così crescente che stava dando il via al più grande conflitto della storia fino a quel momento. 17 3.1 Prima Guerra Mondiale Le prime prospettive che nacquero in antecedenza alla guerra erano ricche di speranza, per diverse classi sociali e partitiche. Per i pangermanisti e le varie correnti razziste e imperialiste questa guerra era un modo per estendere il dominio tedesco nelle colonie e nella contemplata Mitteleuropa, soprattutto quando la Germania si trovò a combattere ad Est sul fronte russo, inoltre la guerra avrebbe avvicinato ancora di più i tedeschi dei vari Land federati sotto un’unica nazione. Per la SPD era un modo per partecipare patriotticamente e appoggiare il governo, per porre fine alle avversità fra entrambi e ottenere finalmente maggior emancipazione a livello politico. In seguito all’attentato a Sarajevo, in cui il nazionalista serbo Gavrilo Princip assassinò l’erede al trono degli Asburgo, l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. Da qui inevitabilmente si scatenarono le armi di tutte le nazioni coinvolte negli accordi militari stipulati nei decenni precedenti. La Russia intervenne militarmente contro l’Austria. La Germania dichiarò guerra alla Russia. Poi, attuando il piano Schlieffen, attaccò la Francia, ma dovette invadere il Belgio, che aveva accordi di neutralità e godeva della difesa militare, in caso di neutralità violata, dell’Inghilterra. Quindi l’Inghilterra si mosse contro la Germania. Il piano Schlieffen era stato progettato dal generale per un eventuale attacco militare contro la Francia in vista delle tensioni crescenti, e prevedeva un attacco su tre fronti diversi, in modo da spiazzare le truppe francesi e inglobarla lentamente. Ma il piano non venne messo in azione come previsto, e il 18 conflitto si protrasse più a lungo di quanto immaginato. Altri paesi europei poi, ognuno per propri interessi personali, si coalizzarono con l’uno o con l’altro blocco militare. In poco tempo si scatenò una vorticosa guerra di logoramento, che sembrava non avere fine. I soldati combattevano dalle trincee, e vi restavano per interi mesi, le morti si consumavano quotidianamente, senza che la guerra, nel corso di quei lunghi periodi passati in trincea, avesse dei sostanziali risvolti. Il 1914 vide l’Intesa come protagonista delle principali vittorie. L’economia tedesca non era assolutamente preparata a questo tipo di guerra, per la produzione bellica, i rifornimenti, ecc… Il governo quindi sottopose l’intera Germania ad un’irreggimentazione totale. Furono tagliati nettamente i consumi, le industrie utili per la guerra furono sottoposte a ritmi di produzione enormi, fu imposta la leva obbligatori a tutti i maschi adulti, mentre i contadini, sottoposti a piani di semina obbligatori, dovevano consegnare il loro raccolto allo stato. Nel 1915 l’esercito tedesco riportò numerose vittorie in Russia. L’Italia entrò in guerra, ma si schierò al fianco dell’Intesa, perché voleva recuperare le terre irredente dall’Austria. In Africa l’Inghilterra strappò alla Germania numerose colonie, la flotta inglese deteneva ancora il primato mondiale. La Germania così decise di attaccare tutte le navi avvistate vicino l’Inghilterra o l’Irlanda, di qualsiasi provenienza. 19 Nel 1916 la Germania e l’Austria si ritrovarono accerchiate su due fronti dalle truppe russe, francesi e italiane. La guerra in trincea di logoramento proseguiva, e i milioni di morti aumentavano sempre di più. Nel 1917 gli Stati Uniti intervennero contro la Germania in seguito alla sua decisione di attaccare qualsiasi nave in prossimità dell’isola britannica. Nel frattempo, visto l’enorme sforzo bellico a cui i paesi belligeranti erano stati sottoposti, in diversi stati si manifestarono movimenti rivoluzionari e scioperi operai. Ognuno dei vari paesi stava realizzando che era impossibile continuare questa guerra. In seguito alla sua rivoluzione interna democratico-­‐borghese la Russia accettò la pace con la Germania, che ottenne diversi territori precedentemente russi. Nel frattempo gli inglesi e gli americani proposero un trattato di pace in cui l’Europa sarebbe tornata alla situazione prebellica, senza l’annessione dei territori conquistati durante la guerra. Tale schema era riassunto nei noti 14 punti dell’allora presidente statunitense Wilson. La Germania tentò un ultimo colpo decisivo contro le truppe anglo-­‐francesi, il quale fallì. I tedeschi si trovarono quindi costretti ad accettare la pace proposta da Wilson. Alla fine della guerra la popolazione tedesca aveva perso oltre due milioni di uomini, fra soldati e civili. Il tasso di mortalità fra bambini e anziani aveva raggiunto livelli agghiaccianti. La pace venne discussa e poi firmata dai vari paesi coinvolti nel conflitto a Versailles. Nel Trattato erano esposti 440 articoli, di carattere essenzialmente politico e diplomatico, riguardanti diversi questioni a livello mondiale. 20 Una fra essi era l’autodeterminazione dei popoli, a causa della quale la Germania perse tutti i territori precedentemente occupati o annessi all’impero, che tornarono alla nazione a cui appartenevano precedentemente, alcuni alla Polonia, altri alla Danimarca, e l’Alsazia-­‐Lorena tornò alla Francia. Le colonie tedesche in Africa vennero divise fra Inghilterra e Francia. Fu imposto ai tedeschi un debito per le riparazioni di guerra verso la Francia e le potenze alleate, pari a 132 miliardi di marchi. Il bacino carbonifero SAAR fu consegnato alla Francia per 15 anni, la quale ottenne anche la Regione della Ruhr, ricca di giacimenti, in seguito alle difficoltà del governo tedesco di pagare le riparazioni di guerra. L’esercito tedesco fu ridotto ad un massimo di 100.000 uomini, ulteriori riduzioni riguardarono anche gli armamenti. La Germania doveva impegnarsi a consegnare i criminali di guerra, quindi i principali funzionari dell’esercito e il Kaiser, riconosciuti come colpevoli delle atrocità subite dalle potenze dell’Intesa. Le potenze vincitrici accusavano la Germania come fautore del conflitto, di tutti i disastri correlati, a causa del suo solito desiderio di egemonia e di potere. Volevano indebolire il paese, al fine di renderlo non pericoloso e di creare un equilibrio con gli altri stati in Europa, ognuno poi nutriva interessi economici o vecchi rancori personali. L’economia tedesca, la popolazione, l’esercito, l’intera nazione, che ancora portavano i segni di quel conflitto, in seguito a queste sanzioni collassarono del tutto. 21 4.1 La caduta dell’Impero: la Germania diventa Repubblica Questa guerra non portò dei radicali mutamenti alla nazione tedesca solo a livello economico e demografico, bensì, e soprattutto, anche politico. La guerra non era stata voluta da tutta la Germania, ma solo da coloro che l’avevano premeditata, e che poi avevano posto le giuste basi, per poi infine metterla in atto. Mentre un’altra parte della popolazione, soprattutto in seguito ai tragici svolgimenti del conflitto, ne erano contrari. E fra questi vi era una parte minoritaria del Partito Socialista tedesco, partito che in maggioranza aveva però votato a favore dei crediti di guerra. Nel 1914 il socialista Karl Liebknecht si espresse contrario a questo conflitto, votando contro i crediti di guerra, e fu seguito in questa campagna pacifista da altri seguaci. Nel 1915 la guerra aveva già generato malcontento fra la popolazione, e numerosi operai a Berlino organizzarono scioperi e proteste. Due anni dopo, quando la guerra aveva già logorato tanto la popolazione quanto l’economia del paese, Liebknecht e i suoi seguaci abbandonano definitivamente il partito, per crearne uno nuovo, il Partito Socialdemocratico Indipendente. Rispetto al Partito Socialista, oltre ad essere pacifista, era anche di corrente rivoluzionaria, a differenza del primo, di corrente riformista. Durante lo svolgimento della guerra, nello stesso anno, accadde qualcosa di inaspettato a Kiel. Fu ordinato alla flotta tedesca di attaccare gli inglesi alle loro basi marittime per poi avviare uno scontro in mare aperto. Gli equipaggi delle navi Helgoland e Thaaüringen, a Wilhelmshafen, per timore di 22 essere letteralmente devastati nello scontro in una guerra ormai persa, si rifiutarono di obbedire. Gli ammutinati vennero catturati e arrestati e portati a Kiel. Tuttavia, l’operazione non poté proseguire, poiché il comando non era più sicuro dell’obbedienza dei suoi equipaggi. I soldati che avevano preso parte all’ammutinamento furono poi processati e arrestati. Gli altri membri della flotta organizzarono delle proteste per rimettere in libertà i ribelli, poiché avevano salvato la vita a tutta la flotta, evitando quel terribile scontro, e protestavano inoltre perché finisse questa sanguinosa e disperata guerra. La rivolta così si estese a tutta la città di Kiel, ne presero parte anche operai, membri della USPD, sindacati, ecc… Fu subito inviata una pattuglia militare contro i rivoltosi, che aprì il fuoco. Alcuni morirono, altri rimasero feriti. Ma anziché fermare le proteste, i ribelli reagirono con le armi che avevano in dotazione. Gli ufficiali decisero allora di convocare tutti i militari presenti a Kiel per un appello generale. Il membro della USPD Karl Artel prese improvvisamente parola, e invitò i militari a istituire dei consigli rivoluzionari. Gli ufficiali vennero disarmati dai marinai. I militari furono trascinati quindi nella rivolta, e crearono i loro consigli, che si fusero poi con quelli degli operai. Ciò che era quindi iniziato come un ammutinamento di due navi di soldati si era ormai convertito in una rivolta, estendendosi a macchia d’olio, anche ad altre caste sociali oltre a quella dei marinai. Alla fine della guerra 23 affiancarono rivendicazioni di tipo sindacale, soprattutto riguardo l’aumento degli alimenti. Il governatore di Kiel tentò di fermare la rivolta inviando dei militare dalla vicina città di Altona. Ma anche in questo caso i militari si aggregarono alla protesta. Solo l’arrivo del socialdemocratico Gustav Noske, inviato dal cancelliere, poté stabilizzare parzialmente la situazione. Ma gran parte dei ribelli si allontanarono da Kiel, diffondendo lo spirito rivoluzionario a tutte le città in cui passavano, si trasformarono spontaneamente in propagandisti. Pochi giorni dopo l’inizio della rivolta, gran parte dei territori nord-­‐
occidentali erano sotto assedio dai consigli. A Monaco la USPD dichiarò la Repubblica dei Consigli. Nei giorni dopo la rivoluzione travolse anche la capitale Berlino, mentre le istituzioni statali iniziavano a collassare. Il Kaiser Guglielmo II sembrava non essere in grado di reagire alla rivolta. Decise di accettare la pace proposta da Wilson in modo da riorganizzare le sue truppe e schiacciare la rivolta a Berlino. Ma si rese poi conto che non poteva più nemmeno fidarsi delle truppe dei suoi ufficiali, compresa la Guardia Imperiale, poiché già temeva che i loro soldati non avrebbero eseguito gli ordini. Di fronte a questa situazione di indecisione, con la progressiva rivoluzione che stava avanzando, il cancelliere Max von Baden e il socialdemocratico Friedrich Elbert inviarono ripetute comunicazioni all’imperatore cercando di spingerlo ad abdicare, per avere il campo libero e sopprimere la rivolta. Ma il kaiser non sembrava voler rinunciare al suo trono. Gli esponenti della SPD riuscirono a mobilitare i militari che ancora non erano stati coinvolti nella protesta, cercando di tenere a bada, quanto più 24 a lungo possibile, Berlino. In quelle stesse ore il cancelliere, senza tener conto di eventuali comunicati da parte dell’Imperatore, stese di suo pugno un comunicato stampa in cui annunciava l’abdicazione del Kaiser, e che il potere centrale dello Stato sarebbe rimasto al cancelliere fino ad un riassetto dell’ordine statale. Il Kaiser venne considerato un disertore, ciò suscitò molto sdegnò nelle caste militari e in altre classi sociali, tanto che il Kaiser si rifugiò nei Paesi Bassi. La Germania non aveva più un Imperatore, dopo molti secoli di forte tradizione prussiana, gli Hohenzollern avevano terminato il loro lunghissimo tempo sul trono. Ebert chiese a von Baden di trasferirgli la carica di cancelliere, questi acconsentì. Da questo momento il cancelliere aveva il più alto potere nello stato. Per placare la folla ancora agguerrita, a cui tali notizie ancora non erano giunte, e per non lasciare un eventuale campo libero alla USPD, il socialdemocratico Scheidemann proclamò dal balcone del Reichstag la nascita della libera Repubblica Tedesca. 5.1 La Repubblica di Weimar Nel 1919 a Weimar venne indetta l’Assemblea Nazionale Costituente, che doveva scrivere la nuova costituzione e formare il nuovo governo, alla quale parteciparono le varie fazioni politiche allora attive in Germania, nella neonata Repubblica. Essa entrò in vigore allo scioglimento dell’Assemblea, nel 1920. Si cercò di mantenere comunque una monarchia costituzionale 25 come quella precedente. I socialdemocratici, soprattutto, sostennero di più questa corrente, convinti che la monarchia non avrebbe portato lo stato al collasso. Rimase la carica del cancelliere, che toccò a Scheidemann, mentre il ruolo di Kaiser fu sostituito da quello di Presidente del Reich, che toccò a Ebert. Il potere quindi rimase praticamente alla SPD. Nacque in quegli anni il Partito Comunista (KPD), che voleva una Repubblica sul modello sovietico russo. Il clima politico era comunque ancora molto teso, ognuno adesso ambiva ad ottenere successo politico. Per questo i primi anni della Repubblica furono segnati da violente manifestazioni, rivolte, da parte dei principali partiti sia di destra che di sinistra, che sfociarono spesso in omicidi, sia verso la folla, sia verso alcune delle figure politiche più note. Nel 1919, ancora prima della nuova Costituzione, il Partito Comunista sollevò una rivolta a Berlino, occupando numerosi edifici. Venne subito stroncata dalle truppe del nuovo governo, i Freikorps, che spararono sulla folla. Nello stesso anno una simile rivolta si scatenò anche in Baviera, e anche qui, sfociò nel sangue. Oltre all’ambiente politico, anche quello sociale stava passando un periodo buio. Se la Prima Guerra Mondiale aveva visto un forte calo dell’intero sistema, le conseguenze di questa guerra, soprattutto con il Trattato di Versailles, aumentarono la crisi economica in Germania, estendendosi a quasi tutte le classi sociali. Il popolo tedesco nutriva rabbia verso i vincitori, che avevano imposto loro pesanti clausole, che avevano impoverito ancora di più il paese. Nacquero sentimenti di rabbia, malcontento, rassegnazione e perdita di speranza. 26 Nel 1920 le rivoluzioni e gli assassini politici continuavano, sia da parte dei nazionalisti di destra, sia da parte degli operai. Il governo, ancora una volta, riuscì a stroncarle entrambe. 6.1 Compare un certo Adolf Hitler Circa nello stesso periodo, all’interno di uno dei vari partiti politici che punteggiavano la costellazione partitica tedesca, nonché uno fra i meno rilevanti e con minor numero di membri e di seggi in Parlamento, il Partito Operaio Tedesco, fa ingresso Adolf Hitler. Era di origine austriaca, i suoi studi si erano fermati alle scuole medie, per la sua scarsa attitudine, come veniva descritto dai suoi docenti, alla disciplina e allo studio. Da giovane tentò di entrare all’Accademia delle Belle Arti di Vienna, per coronare il sogno più grande della sua vita, quello di diventare un pittore. Ma non fu ammesso, a causa della sua mancanza di talento, e dal suo stile scarno e piatto. Dopo un periodo di miseria e povertà a Vienna, deluso e rancoroso verso l’Austria, decise di trasferirsi a Monaco, e riuscì ad arruolarsi nell’esercito tedesco. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale, dove si distinse come soldato, guadagnando la Croce di Ferro. Hitler iniziò subito a farsi notare all’interno del partito per le sue abili doti comunicative, intrattenendo discorsi e comizi nelle birrerie di Monaco. Il suo primo notevole successo avvenne nel 1920 nella birreria Hofbrauhaus, dove elencò i suoi 25 punti programmatici. Nei suoi discorsi inveiva in 27 maniera prorompente contro il governo attuale, incapace di risolvere la crisi, che ha fatto piegare la Germania alle rovinose clausole del Trattato di Versailles. La democrazia per lui portava solo disordine e non riusciva a far smuovere la dura situazione in cui si trovava la Germania. Il paese doveva essere guidato da un’unica persona, che sia forte e caparbia abbastanza da risollevarlo. Da qui ne derivava l’odio verso i francesi e le nazioni che hanno contribuito alla rovina della Germania. Ma secondo Hitler, coloro che invece contribuivano da sempre alla rovina del mondo, della Germania come di qualsiasi altra nazione, erano gli ebrei e i bolscevichi. I primi l’élite del capitalismo mondiale, che non hanno una vera patria, ma si insediano come germi nelle varie nazioni per poi distruggerle. Mentre i secondi avrebbero portato la Russia alla rivoluzione e poi alla disfatta, manovrate dai primi per stravolgere l’ordine mondiale. Nei suoi discorsi Hitler non cercava di parlare alle menti delle persone, ma ai loro cuori e alle loro coscienze facendo leva sui loro sentimenti, approfittando dell’indignazione, la perdita di speranze, la rabbia e il malcontento da cui erano afflitti. Il partito, nato come movimento pseudo-­‐
socialista, iniziò ad assimilare ideologie di destra, catturando l’attenzione di vari partiti affini. Il partito cambiò nome in Partito Nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (NSDAP). Con questo nome Hitler puntava ad attrarre, oltre alle correnti di destra, anche la classe operaia. Inoltre il partito aveva idee nazionaliste e razziste, ma puntava agli interessi, più o meno, di gran parte delle classi sociali, anche nei ceti meno agiati, allo scopo di eliminare i divari sociali, poiché il fine ultimo di tutto il popolo tedesco era la nazione, 28 ma anche per raggiungere quanti più seguaci possibili. La sua attenzione, i suoi messaggi, erano rivolti di volta in volta a un ceto sociale diverso. Nel 1921 divenne uno tra i principali dirigenti del partito, di cui creò uno stemma. Una bandiera rossa, con un cerchio bianco, al cui interno vi era una svastica nera. Un altro dei più alti membri, Ernst Rohm, creò un reparto paramilitare del partito, le SA, sotto il suo comando. Era costituito da reduci della Grande Guerra e disoccupati della crisi. Nel 1922, con la crisi, la povertà, e la disoccupazione che divoravano la Germania, il governo decise di stampare molte più banconote, per far circolare più moneta. Alcuni uffici vennero messi in funzione 24/24, e furono stampate banconote in quantità enorme. Ovviamente ne conseguì una forte inflazione, che con la continua emissione di banconote senza limite dilagò nell’iperinflazione. Ormai l’intero paese, dalle classi più alte a quelle più basse, era sull’orlo del baratro. I marchi perdevano valore ora dopo ora, mentre continuavano gli omicidi politici e la aspra lotta al potere, soprattutto dai partiti allora più forti e popolari, quello socialdemocratico, e quello comunista. Nel 1923 si videro i primi segni di un probabile miglioramento della situazione in Germania. L’allora cancelliere Stresemann si rivelò un abile diplomatico, anche con le potenze dell’Intesa, e contribuì ad una piccola revisione del Trattato di Versailles. Adolf Hitler tentò un colpo di stato, che rimarrà noto come il Putsch di Monaco. Hitler venne arrestato e processato con l’accusa di alto tradimento. Ma quest’arresto fu un grande vantaggio per lui. Quando dovette difendersi 29 durante il processo iniziò a tenere anche lì i suoi discorsi politici, attirando l’attenzione di tutta la folla, e anche dell’opinione pubblica, accrescendo la sua fama. Per questo ottenne una pena molto ridotta, di cui scontò solo un anno. E il periodo in cella gli fu utile per scrivere un libro, il Mein Kampf. Nel libro esponeva chiaramente tutta la sua politica razzista, ultranazionalista, e militarista con parole molto chiare ed esplicite, senza mezzi termini. Sosteneva che l’umanità è divisa in razze, ognuna delle quali lotta per la sopravvivenza. Per questo riteneva naturale la guerra tra le persone. La razza ariana, ovvero quella di ceppo nordico-­‐germanico, è di gran lunga quella perfetta, più pura, e superiore a qualsiasi altra. Doveva farsi valere sulle altre, in particolare in Europa, dove le altre razze l’avevano schiacciata e piegata. La Germania doveva quindi riscattarsi, e dominare l’intero continente europeo. Così sarebbe nato un grande Reich con un potere fortemente centralizzato sulla Germania, destinato a durare mille anni. Ovviamente lo strumento adatto per questo fine era la guerra. La sua gerarchia razziale piazzava all’ultimo posto, in fondo a tutti, gli ebrei, la razza geneticamente più sporca e impura, che non aveva una patria, ma che insediandosi infidamente nelle altre nazioni, le riduceva alla rovina per trarne ricchezza e potenza. Appena sopra gli ebrei si trovavano gli slavi. Non mancavano poi sprezzanti righe contro il comunismo, il capitalismo e la borghesia. Ma il libro non ottenne molto successo, in pochi lo lessero. Nel 1924 gli Stati Uniti lanciarono il piano Dawes, con il quale inviano prestiti alla Germania. Questi prestiti coinvolgevano anche l’economia britannica. Inoltre terminò l’occupazione della Ruhr. L’economia della 30 Germania e il suo benessere sociale tornarono finalmente fiorivano di nuovo, i cittadini potevano respirare aria nuova. Iniziò il periodo d’oro della Repubblica di Weimar. In quegli la Germania divenne anche uno tra centri principali del teatro, del cinema, della musica e dell’arte. Appena Hitler uscì di prigione, nel 1925, era ormai ben noto a gran parte della popolazione tedesca. Da quell’esperienza aveva capito che per arrivare al governo doveva percorrere vie legali, non rivoluzioni o colpi di stato. Quando uscì si dimostrò ancora più carismatico di quanto lo fosse prima del carcere, attirando l’ammirazione di folle più numerose di prima. L’oratoria era decisamente la sua arma vincente, così come la meticolosità con cui preparava i discorsi, caratterizzati da un tono duro, ma esaltante, da parole semplici e dirette, che risvegliavano gli animi della popolazione, da particolari gesti teatrali, che spesso ripeteva. Ma durante i comizi non mancavano scontri con socialisti o comunisti, o con altri nuclei ribelli antinazisti, e le SA non avevano mai il minimo scrupolo a reprimere con le armi qualsiasi movimento fuori posto. Ma Hitler vuole il potere legalmente, le SA sono troppo rivoluzionarie e perturbatrici. Così creo un gruppo paramilitare personale, sotto il suo comando, le SS. In quegli anni la propaganda nazionalsocialista divenne ancora più travolgente e ramificata grazie all’ingresso nel partito di Josef Goebbels. Era molto abile e astuto nell’utilizzo dei media e nell’organizzazione di raduni e incontri. 31 Nel 1929 termina il periodo d’oro della Repubblica. Con il crollo della borsa di Wall Street, sia gli Stati Uniti e sia i paesi coinvolti nei suoi affari caddero in disgrazia. La Germania fu tra le prime vittime della crisi, e la sua situazione economica divenne peggiore di quella in cui era prima. Dilagano nuovamente a dismisura la disoccupazione di massa, la povertà e il malcontento. Le SS continuano ad essere sempre più violente, durante raduni e manifestazioni naziste, nei confronti degli oppositori, sparando anche sulla folla, e sembrano quasi incontrollabili, a tal punto che alcuni Land vietano l’adesione al partito, mentre il governo è sempre costretto ad intervenire contro le milizie naziste. La svolta parlamentare dei nazisti fu tra il 1928 e il 1930, quando i voti a loro favore si moltiplicarono esponenzialmente, diventando il secondo partito tedesco. Lo scoppio della nuova crisi fu un ulteriore colpo fatale al popolo tedesco, gran parte della popolazione si affidava ai nazisti o ai comunisti, i principali partiti estremisti che promettevano un rovesciamento del governo democratico. Il partito nazista aveva raggruppato alcuni partiti di destra, e conquistato il consenso di qualsiasi classe sociale. Nella sua propaganda il partito nazista aveva chiaramente delineato le sue teorie razziste e militariste, ma riusciva sempre a farle anteporre innanzitutto alle idee disfattiste contro il governo attuale, e tutto il suo sistema istituzionale, all’interesse per il popolo tedesco, per la nazione, al 32 di là delle idee politiche. Fu anche questo uno dei vari fattori che contribuì ad accumulare consenso fra il popolo e ad acquisire sempre più iscritti. Nel 1932 la disoccupazione era ormai la piaga della Germania. L’allora cancelliere Brüning si dimostrò piuttosto fragile e incapace. Il presidente del Reich Hindenburg, un ex militare conservatore di 78 anni, fervente sostenitore dell’era imperiale prussiana nominò di sua iniziativa Von Papen. La democrazia, e i cancellieri in quel momento al potere, erano al collasso, non riescono a fronteggiare la crisi. Fino all’anno successivo si seguirono una serie di elezioni in cui i nazisti subirono alti e bassi, pur mantenendo cifre elevate, e in cui si passò da von Papen a Schleicher. Adolf Hitler, che era ormai vicino al potere, strinse accordi con von Papen, che aveva ottimi rapporti amichevoli con Hindenburg, e poi con il Presidente stesso. Nel 1933 Hitler venne nominato cancelliere del Reich dal presidente Hindenburg. Aveva finalmente ottenuto il cancellierato per cui aveva lottato oltre un decennio. Questo segnerà profondamente le sorti del paese e del resto del mondo, e verrà per sempre ricordato come uno tra i periodi più bui della storia tedesca. Appena diffusa la notizia, l’intero paese esultò. Venne organizzata una grande parata militare a Berlino, e anche nel resto del paese vi furono grandi festeggiamenti. Hitler si sentiva ormai invincibile. Dopo ripetuti fallimenti nella sua vita, dai tempi della scuola, all’Accademia di Vienna, al suo periodo da 33 vagabondo senzatetto, ha assunto ora una tra le due cariche più importanti del governo tedesco. Si sentì incaricato di una missione, quella di salvare la Germania. Da quel momento il Mein Kampf divenne il libro più venduto in Germania, e assunse notorietà anche all’estero. 7.1 La Germania nazista Nel corso degli ultimi anni il partito godeva anche dell’appoggio finanziario e per la propaganda da parte dei vertici della società tedesca: economisti, industrie importanti, militari, junker e aristocrazia. Appena salito al potere, tramite queste strette collaborazioni, rilanciò improvvisamente l’economia tedesca, ricreò l’industria e ricostruì in breve tempo un potentissimo esercito. Nessun’altro era riuscito a farlo, nessuno aveva così tanto consenso dalle masse ma soprattutto così tanti appoggi su cui contare. E nessuno aveva il suo carattere testardo, caparbio e determinato. Le sue idee travolsero sia le masse, sia l’élite tedesca, che seppe servirsi di Hitler per attuare i suoi piani economici e di espansione capitalista. La società quindi conobbe di nuovo un periodo prospero grazie al Führer (così era solito farsi chiamare, e con quest’appellativo divenne noto), la crisi stava sparendo, e i tedeschi stavano tornando a sorridere. 34 Sul piano politico avviò un processo di totale nazificazione della Germania, che determinerà il collasso della Repubblica e l’instaurazione di una dittatura. In seguito all’attentato da parte di un anarchico al Reichstag, che ne causò un incendio, Hitler sfruttò la situazione di allarmismo e sgomento per far approvare a Hindenburg le Leggi per la Difesa del Popolo Tedesco, con i quali tutti i diritti civili sono temporaneamente sospesi. Da qui in poi le SS, le SA, e altre autorità affini possono arrestare chiunque sia sospetto, senza un regolare processo. Iniziarono a scatenarsi contro ebrei, comunisti, e socialdemocratici. Molti furono gli arresti, ogni tipo di propaganda venne ostacolata e boicottata. In seguito venne approvata una legge che dava al cancelliere pieni poteri legislativi, poteva promulgare leggi, correggere la costituzione e firmare trattati all’estero senza il consenso o l’opposizione del parlamento. Quest’approvazione avvenne tramite serie intimidazioni da parte delle SS e delle SA. Tutti gli altri partiti politici furono fatti sciogliere, con la forza, o con l’autoconvincimento in vista del crescente potere nazista, e poi dichiarati illegali. Da questo momento il Partito Nazista era lo stato. Promulgò una serie di fitte riforme amministrative e burocratiche che videro l’espulsione di ebrei e dissidenti politici da tutte le funzioni pubbliche. Nel giro di tre anni, soprattutto gli ebrei, non poterono più esercitare alcuna attività come medici, avvocati, insegnanti, e vennero totalmente esclusi dalla vita pubblica. Il codice penale subì diverse modifiche, i reati punibili con la pena di morte diventarono da tre a circa una quarantina. Ogni istituzione, e 35 ingranaggio della burocrazia, era adesso sotto il controllo nazista, ogni loro incarico era svolto da cittadini fedeli o non oppositori al nuovo regime. Queste leggi antisemite vennero poi ulteriormente formalizzate e incrementate con le Leggi di Norimberga del 1935. Gli ebrei vennero privati della loro cittadinanza, i matrimoni fra ebrei e ariani erano proibiti, ed era proibito loro esporre la bandiera del Reich. Molti arresti di ebrei e dissidenti politici furono poi seguiti dalle deportazioni nei primi campi di concentramento istituiti all’epoca, adibiti ai lavori forzati. Il primo campo ad essere aperto fu Dachau, nel 1933, nei pressi di Monaco. Nel 1938, un ebreo polacco assassinò un ambasciatore tedesco in visita a Parigi. Goebbels pronunciò un discorso indignato e violento verso il popolo semita, che scatenò un brutale massacro nella Notte dei Cristalli. SS e civili simpatizzanti nazisti distrussero le vetrine di negozi appartenenti ad ebrei, incendiarono sinagoghe. Diversi furono i morti e i feriti. La strage provocò forti danni all’economia tedesca, per i quali dovettero risarcire gli stessi ebrei. Furono poi espropriati delle loro aziende e delle loro banche, che vennero cedute ai cittadini ariani. Dopo aver smantellato ogni partito, e demolito ogni forma di associazione comunista o socialdemocratica, il partito nazista si impegnò a combattere un altro contro-­‐potere, che si rivelava altrettanto pericoloso, quello cattolico. Hitler si servì dell’appoggio della chiesa luterana, anticattolica e da sempre simpatizzante per il Führer. Riorganizzò la Chiesa Luterana, che tra l’altro, non aveva mai avuto una gerarchia e struttura ben definita e salda. La 36 proclamò Chiesa del Reich, e con una serie di riforme fu anch’essa nazificata. I cattolici vennero fortemente perseguitati dalle autorità naziste, molti beni vennero confiscati alla comunità ecclesiastica tedesca e consegnati allo stato. La Chiesa si trovò quindi costretta a stringere degli accordi con il cancelliere tedesco, secondo i quali essa cessava di mostrare opposizione al nuovo regime, mentre Hitler avrebbe tollerato la professione del cattolicesimo accanto a quella del luteranesimo. Ma la grande nazificazione della Germania avvenne sul piano sociale. I cittadini vennero letteralmente omologati al sistema. Hitler istituì delle associazioni per i giovani, il futuro del suo Reich millenario, come la Gioventù Hitleriana e la Lega delle Fanciulle Tedesche. Organizzavano eventi, raduni, campi estivi, attività sportive, in cui venivano indottrinati al nazismo. Nel caso dei ragazzi il sistema puntava ad educarli alla prestanza fisica, considerata molto più importante della preparazione culturale. Nel secondo caso le fanciulle venivano indottrinate al ruolo materno nella famiglia tedesca, con relative attività domestiche e omologazione estetica tradizionale e austera. L’ipnosi nazista travolse i giovani anche a livello scolastico. Numerosi libri proibiti, di stampo comunista o semita, vennero bruciati. Gli allievi usarono nuovi libri che parlavano della vita di Hitler, di come fossero vili gli ebrei, e molto altro ancora. La ginnastica divenne l’attività principale, e vennero nettamente ridotte le ore di religione, i contenuti di storia riguardanti altri paesi, e quasi abolita la letteratura, per la sua libertà di pensiero e per i numerosi autori ebrei. 37 Per superare gli esami era fondamentale saper esporre le teorie scientifiche e biologiche sulla razza ariana, su quella ebrea e quella slava. In seguito al Decreto contro il Sovraffollamento delle Scuole Tedesche il numero di bambini e ragazzi non ariani non doveva superare l’1,5%. Le SS assunsero anche il ruolo di veri e propri soldati armati, come quelli dell’esercito tradizionale, con il ramo speciale delle Waffen-­‐SS. Venivano addestrate in speciali accademie L’anziano presidente Hindenburg morì, e l’Esercito, in seguito a precedenti collaborazioni con Hitler, prestò spontaneamente giuramento al suo Führer. Da quel momento Hitler esercitò pieno potere sull’esercito, e assunse, oltre al ruolo di cancelliere, anche quello di Presidente del Reich. Ma l’esercito non gradiva essere affiancato, nel suo ruolo dalle indisciplinate e irrequiete SA. Hitler esaudì tale richiesta, e ordinò alle SS di giustiziare i capi delle SA. Il massacro rimase noto come la Notte dei Lunghi Coltelli, in seguito alla quale le SA si estinsero lentamente. Tuttavia le SS assunsero il ruolo di contrappeso con l’esercito, come le precedenti SA, ma erano più composte e disciplinate, essendo state reclutate direttamente da Hitler, e provenendo da ceti sociali più elevati. Questo processo di omologazione totale della popolazione veniva poi completato con il continuo lavoro di Goebbels, incaricato da Hitler Ministro della Propaganda del Reich. Oltre ad creare un potente sistema propagandistico con la radio e il cinema, fondò un’unica agenzia di stampa, che inglobò quelle già precedenti. Proibì ogni tipo di film sgradito, e promosse la realizzazione di film esplicitamente antisemiti. 38 8.1 La Seconda Guerra Mondiale Con le varie riforme militari del governo nazista, nelle altre potenze, come Francia, Inghilterra, e Stati Uniti, si inizia a temere la nuova potenza tedesca, il cui esercito è di nuovo il primo in Europa, in considerazione anche dei piani di Hitler, enunciati nella sua propaganda, e delle esperienze passate con la Germania. Tra le mire espansionistiche naziste rientravano i territori non appartenenti alla Germania, abitati però da popolazione di razza ariana, come l’Austria e la regione dei Sudeti della Cecoslovacchia. Nel 1938 erano già iniziate delle trattative tra Hitler e il cancelliere austriaco Schnuschnigg, che si vide costretto ad introdurre nel governo membri del partito filonazista austriaco. Schnuschnigg però era intenzionato a mantenere l’indipendenza del suo paese, e lo ribadì in un plebiscito da lui istituito. Hitler a questo punto mobilitò le sue truppe, che dalla Baviera entrarono in Austria e la occuparono, mentre il Reichsfuhrer aveva costretto il cancelliere austriaco alle dimissioni. Dopo l’invasione militare, dichiarò l’Austria come territorio integralmente annesso al Reich, la folla lo acclamò. Se da un lato era riuscito ad annettere alla Germania un altro territorio etnicamente germanico, dall’altro aveva avuto una sorta di ripicca verso quel paese che da giovane lo aveva umiliato. Spostò poi il suo mirino verso il territorio cecoslovacco dei Sudeti. Hitler ordinò al capo del partito nazista locale di fare richieste sempre più crescenti al governo, a tal punto da far scatenare un conflitto. Nel 39 frattempo la Cecoslovacchia mobilitò le sue truppe al confine temendo un’invasione tedesca, ma fu un falso allarme. Per evitare lo scoppio di una guerra l’Inghilterra indisse un’assemblea a Monaco, in cui le potenze europee accettarono poi le pretese di Hitler, con conseguente annessione del territorio in questione alla Germania. Nel 1939 la Germania firmò il Patto d’Acciaio con l’Italia, finalmente Hitler, che da tempo ammirava Mussolini e ne prendeva spesso esempio, strinse un’alleanza con l’Italia fascista. Secondo le regole del trattato, se una delle due potenze entrava in guerra, sia per aggressione sia per difesa, l’altra sarebbe intervenuta al suo fianco. Nello stesso anno la Germania firmò il Patto Molotov-­‐Ribbentrop con l’Unione Sovietica, che venne incontro ai timori e agli interessi di entrambi. Stalin poté assicurarsi che Hitler non avesse mire espansionistiche verso l’Est sovietico, mentre Hitler non voleva avere problemi a Est, con un eventuale interferenza sovietica, nel caso avesse combattuto ad ovest. Si spartirono poi i territori della Polonia e delle Repubbliche Baltiche. In vista della minacciosa politica aggressiva di Hitler la Polonia si alleò subito con Francia e Inghilterra, le quali, temendo sempre di più la potenza militare e l’insaziabilità della Germania nazista, acconsentirono al patto. A questo punto Hitler diede avvio alla sua politica coloniale europea, attaccò il paese a cui di più aveva sempre ambito, la Polonia. Utilizzò la tattica del Blitzkrieg (guerra lampo) che prevedeva una breve guerra molto rapida, efficace, ben organizzata, tramite la combinazione di tecnologie belliche, terrestri e aeree, e specifiche mosse tattiche, senza dare tempo né possibilità 40 all’avversario di reagire. La Polonia fu schiacciata dall’efficienza teutonica, e il resto del mondo ne rimase impressionato. Venne da sé che l’Inghilterra e la Francia dichiararono guerra alla Germania, mentre l’URSS, come da accordo nel trattato nazi-­‐sovietico, invase la Polonia orientale. Da quel momento la giovane Repubblica di Polonia cessò di esistere. Nel 1940 l’Italia entrò al fianco della Germania, solo dopo aver visto i suoi successi militari e la sua schiacciante potenza. La Germania preparò la sua aggressione in Occidente, iniziando con Danimarca e Norvegia. Non ebbe problemi a spazzare via le truppe nemiche in pochissimi giorni, a tal punto che le truppe anglo-­‐francesi non ebbero nemmeno il tempo di intervenire. Poi proseguì la sua infrenabile guerra espansionistica, dividendo le truppe in due blocchi: il primo avrebbe attaccati i Paesi Bassi e il Belgio, mentre il secondo avrebbe attaccato la Francia in un punto strategico. Il Belgio e i Paesi Bassi furono immediatamente sconfitti, la resistenza del Belgio durò solo poche settimane. Stessa sorte toccò al Lussemburgo. La Francia venne colta alla sprovvista, avendo inviato le sue maggiori forze in ausilio al Belgio, così venne anch’essa facilmente sconfitta dalle truppe tedesche, che conquistarono i territori settentrionali. La parte meridionale della Francia riuscì a salvarsi dalla totale occupazione tedesca instaurando un governo indipendente filonazista, che soddisfaceva le esigenze della Germania. Hitler cercò poi di avviare delle trattative con l’Inghilterra. Aveva sempre nutrito una leggera simpatia per gli inglesi, essendo anch’essi nordici, ed essendo un potenziale nemico assai forte militarmente. Ma il presidente 41 britannico Churchill si rifiutò fermamente di collaborare con il Führer. Questi quindi preparò il suo attacco all’isola per via aerea. Gli attacchi furono violentissimi, gli aerei bombardarono diverse città, uccidendo anche migliaia di civili. Ma l’aviazione inglese disponeva di una forte efficienza e una buona tecnologia, e riuscì a resistere all’attacco tedesco, le perdite di aeree dei tedeschi furono elevate. Hitler quindi ritirò le sue truppe. Dopo un periodo di assoluto dominio, i tedeschi erano stati battuti. Durante quella battaglia il Giappone firmò un trattato con Italia e Germania, ognuno dei tre stati voleva assicurarsi un dominio nella sua rispettiva area continentale. Nel 1941 la Germania invase ed occupò la Grecia, che stava resistendo all’esercito italiano. Stessa sorte toccò alla Jugoslavia, per timore di sbarchi inglesi e perché in seguito al colpo di stato all’interno del paese, l’Inghilterra stava arrivando in loro soccorso. In quegli anni nacquero delle discordie tra Germania e Unione Sovietica riguardo la spartizione di alcuni territori rumeni e balcanici, che inasprirono il Führer. Il Patto Molotov-­‐Ribbentrop era stato in realtà solo un pretesto da parte dei nazisti per assicurarsi una non interferenza russa durante la loro espansione in Polonia e in Occidente. Inoltre la Germania aveva bisogno di rifornimenti, di materie prime e di manodopera, sia per carenze all’interno del Reich, sia per proseguire la guerra in vista di un futuribile intervento anglo-­‐americano. Fu così che in quell’anno la Germania mise in atto l’Operazione Barbarossa, già progettata da tempo, il piano per invadere la Russia, la più grande operazione militare terrestre della storia dell’umanità. 42 L’obiettivo era l’espansione coloniale tedesca e l’inginocchiamento della popolazione slava, razza inferiore, da ridurre in schiavitù e sfruttare nelle immense campagne ricche di materie prime. Abbattendo Mosca poi la Germania avrebbe posto fine per sempre all’élite giudaico-­‐bolscevica. La guerra fu quindi concepita come una guerra di annientamento di massa. Secondo le prospettive di Hitler l’efficienza bellica russa era assai scarsa, così come la preparazione dell’esercito. Questo bastò per convincerlo che la guerra sul fronte russo sarebbe durata 4-­‐6 settimane. L’esercito tedesco venne diviso in tre gruppi: uno diretto a Nord, con obiettivo Leningrado, il più concentrato e offensivo diretto a Mosca, e uno diretto a Sud con obiettivo Kiev. La guerra fu essenzialmente un bilancio tra l’enorme quantità numerica ma spesso poco addestrata di soldati, carrarmati e aerei russi, contro un numero più contenuto ma altamente efficiente ed organizzato delle truppe tedesche. L’avanzata tedesca però si protrasse per mesi, l’esercito tedesco marciava lungo le enormi e sterminate campagne russe, e il maltempo trasformava i terreni delle campagne in fanghiglia, bloccando soprattutto i carrarmati. Le truppe al Nord, dopo una lunga avanzata, arrivarono, esauste e decimate, a Leningrado, dove la resistenza sovietica bloccava l’assedio totale. Le truppe verso Mosca affrontarono una decisa controffensiva sovietica, e dopo svariate centinaia di kilometri alcune di loro a stento riuscirono ad arrivare nei sobborghi Mosca, dove l’esercito di Stalin li tenne bloccati. Le perdite di soldati e mezzi di trasporto dell’Armata Rossa però furono assai alte, tuttavia Stalin intervenne 43 prontamente con un notevole riarmo. Le truppe a Sud arrivarono a Kiev, e poi in Crimea, conquistando zone ricche di petrolio, come desiderato da Hitler. Ma furono costrette, esauste, a fermarsi lì. Nel corso di questa guerra Hitler aveva licenziato tutti quei generali che inizialmente lo avevano reso vittorioso contro la Francia. Le truppe tedesche furono poi costrette a intervenire sul fronte africano, in aiuto agli italiani, che stavano combattendo una guerra coloniale contro gli inglesi. L’Italia perse l’Etiopia, la Somalia britannica, strappata dagli italiani l’anno prima, ma non la Libia, dove l’Inghilterra subì una sconfitta dalle truppe naziste. Gli Stati Uniti di Roosevelt e l’Inghilterra di Churchill firmarono la Carta Atlantica, con la quale gli americani si impegnavano ad entrare in guerra al fianco degli inglesi tramite un massiccio finanziamento. Il Giappone attaccò e distrusse la flotta statunitense nella loro base militare a Pearl Harbour, stava iniziando la sua guerra per il dominio nel Pacifico, riportando altre analoghe vittorie. L’indomani gli Stati Uniti dichiararono guerra al Giappone, e da qui l’entrata in guerra contro Italia e Germania, e la dichiarazione di guerra inglese contro il Giappone. Il 1942 fu l’anno che iniziò a capovolgere le sorti della guerra. Mentre la nuova Mitteleuropa nazista manteneva il suo dominio, Hitler non volle arrestare l’avanzata verso la Russia. Le truppe riuscirono a 44 conquistare tutta la Crimea e a penetrare nel Caucaso, conquistando regioni ricche di petrolio. Ma Hitler voleva annientare lo stato sovietico, e dopo aver fallito l’assedio di Mosca direzionò le sue truppe verso Stalingrado. Anche qui le truppe arrivarono in quantità fortemente ridotta, a causa del tragitto lunghissimo e tortuoso, che anche qui fece impantanare moltissimi carri, ostacolato dalla forte resistenza sovietica. Le piccole unità rimaste di accinsero nei pressi della città, dividendosi anche qui in due blocchi, creando un attacco a tenaglia, da Nord e Sud. Una volta penetrati nei sobborghi subirono il poderoso contrattacco dei sovietici, che avevano seguito la loro duplice mossa, creando anche loro una morsa, dopo aver già annientato senza alcuna difficoltà le deboli truppe degli alleati rumeni e italiani. Le perdite furono elevate, i mezzi ormai scarseggiavano, e le truppe tedesche furono costrette alla resa. In questo stesso anno finalmente anche la Russia decise di allearsi con le truppe anglo-­‐americane per una schiacciante sconfitta contro il nemico nazista che avevano in comune. Il Giappone estese il suo dominio asiatico sul Pacifico con numerose vittorie, ma la reazione degli americani si dimostrò efficace, bloccando l’avanzata giapponese nel Mar dei Coralli. In Africa le truppe nazi-­‐fasciste furono distrutte da quelle inglesi tra Libia ed Egitto. Stessa disfatta fu riportata anche in Marocco e Algeria contro i francesi, dopo lo sbarco degli americani. Nel 1943 Hitler tentò un ultimo tentativo di conquistare la Russia inviando delle truppe verso Kharkov, Stalin ordinò prontamente un nuovo 45 intenso riarmo, che determinò ancora una volta la superiorità numerica sovietica. L’avanzata tedesca procedette a rilento, con alte perdite di uomini e carrarmati. Nei mesi successivi si aprì una serie di violente e sanguinose battaglie, dove migliaia di carrarmati e aerei, lungo le tappe della tortuosa avanzata tedesca, fecero terra bruciata in un accanito scontro di annientamento. Hitler dovette poi inviare delle truppe in Italia, inoltre la guerra in Russia aveva solo falcidiato il suo esercito e distrutto carrarmati e aerei, l’iniziativa russa venne abbandonata. Le truppe anglo-­‐americane proseguono la loro campagna in Africa, portando alla resa i nazi-­‐fascisti. Gli americani sbarcarono poi in Sicilia. Da questo momento l’Italia si fratturò in due. A nord venne fondata la Repubblica Sociale italiana da Mussolini, che era stato espulso dal governo, arrestato e poi liberato dai tedeschi, continuando a lottare a fianco della Germania, mentre a Sud il nuovo governo del re è costretto all’armistizio dagli americani, ciò provocò sanguinose stragi o deportazioni dei soldati italiani dai tedeschi. I nazisti occuparono Roma, mentre gli americani salivano verso Napoli. Russia Inghilterra e Stati Uniti accordano un metodo a tenaglia per annientare la Germania e porre fine alla guerra, preparando un doppio attacco da nord e da est. Nel 1944 le truppe americane sbarcate ad Anzio proseguirono la loro avanzata, sconfiggendo le linee tedesche, liberando Roma, ma dovettero arrestarsi fra Firenze e Livorno di fronte alla linea gotica, una linea difensiva tedesca. 46 Le truppe sovietiche riuscirono ad annientare le ultime truppe tedesche rimaste, aprendosi la strada verso Berlino, e occupando i territori dell’est precedentemente del Reich. Arrivarono in Polonia. In Francia le truppe anglo-­‐americane sbarcarono in Normandia con una serie impressionante di bombardamenti e lanci paracadutisti, ma solo dopo due mesi sfondarono la linea difensiva tedesca disposta in vista dell’imminente arrivo. Liberarono gran parte della Francia, e arrivarono ad Aquisgrana. Nel corso di pochi mesi i tedeschi furono sconfitti anche negli altri territori occidentali, che vennero liberati. I tedeschi sferrarono un ultimo colpo decisivo, in cui gli anglo-­‐
americani riuscirono, malgrado difficoltà, a resistere. Date le continue perdite della Germania, alcuni dei suoi alleati, come Romania e Bulgaria, si schierarono contro il Reich. Ora la Germania era quasi tornata ai suoi confini prima della guerra, gli era rimasta solo l’Austria, il territorio dei Sudeti e la Polonia occupata. Il 1945 segnò la fine del conflitto. Le truppe sovietiche e anglo-­‐americane penetrarono e invasero totalmente la Germania, da vari punti. Bombardarono senza scrupoli diverse città, radendole quasi al suolo, anche per fronteggiare la resistenza tedesca. Svariate migliaia di civili tedeschi morirono. In quegli estenuanti giorni per Hitler, egli tentò in tutti i modi, dal bunker nel quale si era rifugiato, di riparare almeno in parte i disastri sempre più imminenti, imponendo la leva obbligatoria ai 15 anni di età. Ovviamente 47 non ne ricavò nulla se non la morte prematura di migliaia di giovani. Mentre le truppe alleate avanzavano sempre di più in Germania, dichiarò quindi che nulla era più rimasto da fare, che il popolo tedesco, non essendo stato in grado di affrontare il nemico ad Est, nonostante le sue buone direttive, meritava, suo malgrado, quella sorte, e il 30 aprile si suicidò nel suo bunker. Quando l’Armata Rossa arrivò a Berlino, dopo che bagni di sangue già scorrevano sul suolo tedesco, il suo successore Karl Doenitz firmò la resa della Germania. In Italia gli americani sfondarono la linea gotica e constrinsero alla resa, anche qui, le truppe nazifasciste. Mussolini venne fucilato dai partigiani. Gli americani bloccarono l’avanzata giapponese strappandogli gran parte delle sue nuove conquiste. Anche in Giappone i bombardamenti furono spietati, il culmine venne raggiunto dal successore di Roosevelt, Truman, che con una bomba atomica su Hiroshima, e un’altra su Nagasaki, nonostante il Giappone fosse già allo stremo, uccise un numero enorme di civili, anche a causa delle nubi tossiche. Il Giappone firmò la sua resa. 9.1 La Soluzione Finale della Questione Ebraica Fin dall’ascesa al potere, Hitler e i suoi collaboratori parlarono di una “Soluzione” per la “Questione Ebraica”. Il problema degli ebrei all’interno 48 della Germania, e poi del suo futuro vasto impero, era quindi un problema concreto per il Führer, la cui preoccupazione d’altronde era già stata resa nota molto prima del suo cancellierato. In seguito alle Leggi di Norimberga migliaia di ebrei fuggirono all’estero per l’annichilimento sociale in cui erano costretti a vivere. Successivamente il governo attuò progetti di emigrazione forzata degli ebrei dalla Germania. Nel corso dei primi anni del cancellierato di Hitler la Germania venne evacuata da diverse migliaia di ebrei. Altri progetti con altre mete di immigrazione poi si susseguirono, ma presentarono troppe difficoltà di vario tipo. Con la progressiva espansione del Reich il numero di ebrei aumentò in maniera esponenziale, e il governo capì che bisognava prendere direzioni del tutto diverse. Si pensò ad una zona nel Governatorato Generale, territorio polacco occupato ma non annesso, la Riserva Ebraica, che avrebbe ospitato tutti gli ebrei del Reich e polacchi, in modo da isolarli dal resto della popolazione e controllarli, anche in vista di una soluzione futura. Vennero quindi costruiti dei ghetti nelle principali città della zona, in cui molti ebrei vennero insediati forzatamente. Divennero presto sovraffollati, le condizioni di vita erano dure, con carenze alimentari, mediche, e si sviluppò la microcriminalità. Il trasporto fu ricco di problemi organizzativi ed economici, e il capo del Governatorato si oppose fortemente a questo arrivo continuo e massiccio di ebrei, avendone già molti prima delle deportazioni. Il progetto venne così abbandonato, mentre Hitler premeva sempre di più per una soluzione definitiva. Con l’invasione dei territori sovietici il numero di ebrei aumentava 49 a dismisura. Da qui la soluzione per la questione ebraica assunse una prospettiva radicalmente diversa. Le SS crearono una speciale divisione, gli Einsatzgruppen, che dovevano seguire le truppe tedesche durante l’avanzata in oriente, incaricati di uccidere massivamente tutti gli ebrei e comunisti che incontravano durante il cammino, e di sfruttare i sentimenti nazionalistici e antisemiti locali per coinvolgere la popolazione. Vennero inviate nei paesi baltici, in Ucraina e in Bielorussia. Gli Einsatzgruppen si scatenarono con degli omicidi di massa incontrollati. Alcuni reparti, soprattutto nelle città, giustiziavano le loro vittime pubblicamente, altri, nelle campagne, trascinavano le vittime, denudate, nei boschi, per poi fargli scavare una grande fossa, farli distendere all’interno e fucilarli. Centinaia di migliaia di vittime finirono sotto la spietata brutalità degli Einsatzgruppen, di rilievo fu anche il contributo dei nazionalisti locali. I ghetti delle città appena conquistate vennero incendiati o fatti esplodere, i superstiti poi, come nelle campagne, dovevano scavare una grande fossa per poi esservi fucilati all’interno. Nello stesso periodo i nazisti usarono, oltre alle armi da fuoco, anche degli autocarri muniti di camera a gas. Nel frattempo, fra gli alti comandi del partito, e dei vari reparti delle SS aveva già iniziato a trapelare un’idea di re-­‐insediamento degli ebrei verso l’Est. Nello stesso anno, 1941, le pressioni verso una definitiva soluzione finale della questione ebraica furono sempre più frequenti. 50 Nel frattempo continuarono le deportazioni di ebrei tedeschi, austriaci, e della Cecoslovacchia occupata verso i ghetti dell’Est. La definitiva Soluzione Finale fu schematizzata nella Conferenza di Wannsee del 1942, presso la villa di Adolf Eichmann, membro delle SS, esperto degli affari ebraici, e fu tenuta dal comandante della SD (reparto SS simile alla Gestapo) Reinhard Heydrich. I suoi progetti consistevano nella deportazione di tutti gli ebrei d’Europa in campi di lavoro coatto, in cui i più utili avrebbero lavorato fino alla morte, mentre i non adatti al lavoro sarebbero stati immediatamente eliminati. Ribadì il vasto potere che avrebbero avuto le SS. Alcuni mesi dopo combinarono il precedente metodo di esecuzione di massa delle Einsatzgruppen con il nuovo progetto. Vennero aperti nuovi campi di internamento nelle zone dell’Est, in territori scarsamente popolati, in modo che nessuno vedesse, e iniziarono i primi convogli ferroviari di ebrei. Gradualmente vennero avviati ai campi tutti gli ebrei d’Europa, partendo da quelli dell’Est, per poi estendere gli arresti e le deportazioni al resto dei territori occupati. Gli ebrei venivano prelevati dalle loro case, o nei ghetti in cui erano stati insediati, per poi essere avviati in dei treni per trasporto di merci o bestiame nei campi. Il viaggio durava solitamente intere settimane, i vagoni erano pieni oltre il limite fisico disponibile. A causa delle condizioni malsane in cui viaggiavano, molti morivano durante il tragitto. Durante questi viaggi la Germania si avvalse della sua capillare rete ferroviaria che si estendeva lungo tutte le zone occupate, soprattutto ad Est. Una volta arrivati nei campi, venivano depredati dei loro averi, che venivano poi venduti o donati a cittadini ariani, la loro testa veniva rasata a zero, ed erano costretti a 51 indossare un’uniforme a strisce bianche e azzurre. Appena dopo l’arrivo venivano selezionati: i non adatti al lavoro finivano nelle camere a gas, costituite da finte docce dalle quali usciva del gas, mentre i più robusti e adatti al lavoro venivano avviati ai lavori forzati fino alla loro morte. Inizialmente utilizzarono il monossido di carbonio, ma lo Zyklon B risultò essere più immediato e letale. Molta manodopera fu sfruttata per l’industria tedesca, soprattutto bellica. Gli internati spesso morivano in poco tempo a causa delle dure condizioni di lavoro, di malattie, e malnutrizione. Le SS non avevano alcuna considerazione di loro in quanto persone, erano solo incaricati di farli lavorare, e poi avviarli alla morte. Le regole che vigevano nel campo erano estremamente ferree e rigide, bastava poco per ricevere punizioni corporali o essere giustiziati. Non mancarono poi abusi di potere e sadismo da parte delle SS. In altre parole, i nazisti avevano creato delle gigantesche industrie in cui gli ebrei lavoravano per il Reich e allo stesso tempo venivano eliminati. Ma in questo sterminio programmato non furono coinvolti solo gli ebrei, bensì tutti coloro che per motivi razziali, politici o comportamentali non erano integrabili nella società ariana. La società del nuovo Reich, secondo Hitler, doveva essere composta da cittadini di razza ariana, fedeli al nazismo e che si comportassero da ariani, ovvero che seguissero delle regole morali precise all’interno della società. Vennero quindi internate anche altre categorie di persone, ed ognuna di esse aveva un simbolo diverso sull’uniforme, e veniva trattata in maniera diversa. Tali raggruppamenti sociali erano: 52 ♦
dissidenti politici (comunisti, socialisti, partigiani,...), ♦
criminali comuni ♦
asociali (coloro che avevano comportamento anti-­‐sociale, ovvero che non contribuivano allo sviluppo della società e della nazione: vagabondi, prostitute, alcolizzati…) ♦
omosessuali (poiché dalla sessualità deviata, e poiché non procreavano altri ariani per la continuazione della razza) ♦
zingari, considerati fra le razze più impure e contaminate, senza una patria, e dal comportamento alquanto indisciplinato e anti-­‐sociale ♦
testimoni di Geova (rifiutavano di adorare il Fuhrer e di arruolarsi) ♦
apolidi (coloro senza cittadinanza) ♦
prigionieri di guerra ♦
malati mentali e fisici Hitler, e i fautori dello sterminio della Conferenza di Wannsee, consideravano l’eccidio come una missione storica, necessaria per la sopravvivenza del popolo tedesco. Nel 1944 le truppe russe scoprirono il primo campo, quello di Majdanek. In seguito a ciò e alla progressiva capitolazione dei tedeschi, Himmler (capo delle SS) ordinò la distruzione di Auschwitz, il più grande campo di internamento, e di smantellare via 53 discorrendo anche gli altri campi. I prigionieri sarebbero poi stati portati in Germania, i malati e i deboli furono uccisi sul posto. Ma i russi anticiparono la mossa arrivando ad Auschwitz e liberando il campo e parte dei prigionieri. Alcuni deportati venivano trasportati sui treni, altri dovevano muoversi a piedi per centinaia di kilometri, durante i quali molti morirono per le estenuanti condizioni. Alla fine della guerra tutti i campi furono liberati dalle truppe russe e anglo-­‐americane. 10.1 Le sorti della Germania sconfitta Già nel 1943 gli Stati Uniti, la Russia e l’Inghilterra, uniti dall’obiettivo comune di abbattere la Germania, iniziarono a pensare alle future sorti di questa, considerata pericolosa per l’equilibrio europeo e mondiale, e causa di entrambi i conflitti mondiali, e del resto del mondo. Si incontrarono a Jalta, dove iniziarono le prime trattative, che furono poi ultimate due anni dopo nella Conferenza di Potsdam. Stabilirono l’elevata cifra che la Germania doveva risarcire alle potenze vincitrici per le riparazioni di guerra, che avrebbe pagato tramite l’occupazione delle tre potenze, e della Francia, di 4 sfere d’influenza. Venne poi smilitarizzata e divisa quindi in quattro zone, dove ogni rispettivo paese 54 assunse il governo. Lo smembramento del territorio in 4 zone sarebbe stato temporaneo fino alla formazione di un nuovo governo. Istituirono il Consiglio di Controllo Alleato, in cui le 4 potenze si riunivano per discutere questioni riguardanti l’intera nazione. In seguito al riassetto politico dei confini della Germania, tutti i tedeschi residenti in zone ormai non più germaniche dovevano essere espulsi ed insediati in Germania. Milioni di profughi tedeschi affrontarono lunghissimi viaggi tortuosi, durante i quali oltre il 10% morì. Anche Berlino venne divisa in quattro zono d’occupazione, all’interno dell’area occupata dall’Unione Sovietica. A causa di esigenze economiche e commerciali, Stati Uniti e Inghilterra decisero di fondere le loro zone d’occupazione. Gli Stati Uniti volevano inoltre reintegrare la Germania nel mercato mondiale. La Francia inizialmente volle tenersi ben stretto il suo territorio, la regione Saar, ricca di giacimenti minerari, e voleva annetterla al suo paese. Solo poco più tardi anche la Francia unì la Saar ai territori degli alleati. La Germania era quindi divisa in due settori, uno occidentale, occupato dagli alleati, e uno orientale, occupato dall’URSS. Gli Stati Uniti progettarono il piano Marshall, per una ricostruzione economica della Germania distrutta dalla guerra, così da reintrodurla nel mercato estero, e prevedeva una serie di riforme capitaliste. All’URSS queste riforme non piacquero affatto, e si oppose al piano. La riforma non fu attuata sul lato orientale. 55 Iniziavano ad innescarsi una serie di contrasti fra le potenze dei due blocchi, che negli anni diedero vita a una crescente tensione non solo fra essi, ma fra i loro paesi satelliti, comprese le future nuove Germanie. Lentamente ognuno iniziò ad amministrare la sua sezione separatamente, e l’acuirsi dei problemi fra le potenze porterà ad una guerra mai combattuta militarmente, ma segnata dal terrore che potrebbe esserlo e combattuta politicamente, tramite provvedimenti, mosse e contromosse, spionaggio, pattugliamento. La questione tedesca su un suo nuovo assetto politico quindi passò in secondo piano. Nel blocco occidentale le tre potenze vararono poi una riforma monetaria, da cui ne scaturì un deflusso di moneta verso Est. Questo portò la sezione orientale all’inflazione, quindi anche lì venne attuata una riforma monetaria. Questo ovviamente non giovò ai rapporti già precari fra i due blocchi. I sovietici si ritirarono dal corpo governativo a 4 di Berlino ed effettuarono la prima offensiva agli alleati, il Blocco di Berlino. Sbarrarono tutte le vie terrestri da Berlino Ovest e Germania dell’Ovest, a cui gli alleati reagirono con il Ponte Aereo per Berlino, un continuo rifornimento via aria verso Berlino Ovest. Solo dopo 11 mesi i sovietici annullarono il blocco terrestre. Riaffiorarono molte aggregazioni politiche soppresse durante il nazismo. Le potenze occupanti autorizzarono l’aggregazione e la rinascita solo di alcuni partiti. 56 Situazione ad Ovest. Ad Ovest gli alleati consentirono la nascita del Partito Comunista, del Partito Socialdemocratico, dell’Unione Democristiana, dell’Unione Cristiano-­‐
Bavarese. Nacquero poi il Partito del Centro e il Partito Democratico Tedesco. In seguito all’inasprimento dei rapporti alleati con i sovietici, incentivarono la nascita di uno stato nel loro territorio, che fosse il più possibile vicino alle potenze alleate. Incaricarono quindi i presidenti locali di scrivere una costituzione. Venne chiamata Legge Fondamentale, per sottolinearne il carattere provvisorio, e venne approvata dalle autorità alleate. Nel 1949 nasceva la Repubblica Federale Tedesca, con potere fortemente centralizzato sul parlamento, che aveva il compito però di eleggere un cancelliere. Il Presidente aveva un ruolo poco più che simbolico. Il primo governo eletto fu quello di Konrad Adenauer, dell’Unione Democristiana. Per quasi tutta la sua esistenza, la Repubblica sarà essenzialmente governata da questa fazione politica. Formato un nuovo stato, liberale, democratico, vicino alle loro esigenze, gli alleati cedettero la loro sovranità alla RFT, mantenendo però alcuni poteri nel suo governo, lasciando le loro truppe all’interno del territorio, e vietando il riarmo del nuovo paese. La RFT intraprese numerose collaborazioni e associazioni con gli altri paesi occidentali, fra cui l’adesione al Patto Atlantico, dal quale nacque la NATO, un’alleanza militare difensiva in un eventuale guerra con i rivali sovietici. In seguito poi alla Guerra di Corea, la RFT poté entrare nell’Unione Europea Occidentale. Fu consentito il riarmo, ma il suo esercito era in comune con quello degli altri membri, che limitavano anche le sue 57 dimensioni. La Germania dell’Ovest mantenne un economia liberista e capitalista, era ricca di risorse minerarie, le sue industrie molto sviluppate. La capitale era Bonn. Il governo considerava tedeschi i cittadini di tutto il suolo tedesco, senza applicare distinzione fra Est e Ovest. Situazione ad Est. Le autorità sovietiche incentivarono la rinascita del Partito Comunista e del Partito Socialdemocratico. Si sviluppò anche il Centro, e altre fazioni cattoliche e liberali. Tutti i partiti erano comunque a favore di una Germania giusta sul piano sociale e dei diritti. Nacque poi il Partito dei Contadini Tedeschi, l’Unione Cristiano-­‐Democratica, il Partito Liberal-­‐Democratico, e il Partito Nazionaldemocratico, costituito dai ceti medi nazionalisti e conservatori, di cui molti ex membri del Partito Nazionalsocialista ed ex ufficiali della Wehrmacht che non subirono nessuna accusa. In reazione alla neonata RFT anche i cittadini dell’Est, e il governo sovietico, vollero creare un loro stato. Il governo sovietico forzò il Partito Comunista a unirsi al Partito Socialdemocratico, e nacque così il Partito Unificato Socialista (SED). Nel 1946 vi furono delle elezioni per la ricostituzione dei Laender, e la SED si rivelò leader indiscusso. Si insediò il Consiglio Popolare, incaricato di scrivere una costituzione sotto la direzione sovietica. Nel 1949 venne proclamata la Repubblica Democratica Tedesca. Le elezioni vennero controllate e gestite dalla SED, che vinse nuovamente. 58 L’URSS riconobbe la Repubblica Democratica Tedesca, cedendole la sua sovranità, ma lasciando le truppe sovietiche stanziate nel territorio. Anche qui inoltre non fu consentito un riarmo del paese. Come prevenzione alla NATO, la RDT e le altre nazioni orientali aderirono al Patto di Varsavia, che sanciva l’unità difensiva in caso di un attacco da Occidente, dati i rapporti sempre più aspri tra le potenze orientali e quelle occidentali. La nuova Repubblica si rivelò essenzialmente uno stato monopartitico, centralizzato e socialista. La SED detenne il potere per tutta l’esistenza del paese. Essa dominava la scena politica, il governo, nonostante fosse affiancata, nei ruoli amministrativi, anche dagli altri partiti. Tutti insieme formarono il Fronte Nazionale, guidato dalla SED. Gli altri partiti ebbero il compito di radunare le classi borghesi e contadini attorno al progetto politico operaio della SED. I Laender vennero aboliti e sostituiti da Bezirke, dipendenti dal potere centrale. Il ramo dell’agricoltura e dell’industria ebbero un notevole sviluppo, così come il sistema dei trasporti. La RDT si rivelò essere il paese socialista più ricco e industrializzato. Il diritto e il dovere di lavoro era sancito per legge, lo stato provvedeva a creare posti di lavoro per la popolazione, il salario era piuttosto uguale per tutti i lavoratori, le differenze tra lavoratori di diverse professioni erano minime. Il sistema scolastico e sanitario era gratuito per tutti, e in molti casi, a seconda del contesto, alcune famiglie potevano godere di sussidi statali. Gli affitti degli appartamenti erano molto economici, accessibili a chiunque. Tuttavia l’intero sistema presentava delle incrinature. Gli appartamenti spesso avevano bagni e docce 59 in comune nello stesso piano, e in generale il tenore di vita dei cittadini era molto e il debito con l’URSS per le riparazioni di guerra e per la ricostruzione era assai più elevato, rispetto ai tedeschi occidentali. Alla fine degli anni 60 lo stato cercò di porre rimedio, ma non seppe modernizzare l’economia alle reali esigenze dei cittadini, e ci fu una forte crisi dei beni di consumo e delle industrie. A differenza della RFT, la RDT creò una propria cittadinanza, quella tedesco-­‐orientale. Di conseguenza anche i tedeschi dell’ovest erano stranieri, e chiunque entrasse nel paese aveva bisogno di un visto di transito. Il controllo dello stato sulla popolazione era molto rigido. Nonostante la costituzione contenesse principi di libertà di parola, di stampa e di qualsiasi espressione, questi dovevano essere esaminati dallo stato. Il nuovo codice penale comprendeva una serie di leggi che puniva chiunque svolgesse propaganda anti-­‐stato, dalla letteratura, al cinema, dalla radio alla televisione, dalla musica all’arte, ecc…Quindi non erano ammessi libri, filmati, canzoni, ecc…che mostrassero come lo stile di vita all’Ovest fosse migliore, che criticavano il sistema socialista o che mostravano il desiderio di migliorarlo, e le sentenze venivano inflitte anche a chi distribuisse qualsiasi tipo di materiale proveniente dall’ovest, o chi diffondesse ad ovest informazioni sulla RDT. I giornalisti dovevano essere approvati e assunti dal governo. Il tutto veniva giustificato con la protezione del comunismo, gli interessi nazionali, e ogni contenuto, o ogni azione, che rientrava negli elementi sopra citati veniva definito come simpatizzante al fascismo, o 60 pericolo per lo stato. Le condanne potevano essere una multa, l’arresto, la detenzione domiciliare, o l’esilio in altri paesi del Patto di Varsavia. La fuga di massa dal socialismo: la divisione delle due Germanie. Sin dai primi anni della loro nascita, a causa del netto divario economico e sociale fra le due repubbliche tedesche, si manifestò un costante flusso migratorio di massa da Est a Ovest. Una repubblica socialista come la RDT, basata essenzialmente sul lavoro di massa della popolazione, stava perdendo sempre più professionisti e buoni lavoratori. Il confine tra le due Germanie era già stato sigillato nel 1945 dalle potenze vincitrici, ed era costantemente pattugliato da militari della NATO e del Patto di Varsavia, anche a causa degli sviluppi negativi dei loro rapporti. Ma in seguito alla fuga di massa dei tedesco-­‐orientali, la DDR nei primi anni 50 vietò definitivamente l’espatrio e fortificò il confine attraverso un rafforzamento militare, campi minati, torri di controllo, introdusse il reato di Fuga dalla Repubblica nel codice penale. L’espatrio era consentito solo verso paesi membri del Patto di Varsavia. La giustificazione di tale regime era la protezione dello stato da spie ed eversori e da eventuali attacchi dall’Occidente. La pena era l’arresto e, se necessario, la fucilazione sul posto del reato. Fino alla sua destituzione, migliaia di vittime morirono nel tentativo di fuga, di qualsiasi età, mentre in altri casi vi furono tentativi di fuga con esito positivo. I cittadini di entrambe le frontiere furono costrette ad un regime di vita assai ferreo e condizioni dure, soprattutto nel lato Est, che generarono degrado economico e sociale. 61 L’intero confine venne totalmente disboscato, e le case in prossimità della linea abbattute, creando la Zona Vietata. I cittadini lavoravano in orari del giorno stabiliti, costantemente sotto controllo dei militari, la notte vigeva il coprifuoco, e la loro libertà di movimento era assai limitata. Berlino Mentre il resto della Germania, formalmente, non era più occupata, l’occupazione di Berlino rimase comunemente condivisa dalle 4 potenze, e serviva un comune accordo di tutti e 4 per abbandonare l’occupazione. Ma in seguito all’inasprirsi dei rapporti fra la potenza capitalista e quella comunista, quest’ultima dichiarò Berlino Est occupata dai sovietici. Gli alleati non accettarono tale presa di posizione, e continuarono a pattugliare il lato Est della città, stessa cosa fecero i sovietici con il lato Ovest. Secondo gli alleati e i tedeschi occidentali Berlino Ovest era parte integrante della RFT, un ulteriore stato federale, sotto parziale giurisdizione degli alleati, mentre secondo gli orientali e i sovietici era semplicemente una terza entità statale. Stessa cosa valse per Berlino Est. Viaggiare da Berlino Ovest al resto della Germania dell’Ovest, essendo circondata dal territorio socialista, divenne pertanto assai difficile, in molti casi vietato. Per i tedeschi orientali la cittadinanza di un berlinese dell’Ovest come tedesco occidentale non era valida. Dopo la fortificazione del confine, molti tedeschi orientali cercavano comunque di scappare verso Ovest tramite Berlino, in cui il confine non era 62 ancora stato fortificato. Inoltre la maggior parte degli episodi di fuga si manifestò a Berlino, dove i rapporti stroncati con le famiglie, con gli amici, con il lavoro, furono più frequenti. Così la Germania dell’Est nel 1961 fece costruire un’analoga fortificazione all’interno di Berlino, che separava il lato Est da Ovest, e chiudeva del tutto il lato Ovest isolandolo dal resto della Germania dell’Est. Nel corso degli anni venne poi ulteriormente fortificato e perfezionato, i rigidi metodi di controllo, con pattuglie militari, torri di guardia, campi minati, erano gli stessi usati nel confine nazionale. Si trattava di due muri paralleli, in mezzo alle quali scorreva la striscia della morte, ugualmente controllata con militari, mine, torri…Anche in questo caso il motivo apparente era una protezione antifascista da Occidente, stesse erano anche le regole di espatrio del confine DDR-­‐RDT. Per i media il Muro di Berlino divenne simbolo di tirannia, ancora oggi è fresco il ricordo dei tedeschi ex cittadini orientali (ma anche occidentali) delle condizioni di vita draconiane in cui dovevano vivere, del loro sguardo rivolto verso Ovest, dei rapporti con i loro cari stroncati da un muro, delle centinaia di vittime morte nel tentativo disperato di vivere nella Germania più ricca e libera. 63 11.1 La riunificazione della Germania Verso gli anni 70 si iniziò a intravedere un miglioramento nei rapporti tra le due Germanie, grazie al cancelliere occidentale Willy Brandt, che con una serie di trattative con le nazioni del Patto di Varsavia, inclusa Germania dell’Est, avviò la sua Ostpolitik (Ost = est, Politik = politica). Nel 1989 accadde qualcosa di inaspettato. In seguito alle direttive riformiste del leader sovietico Michail Gorbačëv , l’Ungheria aprì le frontiere verso l’Austria. Questo scatenò l’esodo di migliaia di tedeschi orientali che si diressero verso Ovest. All’annuncio che non era possibile ai cittadini non ungheresi attraversare il confine dall’Ungheria, i profughi manifestarono in massa davanti le ambasciate della RFT nelle capitali orientali. Quindi il governo consentì finalmente la migrazione verso Ovest, ma solo passando per il confine interno tedesco. Le manifestazioni di massa a questo punto travolsero l’intera Germania dell’Est, che rivendicava una democratizzazione dell’opprimente governo totalitario socialista. Il leader della SED si dimise, e il suo successore fu Ergon Krenz che concesse definitivamente ai tedeschi il libero accesso verso l’Ovest. Il flusso a senso unico fu ancora più intenso, e vennero accolti dai loro “connazionali” con gioia. Nelle settimane successive i cittadini spontaneamente iniziarono ad abbattere il muro. La SED e il Fronte Nazionale, in seguito alle dimissioni del cancelliere, della fuga di iscritti dal partito, e dal generale insuccesso, fu messa in crisi. Tuttavia sia il nuovo 64 governo orientale, sia i cittadini, volevano solo democratizzare il governo socialista, ma non abolirlo del tutto, né contemplavano una riunificazione. Ma la crisi economica nella RDT stava dilagando, soprattutto per la fuga dei lavoratori e professionisti, e per il trasferimento di capitali, da Est a Ovest. Il cancelliere occidentale Helmut Kohl, proseguendo la Ostpolitik, sollecitò entrambi i governi tedeschi ad un piano per un’unificazione monetaria. Il governo orientale Modrow propose a Gorbačëv un piano costituito da confederazione monetaria provvisoria, seguita da riunificazione, con la promessa di neutralità da NATO e dal Patto di Varsavia della nuova Germania. Il leader sovietico approvò. La Germania dell’Est adottò lo stesso marco della Germania dell’Ovest. Nel 1990 vi furono le prime ed ultime elezioni libere nella RDT, dove la SED aveva perso il suo monopolio politico, da cui emerse un governo con il compito di porre fine allo stato stesso. Il nuovo governo approvò le trattative per l’unificazione monetaria e sociale delle due Germanie. Nello stesso anno la Germania dell’Est negoziò le trattative con la Germania dell’Ovest, le potenze occidentali e l’Unione Sovietica per la riunificazione. Le 4 potenze cedettero i pieni diritti di sovranità alle due Germanie, compresa Berlino, la Germania doveva limitare secondo una cifra prestabilita le sue truppe, ed avrebbe rinunciato a qualsiasi arma nucleare, biologica e chimica. Sarebbe stata membro della NATO, a patto che le sue truppe non avrebbero messo piede nella vecchia Germania dell’Est. La Germania venne riunificata ufficialmente il 3 ottobre 1990, sotto il nome di 65 Repubblica Federale di Germania (Bundesrepublik Deutschland). Difatti si trattò, anziché di un’unificazione, dell’annessione dei 5 Laender orientali (fino a quel momento della RDT) alla RFT. La capitale era Berlino, le leggi e la costituzione rimasero le stesse dell’ex Germania dell’Ovest. Un mese più tardi vi furono le prime elezioni libere di tutta la Germania dopo il 1933, che videro come nuovo cancelliere Helmut Kohl. 66 II VERGANGENHEITSBEWÄLTIGUNG Il termine Vergangenheitsbewältigung può essere tradotto in italiano con “superamento del passato”, e si riferisce appunto a quel processo tramite il quale i tedeschi hanno elaborato l’esperienza nazista, implicando una serie di fattori come la loro reazione in seguito alla scoperta di quanto avvenuto durante quegli anni, lo sviluppo di domande personali e collettive riguardo come potesse essere successo, o lo sviluppo di un senso di colpa collettiva. È evidente che durante gli ultimi decenni c’è stato un impegno da parte della Germania nel riflettere sugli avvenimenti di cui lei stessa è stata responsabile, lo dimostrano per esempio i diversi nomi attribuiti allo stesso fenomeno, come Aufarbeitung (elaborazione) o Erinnerungskultur (cultura della memoria). La rielaborazione del passato ebbe luogo in Germania subito dopo la guerra, avviata dalle potenze occupanti, con lo scopo di denazificare l’intero paese, dalla popolazione alla struttura statale. Ognuna delle due Germanie lo elaborò in maniera diversa. 1.2 Dopoguerra ad Ovest Gli alleati rimossero l’intero apparato burocratico e amministrativo nazista, da cui furono espulsi tutti i funzionari ex membri del partito o seguaci nazisti. Dopo la liberazione dei campi di concentramento le truppe americane costrinsero gli abitanti tedeschi delle cittadine circostanti a recarsi nei campi, 67 per mostrare loro cosa avvenisse all’interno, e in alcuni casi, li costrinsero persino a riesumare i corpi delle vittime. Attraverso manifesti, riviste, filmati, in tutta la Germania dell’Ovest i governi alleati avviarono un’intensa propaganda antinazista, in cui denunciavano esplicitamente i crimini perpetrati durante il regime, e incolpavano il popolo tedesco come responsabile di tali avvenimenti. Lo scopo era quello di far crescere fra i tedeschi un senso di colpa collettivo. Diversi manifesti, appesi per le strade di tutte le città tedesche occidentali, raffiguravano le vicende avvenute nei campi ed erano accompagnate da frasi come “Tu sei colpevole di questo!” oppure “Queste atrocità sono colpa tua!” Diversi membri importanti del partito nazista, delle SS, e di autorità affini, coinvolti nel genocidio nazista, venne catturate e incriminate in una serie di processi che ebbero luogo a Norimberga. Il più noto è stato presieduto da un Tribunale Militare Internazionale, e vi parteciparono, oltre agli Stati Uniti, anche l’Inghilterra, la Francia e l’Unione Sovietica. Alcuni vennero arrestati, altri giustiziati. La reazione dei tedeschi alla scoperta dei campi fu lo shock. In base a quanto riportato durante alcune interviste degli Alleati ai civili tedeschi, alcuni non sapevano affatto dell’esistenza dei campi di concentramento. Altri ne erano a conoscenza, in alcuni casi perché conoscevano persone che vi erano state internate, ma credevano che le persone deportate sarebbero state reintegrate nella società, e che erano costrette ai lavori forzati, senza immaginare il reale scopo omicida. Altri ancora credevano che solo gli oppositori politici, o coloro sospettati di tramare contro lo stato, erano internati nei campi. Solo una piccola parte 68 della popolazione era veramente a conoscenza dei campi, delle persone che vi erano all’interno, e dei reali crimini perpetrati durante la loro esistenza. I fautori dello sterminio, in particolar modo i partecipanti della Conferenza di Wannsee, furono molto accurati nel tenere l’operazione in assoluta segretezza. Inoltre, durante le comunicazioni interne utilizzavano spesso eufemismi o termini molto vaghi rispetto a quello che realmente significavano, come “evacuazione” o “reinsediamento ad Est” o “lavorare all’Est per il Reich”. Per questo, nei casi in cui, nonostante l’assoluta segretezza del programma, era trapelata qualche voce tra la popolazione, la gente non aveva idea della reale consistenza di quel “reinsediamento”. I campi furono costruiti quasi tutti in Est Europa, di meno in Germania o in altri paesi sotto il controllo nazista, e in entrambi i casi erano molto lontani dai luoghi abitati. Tuttavia durante i primissimi anni del dopoguerra, nonostante la campagna di denazificazione e lo shock della popolazione, si preferì restare in silenzio. La gente non aveva voglia di ricordare, come se non volesse realmente affrontare la realtà, e diventare cosciente del suo ruolo in tali episodi. L’argomento divenne un tabu. In generale, i tedeschi occidentali condannavano le atrocità commesse dai nazisti, ma ne presero le distanze, non svilupparono un senso di colpa collettiva, ma cercarono un pretesto per giustificarsi. Il motivo per il quale i nazisti erano saliti al potere era secondo loro la debolezza della democrazia durante la Repubblica di Weimar. L’attenzione maggiore fu rivolta alle vittime tedesche della guerra, come persone rimaste invalide, o donne vedove, o i profughi cacciati dai 69 territori ex tedeschi. L’attenzione verso gli ebrei o altre categorie perseguitate fu pressoché minoritaria. Inoltre, con l’inizio della guerra fredda, gli Alleati abbandonarono la campagna di denazificazione, e fra i tedeschi, impegnati nella restaurazione del loro paese, la questione passò in secondo piano. Negli anni 50 però la neonata Germania dell’Ovest si caricò dell’eredità e della continuità del popolo tedesco, e si impegnò a pagare cospicue somme di denaro come riparazioni alle vittime ebree del nazismo, e ridare loro alcuni beni confiscati durante il regime. La maggior parte del denaro finì in Israele, mentre un’altra buona parte ad ebrei rimasti in Europa. Altre vittime, come oppositori politici, est europei, zingari, ecc… non ricevettero mai nessun indennizzo dalla Germania dell’Ovest. Ma alla fine del decennio fu eletto cancelliere Konrad Adenauer, che era intenzionato a fermare la campagna di denazificazione. Numerosi ex membri delle SS e altri ex funzionari nazisti sotto arresto furono rilasciati, e dichiarati reintegrati nella società. Molti di loro ottennero buoni lavori e un ottima posizione sociale. La prima vera svolta verso uno sviluppo collettivo di senso di colpa, o di riflessione si ebbe negli anni 60. In quel periodo ebbero luogo altri processi, come quello di Francoforte, in cui la maggior parte degli imputati, all’epoca della guerra, aveva prestato servizio nel tristemente noto campo di concentramento di Auschwitz, o il processo ad Adolf Eichmann, catturato in Argentina dai servizi segreti israeliani, processato in Israele e poi condannato a morte per impiccagione. Questi avvenimenti furono come un eco nelle 70 orecchie dei tedeschi, risvegliarono fra i giovani quei sentimenti che i loro genitori avevano cercato di ignorare nell’immediato dopoguerra. Era infatti la seconda generazione del vecchio Terzo Reich. Nacquero movimenti studenteschi e giovanili, che risollevarono la questione. Questi movimenti poi si ampliarono nel 1968, condannavano pubblicamente ogni tipo di atrocità commessa nella Germania nazista, e dichiaravano tutto il popolo tedesco responsabile di tali crimini. Chiedevano ai loro genitori come avessero fatto a permettere che tutto ciò avvenisse, senza reagire né prima né durante il periodo nazista, addirittura appoggiando le ideologie propugnate dal regime. Durante gli anni 70 e 80 questo fenomeno si ampliò ancora di più fra i cittadini tedeschi occidentali. Tutti oramai avevano risollevato la questione, dedicarono maggior attenzione alle vittime dei campi, e svilupparono un notevole senso di colpa collettiva. Numerose opere teatrali, film, libri, alcuni dei quali provenienti anche dall’estero, che narravano le vicende avvenute nei campi di concentramento ebbero un immediato successo. 2.2 Dopoguerra ad Est: Anche l’Unione Sovietica rimosse l’intero apparato burocratico e amministrativo nazista. Catturò poi migliaia di persone che erano legate al nazismo, portandoli in specifici campi in Unione Sovietica. Spesso vennero deportati in seguito ad un processo sommario, o senza processo. Il 71 processo di Vergangenheitsbewältigung in Germania dell’Est fu del tutto diverso. Anche la RDT condannò ciò che aveva commesso la Germania nazista, e anch’essa cercò una giustificazione, che fu la repressa rivoluzione comunista, la quale avrebbe evitato l’ascesa al potere di Hitler. Negli anni 40 la SED sostenne le comunità ebraiche della Germania orientale, per esempio con sussidi economici per coloro che volevano emigrare in Inghilterra o negli Stati Uniti, o per preservare alcuni memoriali costruiti per le vittime del nazismo. Nonostante si fosse dimostrato inizialmente contrario, il governo decise nel 1949 di varare una legge per la restituzione agli ebrei sopravvissuti di gran parte dei beni di cui erano stati confiscati durante il nazismo. Tuttavia la Germania dell’Est si dichiarò uno stato socialista e antifascista, motivo per cui non aveva niente a che fare con i crimini commessi dalla Germania nazista. Responsabile di questi crimini era l’élite nazista che era al governo in quel momento, e che dopo la fine della guerra era fuggita verso ovest, essenzialmente composta da Junker, il resto dell’aristocrazia tedesca, e la classe militare. Di conseguenza la RDT, così come l’Unione Sovietica, non avviò nessuna campagna di sensibilizzazione nel suo territorio. Le principali vittime dei nazisti erano i comunisti, i partigiani, o altri oppositori politici, molti dei quali vennero deportati nei campi. Avevano lottato contro il regime, mentre gli ebrei furono semplicemente delle vittime passive. Dunque lo stato prestò commemorò principalmente le vittime della 72 resistenza, o le vittime dell’Est Europa, la considerazione verso gli ebrei occupò solo un piccolo spazio. Secondo la RDT l’antisemitismo venne strumentalizzato dai nazisti per l’accanita lotta contro il comunismo. Durante la Guerra Fredda la RDT accusò spesso la RFT di continuare una politica fascista, soprattutto quando, durante il governo Adenauer, molti ex nazisti occuparono ranghi importanti della società tedesca occidentale. Durante tutta la sua esistenza la RDT non riconobbe mai Israele come vero e proprio stato e non pagò ma alcuna riparazione alle vittime ebree, bensì solo alle vittime della resistenza antinazista e, in generale, alle vittime dell’Europa orientale. Nonostante ciò, alcune persone in Germania dell’Est sollevarono la questione della colpa collettiva dei tedeschi, come alcuni scrittori, che criticavano i tedeschi e la socialdemocrazia dell’epoca pre-­‐nazista per non aver fatto nulla, e anche alcune organizzazione antifasciste. Altri sentirono il bisogno di educare il popolo all’antifascismo, e lo esortarono all’autocritica attraverso libri di storia, o i mass media. Molti funzionari della stampa comunisti pubblicarono articoli riguardo un senso autocritico collettivo. In generale, apparte questi piccoli sforzi, la SED mise a tacere ogni critica ai tedeschi. 73 3.2 Oggi: Dopo la riunificazione tedesca l’intera Germania ebbe l’opportunità, per la prima volta, di confrontarsi con il passato. La Germania di oggi si trova nell’epoca della terza generazione del dopoguerra. La Vergangenheitsbewältigung, che iniziò a svilupparsi massivamente negli anni 60, si è protratta nel corso dei decenni e ha portato sempre più tedeschi alla riflessione, diventando parte integrante della cultura tedesca e continuo argomento di dibattiti. Ma come ha influito il passato della Germania sulla società tedesca di oggi? Quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale è semplicemente il risultato di un lungo processo già iniziato nel secolo precedente. Nel XIX secolo i tedeschi, che ancora una nazione senza stato, svilupparono un sentimento nazionale, amavano la loro patria e il loro popolo e sognavano un paese in cui tutti potessero sentirsi tedeschi, anziché solo prussiani, o bavaresi. In seguito ai successi militari di Bismarck questa coscienza nazionale si trasformò poi in esaltazione della patria, in vero e proprio orgoglio, nonostante alcuni, tra cui Fichte, avevano già introdotto questi concetti in epoca napoleonica. I tedeschi capirono che insieme potevano costruire grandi cose, la prima fra queste l’avevano già costruita, una patria. 74 Ciò fu accompagnato ad un notevole e rapido sviluppo industriale, che accrebbe ancora di più l’orgoglio nazionale tedesco, portando i tedeschi a desiderare sempre di più per il loro paese. In base alle definizioni riportate a pag.1 si potrebbe definire una sorta di linea di demarcazione oltre la quale si passa dal patriottismo al nazionalismo. Questa sottile linea venne oltrepassata dai tedeschi più o meno in questo periodo, nel prospero e glorioso periodo post-­‐unificazione. Già a ridosso del XX secolo emersero concetti come l’espansione della supremazia tedesca in Europa e persino in Africa, la Germania come nazione superiore alle altre, e l’odio verso gli ebrei, inquadrati come nemici dello stato e del popolo. Per questo tali concetti non erano affatto nuovi quando venne pubblicato il Mein Kampf. Essi si concretizzarono poi in legge, in azione, e in convinzione comune nazionale quando salì al potere Hitler, che non era nient’altro che un erede di tutti quei partiti politici o quegli intellettuali che avevano esposto tali ideali almeno 50 anni prima. In questo periodo si assiste al culmine più totale dell’orgoglio nazionalista tedesco, ultima tappa del crescente sentimento nazionale. Ed è proprio da questo punto che l’orgoglio nazionale collettivo dei tedeschi, dopo un secolo di ascesa, cambia repentinamente direzione con una brusca discesa. In seguito alla scoperta di quanto avvenuto nella Germania del Terzo Reich, e in seguito poi alle ondate giovanili di denuncia sociale degli anni 60, quasi ogni spiraglio di sentimento nazionale è stato soppresso. 75 È ciò che si può evincere osservando le tabelle nella pagina seguente, che mostrano i risultati di due sondaggi condotti dal World Values Survey. La domanda era “Quanto sei orgoglioso di essere (nazionalità)?”, con valori che vanno da 1 (non orgoglioso) a 4 (molto orgoglioso) Primo sondaggio (1990-­‐1992) Secondo sondaggio (1995-­‐1997) Paese Punteggio Stati Uniti 3,72 Sudafrica Canada 3,55 3,53 Slovenia 3,46 Spagna 3,28 Danimarca 3,27 Italia 3,25 Svezia 3,22 Francia 3,18 Finlandia 3,17 Belgio 3,07 Paesi Bassi 2,93 Germania 2,75 media 3,26 Paese Punteggio Venezuela 3,92 Stati Uniti Sudafrica Perù Turchia Polonia Australia Spagna Cile Finlandia Argentina Svezia Moldavia Giappone Russia Svizzera Lituania 3,72 3,73 3,68 3,64 3,55 3,54 3,40 3,38 3,29 3,29 3,13 2,98 2,85 2,69 2,59 2,47 Lettonia 2,10 Germania 1,37 media 3,12 Come indicato sopra le tabelle, entrambi i sondaggi sono stati condotti dopo la riunificazione, quindi nella terza generazione del dopoguerra. In entrambi i sondaggi la Germania ha il punteggio più basso, persino più basso 76 della media totale. Da ciò si può constatare quindi che la Germania oggi non è un paese orgoglioso. Il livello di patriottismo in Germania ha raggiunto, in meno di un secolo, due punti estremi, oscillando da un livello altissimo ad un livello molto basso. Un altro indicatore significativo di questo fenomeno è l’inno nazionale, simbolo per definizione di orgoglio patriottico di ogni paese del mondo. Il testo dell’inno nazionale tedesco, “Das Lied der Deutschen” (il canto dei tedeschi), fu scritto durante l’epoca di Bismarck dall’autore tedesco August Heinrich Hoffman. La melodia invece venne scritta dal compositore austriaco Franz Joseph Hayden prima del XIX secolo. La prima strofa, che recita “Germania, Germania al di sopra di tutto, al di sopra di tutto nel mondo” significava che l’unità nazionale doveva essere il primo pensiero di tutti i tedeschi, riferendosi al periodo in cui i tedeschi stavano lottando per un’unificazione. Tuttavia la Germania adottò quest’inno solo nel 1922. Quando Hitler salì al potere, nel 1933, l’inno tedesco era costituito solo dalla prima strofa dell’inno originale, seguita dal testo di una canzone delle SA. Hitler reinterpretò totalmente il significato delle prime righe, adattandole alle sue idee di supremazia tedesca. Nel 1945 gli Alleati, durante la denazificazione, censurarono l’intero inno. Nel 1952 consentirono alla Repubblica Federale Tedesca di adottare il brano come inno nazionale, ma imposero loro di adottare solo la terza strofa, proprio per via del contenuto delle prime due, il cui significato venne cambiato in epoca nazista. Oggi l’inno nazionale tedesco è costituito solo dalla terza strofa. 77 « Deutschland, Deutschland über alles, « Germania, Germania, al di sopra di tutto über alles in der Welt, al di sopra di tutto nel mondo, wenn es stets zum Schutz und Trutze purché per protezione e difesa brüderlich zusammenhält. si riunisca fraternamente. Von der Maas bis an die Memel, , Dalla Mosa fino al Nemunas von der Etsch bis an den Belt: dall'Adige fino al Belt: Deutschland, Deutschland über alles, Germania, Germania, al di sopra di tutto über alles in der Welt.! al di sopra di tutto nel mondo. Deutsche Frauen, deutsche Treue, Donne tedesche, fedeltà tedesca, deutscher Wein und deutscher Sang vino tedesco e canto tedesco, sollen in der Welt behalten devono mantenere nel mondo ihren alten schönen Klang. il loro antico, bel suono. Uns zu edler Tat begeistern Che ci ispirino a nobili azioni unser ganzes Leben lang lungo tutta la nostra vita Deutsche Frauen, deutsche Treue, Donne tedesche, fedeltà tedesca, deutscher Wein und deutscher Sang. vino tedesco e canto tedesco. Einigkeit und Recht und Freiheit Unità, giustizia e libertà für das deutsche Vaterland! per la patria tedesca! Danach lasst uns alle streben, Aspiriamo orsù a questo, brüderlich mit Herz und Hand! fraternamente col cuore e con la mano! Einigkeit und Recht und Freiheit Unità, giustizia e libertà sind des Glückes Unterpfand. sono la garanzia della felicità. Blüh im Glanze dieses Glückes, Fiorisci nel fulgore di questa gioia, blühe deutsches Vaterland. » fiorisci, patria tedesca! » 4.2 Conclusione I tedeschi, in qualità di popolo e nazione, sono per certo responsabili per quello che hanno commesso in passato, e lo saranno per sempre. Il passato non può essere eliminato, né dimenticato. Ma il esso non serve solo come lezione per il futuro, per evitare che simili avvenimenti accadano nuovamente, bensì anche come strumento di unità di un popolo, quella che i tedeschi chiamano Volksgemeinschaft, contemplata dal popolo tedesco sia prima che durante l’unità nazionale. Bismarck cercò di sviluppare l’unità nazionale attraverso la guerra contro un 78 nemico comune, Hitler cercò di raggiungerla attraverso un’identità razziale. I tedeschi di oggi possono raggiungerla attraverso un’esperienza comune, che hanno vissuto insieme, che hanno elaborato, e che stanno tutt’ora elaborando insieme, senza che quest’esperienza sopprima l’unità del popolo, il loro orgoglio, e l’amore per il loro paese. Al contrario, deve rendere il popolo più maturo e consapevole di ciò che è stato e di ciò che è oggi. Per questo ogni popolo ha il diritto e il dovere di amare sia il proprio paese, in quanto culla della sua cultura, della sua lingua, della sua identità, delle sue tradizioni, della sua storia…e sia tutti gli altri paesi, che analogamente alla patria sono altre culle di altre culture, lingue, identità, tradizioni, storie... Sia la nostra patria e sia gli altri paesi contribuiscono all’armoniosa molteplicità e alla varietà del nostro pianeta. 79 Bibliografia Profili N.48. Bismarck. Pietro Orsi-­‐ A.F FORMIGGINI EDITORE DI ROMA Discorsi alla nazione tedesca. Johann Gottlieb Fichte Da Ottone di Sassonia ad Angela Merkel. Società, istituzioni, poteri nello spazio germanofono dall’anno Mille ad oggi. Bruno Mantelli La Repubblica di Weimar. Gunther Mai Mein Kampf. Adolf Hitler Se questo è un uomo. Primo Levi Storia della Germania nazista Le tre Germanie. Est, Ovest e Berlino. Michael Gehler Ritorno a Berlino. Lilli Gruber, Paolo Borella Il rifiuto di un’eredità difficile. La Repubblica Democratica Tedesca, gli ebrei e lo stato di Israele. Sara Lorenzini German reaction to Nazi atrocities, tratto da The American Journal of Sociology, vol. 52 n°2, The University of Chicago Press Sitografia http://www.treccani.it/vocabolario/patria/ http://www.treccani.it/enciclopedia/patriottismo_(Dizionario-­‐di-­‐Storia)/ http://www.treccani.it/enciclopedia/nazione/ http://www.treccani.it/enciclopedia/nazionalismo_(Dizionario-­‐di-­‐Storia)/ http://www.itinerarigrandeguerra.it/Le-­‐Condizioni-­‐Di-­‐Vita-­‐Dentro-­‐La-­‐
Trincea 80 http://www.homolaicus.com/ http://www.massimilianocarocci.net/wp-­‐
content/uploads/2013/04/Seconda-­‐Guerra-­‐Mondiale.pdf http://www.studenti.it/seconda-­‐guerra-­‐mondiale-­‐cronologia-­‐battaglie-­‐
protagonisti.html http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&i
d_article=436 81 INTRODUCTION This thesis shows a comparison between Germany’s patriotism and nationalism in the past and in the present. It mainly focuses on the Modern history of the country. It starts from the first years of the 19th century, when these values developed significantly and left a mark on the German history, and goes on until the current days, in which these values have grown dim. This is exactly the main topic, the sudden change of the population, the comparison between an old deeply nationalist Germany, and a modern Germany where these values have been suppressed in few decades. This thesis explains how history played a fundamental role in this swift change, how it influenced the German population. I have chosen to deal with this topic after my Erasmus experience in Dresden, Saxon former East German city. Through spending five months in the city, where I had the opportunity to get in touch with local people, I could observe in person consequences of the past on the current society. This phenomenon raised my interest and curiosity. 82 I NATIONALISM AND PATRIOTISM IN GERMANY 1.1 The beginning A national consciousness in Germany in Modern history arose in the first years of the nineteenth century. In that period Germany was just divided into little independent states, and no one was thinking about a national unification. But when Napoleon conquered the western German lands the spirit of Germans was suddenly roused. Some intellectuals of that time, such as Johann Fichte, developed a national education. He started to celebrate devotion for the homeland, the eternity of the nation, and glorified Germany as the master country above other ones. Ideals of Fichte and of other intellectuals came over the German population. All Germans gathered and they sent together the French enemy away. Western lands became independent again. So Germans started to dream about a unified nation. But in the Congress of Vienna, where European powers outlined European states borders, diplomats only took care of the personal concerns of kings. Most of local kings wanted to remain independent, and other European kings preferred a divided Germany instead of a unified Germany. The first step for a possible unification was the institution of the Frankfurt Parliament, where all German countries, including Austria, joined together in the German Confederation. All countries were independent as before, but they met to talk about common interests. But there were always too many contrasts among the participating countries, especially between Austria and Prussia, the two main powers on the German area. The Austrian-­‐Hungarian Empire was made 83 also by non-­‐German countries, so this contradicted the nationality principles, and it mostly did not agree with a German unification. That is why German populations turned their hope to Prussia. Prussia was grounded on a strong military tradition, its army was one of most powerful in Europe. Both the king and the population had patriotic ideals, based on the common development on the nation. The king Wilhelm I Hohenzollern elected Otto von Bismarck as German chancellor. After some sessions in the Frankfurt Parliament Bismarck realized that it would lead to nowhere. Prussia had to lead the unification, since it was the only strong and capable country for this mission, and not through diplomatic sessions, but with weapons. His first move was to ally with Austria, to gain some Danish maritime territories in a war against Denmark. The Austro-­‐German soldiers defeated the Danish army, and they divided with each other the territories. But Bismarck had already foreseen some contrasts with Austria about division of the lands. So Prussia declared war to Austria, which was defeated by the Prussian army in the very first battle. Austria left all former Danish territories to Germany, as well as the question of the unification and declared the German Confederation to be dissolved. All other lands in Germany were astonished for the unstoppable Prussian power. They founded the North German Confederation. Every member kept its local power, but all of them were subordinated to a federal parliament in Prussia. France started to fear the growing power of Prussia and an eventual German unification. In that period Prussia had some conflicts with France due to diplomatic matters. Bismarck thought about using a war against France gathering all German 84 states as a common purpose to arouse the patriotic spirit of all Germans. In 1870 France attacked the Confederation, which was supported by the armies of the southern lands. In this war Bismarck was more brutal than in any other war. Also in this war Germany showed its military power and destroyed the French army. Southern lands fought together with the Confederation against a common enemy, thus stimulating their patriotic spirit. So they felt a natural need to join the Confederation. After signing the last treaties, in 1871 the German Empire was declared, with Wilhelm I as Emperor. The German Empire took from France the territory of Alsace-­‐
Lorraine, without annexing it to the Empire. Germans were now united not only culturally and linguistically, but concretely in one nation. The German society of that period was totally touched by the successful battle and unification, by Bismarck’s political and military actions, and by his obstinacy and impetus. Lots of intellectuals started to glorify Germany. Also the rest of world noticed Germany’s greatness, its political and military success, its further industrial development, or the birth and emancipation of the Socialist Party. 2.1 The unified Germany After its unification connection between German territories was much easier, and many railways were built, thus improving transportation and 85 trade. Lots of industries, firms and factories stood out, and Germany turned into a capitalistic country. A middle capitalist class emerged, their industries developed more and more, extending their business also abroad. Also a working class started to take shape. But after some successful years German industries had a period of crisis. So industrial producers hardly exploited the working class, reduced their salaries, their living standard decreased, lots of workers became unemployed. Bismarck carried on unification with some bureaucratic, administrative, military, financial and legal reforms. He firstly had some hard contrasts with the catholic party (Centre Party) concerning political influence of the Pope and the Catholic Church. These contrasts ended when a major political opponent came up, the newborn and rising Socialist Party (SPD). Both parts roundly fought against each other. This conflict came to an end when the new emperor Wilhelm II ascended the throne, and forced Bismarck to resign. At the same time Germany reconciled with Austria. Russia had some diplomatic contrasts with Austria, Bismarck was able to exploit these contrasts, and to ally with Austria against Russia, after Russia had intervened in some questions concerning Germany and France. Moreover both Russia and France were fearing the new growing power of Germany, reason why they allied with each other. Bismarck included Italy in their alliance to ensure a military support on the German west side, by exploiting contrasts between Italy and France. In the last twenty years of the 19th century some new right-­‐wing parties were founded. These parties had conservative, ultranationalist, racist, and anti-­‐Semitic ideas. Some of them supported old Prussian traditions and 86 society, grounded on militarism and a straightly hierarchical society. Some others thought Germany was the ideal nation to unify Europe in one only Mitteleuropa (Middle/Central Europe) under German supremacy. Other parties wanted to expand German supremacy in Africa, thus creating a Mittelafrika (Middle/Central Africa), considering Central Africa as ideal and strategic area. Some parties pointed out the Jew as the enemy of the nation. There were already political parties called German Anti-­‐Semitic League or Anti-­‐Semitic Popular Party. Bismarck had already approached a colonial policy, and used it to reinforce common national identity, but he only conquered some few African lands. But after these new tendencies came out, Germany founded the German Colonial Society and set a very strong fleet up. So Germany expanded its colonies, becoming a hard competitor of England and France. This increased the already growing hostilities between Germany and France, and all these matters led European nations to divide into two different military blocs, the Triple Entente (England, France, Russia) and the Triple Alliance (Germany, Austria, Italy). 3.1 The First World War Expectations of this war were good in Germany. For a lot of right-­‐wing parties Germany would expand its supremacy in the contemplated Mitteleuropa and Mittelafrika, Moreover the war would further unify all German citizens. For the Socialist Party this was the occasion to take 87 patriotically part in the war, thus supporting the government. After the assassination of the Austrian prince Franz Ferdinand by the Serbian nationalist Gavrilo Princip in Sarajevo Austria declared war on Serbia. Russia intervened against Austria, aiming at getting a political control on Serbia. From this moment on all nations involved in the treaties previously signed waged war with their allies. Germany declared war on Russia. Then it invaded France with the Schlieffen Plan, which consisted in attacking France on three different fronts, so as to wrongfoot French troops. But it was not properly put into practice, so the conflict lasted longer than expected. But it had to invade Belgium, which was protected by England, so England declared war to Germany. The war turned swiftly into a hard war of attrition. Soldiers were fighting from foxholes, remaining there for many months. Many people died every day, without the war having significant changes. By 1914 the Triple Entente mainly won. German economy was not prepared at all for such an endless bloody war, the government subjected the population to a hard regimentation. In 1915 German troops won several times in Russia. Italy intervened, but waged war with the Entente, because it wanted to get unredeemed lands back from Austria. England had still the world’s most powerful fleet. It defeated Germany in Africa and obtained a lot of German colonies. In 1916 Germany and Austria were surrounded on two fronts by Russian, French and Italian troops, while more and more millions of people were dying. In 1917 the U.S.A. waged war against Germany, after Germany decided to attack every ship close to England. In several warring countries a lot of revolutions and laboring strikes were taking place, due to the extreme 88 conditions people were living in. Every country realized it was impossible to go on with this war. After its domestic bourgeois democratic revolution Russia had to agree to a peace with Germany, which obtained lots of territories. Germany tried one last brutal attack against French-­‐British troops, but it failed. In 1918 Germany had to agree to the peace treaty proposed by the American president Wilson. At the end of the war Germany had lost over two million people, both soldiers and civilians. Death rate among old and young people had reached dreadful levels. The peace treaty was discussed and signed in Versailles. Other European powers blamed Germany for having provoked the war, for all related disasters, due to its usual supremacy wish. They aimed at weakening it so as to make it harmless and to create a balance in Europe. Then everyone harbored personal interests or old grudges. Germany lost all territories previously conquered. They were given to Poland, to Denmark, and Alsace-­‐
Lorraine to France. German colonies in Africa were divided between England and France. Germany had to pay 132 billion marks of war reparations to France and its allied countries. France occupied the German Territory of the Saar Basin. Later, since Germany could not regularly pay its reparations, France also occupied the Ruhr Region. The German army was restricted to 100.000 men. German economy and population, still suffering the after effects of the war, definitely collapsed owing to these sanctions. 89 4.1 The fall of the Empire: Germany becomes a Republic Some members of the Socialist Party, among which Karl Liebknecht were against the war. In 1915 lots of workers in Berlin organized protests and strikes against the bad living conditions due to the war. Two years later Karl Liebknecht and his followers split from the party and founded the Independent Social Democratic Party (USPD). They had pacifist and revolutionary ideals, whereas the original SPD was reformist, so in favor of the state and institutions. In the same year a rebellion in Kiel took place. The German fleet was ordered to attack the British one at their naval bases, then to trigger an offshore battle. The crew of the Helgoland and Thüringen ships refused to obey, aware that they would be devastated by the powerful British power in a war which was expected to be lost. Mutinied sailors were captured and taken to Kiel. They were then tried and kept under arrest. Other members of the fleet rose up to release the rebels, since they had saved their life by avoiding that mortal conflict, and to put an end to that bloody and desperate war. The insurrection spread across the whole city of Kiel. Workers, USPD members, trade unions also joined the protest. Some soldiers were sent there to crush the revolt, and opened fire. Rebels also reacted with fire. Some people died, others were wounded. Military officers called all troops for a general appeal. But a USPD member suddenly took the floor, and called upon all soldiers to set revolutionary councils up. So they did, and blended their councils with the workers ones. At the end of the war they also 90 started to protest about other issues, such as salary increase. The governor of Kiel sent some troops from the city of Altona. But also in this case the troops joined the revolt, which was turning into a real revolution. Only the social democrat Noske, sent by the chancellor, could partially calm down the rebels. But most of them went away from Kiel and spread the revolution to other cities, reaching, after some days, Berlin. The Emperor Wilhelm II seemed not to be able to react to the revolution. He could no more trust his Imperial Guard nor his officers, because they feared their soldiers would not obey. The chancellor Max von Baden and the social democrat Friedrich Ebert repeatedly asked the Emperor to resign, so as to have free rein to crush the revolution. But he refused. The SPD mobilized those troops who had not been involved in the revolution, to control the rebels in Berlin. In the same hours the chancellor, without caring about any communication from the Emperor, announced by himself that the Emperor had resigned, and that the chancellor would keep being in charge up to the time of a new political order. The Emperor was considered a defector, so he ran way to the Netherlands. Ebert transferred his charge to von Baden. The SPD then declared from the balcony of the Reichstag, the German federal parliament, the birth of the free German Republic. In 1919 the main German political parties gathered in Weimar National Constituent Assembly, to write a new constitution. They left the same previous political structure, so a constitutional monarchy with a chancellor, but the Emperor was replaced with a President 91 (Reichspräsident). In these years the Communist Party (KPD) was founded. It was in favor of a soviet Republic like Russia. The political climate was tense. Everyone yearned for the power, and not all social and political classes were satisfied with the new republic. The main left and right-­‐wing parties organized violent demonstrations and revolts which often ended up with bloody conflicts against political rivals or against Freikorps, the new paramilitary organization of the Weimar Republic. Also the social climate was going through hard times. Disasters of the First World War and the severe clauses imposed by the Treaty of Versailles let the crisis overflow in all social classes. The German people harbored anger for the winning nations who cast Germany into poverty. 5.1 There comes a certain Adolf Hitler Among the several German parties there was the German Workers’ Party. It was not very known, and had only a few members and few seats in the Parliament. In 1920 Adolf Hitler joined the party. He originally came from Austria. He stopped studying during his junior high school years, according to his teachers, he was not inclined for discipline and for study. His dream was 92 to study in the Academy of Fine Arts Vienna, but he did not even succeed in accessing. After living as a homeless in the Austrian capital he moved to Munich. He joined the German army in the First World War, stood out as soldier and received an Iron Cross. After joining the party Hitler started to catch the attention of other party members and of the public opinion for his particular communicative skills in his speeches in Munich’s alehouses. He blamed the government because it was unable to overcome the crisis and led Germany to give in to the Treaty of Versailles. Democracy only caused chaos and could not turn the situation around. Germany had to be led by one only person, who was strong and charismatic enough to restore the country. He also blamed France and other nations for having ruined Germany. But according to him, people who have always been ruining Germany and the rest of the world were Jews and Bolsheviks. Jews advocated worldwide capitalism, they had never had a homeland, but have always been settling germs in other populations in order to destroy them. Bolsheviks led Russia to a revolution and then to its political collapse, caused only chaos and were manipulated by Jews to upset the global order. Hitler did not talk to the minds of people, he tried to talk to their hearts and their consciousness, by exploiting Germans’ indignation, hopelessness, anger and dissatisfaction. The party started to take up far-­‐right ideas and changed its name to National Socialist German Workers’ Party (short form: Nazi Party). This peculiar name aimed at attracting people from all social classes, including both right-­‐wing factions and the working class, because its ultimate goal was national unity, but also to get as more followers 93 as possible. Hitler’s speeches and party slogans addressed every time a different social class. In 1921 he became one of the main party managers. Another important member, Ernst Rohm, set up a party paramilitary force, the SA, which were under his direct control. In 1922 the economic crisis and unemployment were more and more increasing, so the government began massively to print more banknotes, thus causing inflation. German economy was on the edge of the abyss, whereas the bitter fight for the power and political assassinations were going on. In 1923 the first improvements started to be seen. The chancellor Stresemann turned out to be a skillful diplomat, and discussed with war winner nations to revise some clauses of the Treaty of Versailles. Adolf Hitler attempted a coup in Munich, but it did not succeed and Hitler was arrested. Even during his trial he used his great communicative skills and held political speeches, catching the attention of the whole courtroom and of the public opinion, thus getting the minimum sentence, of which he served only one year. Throughout his detention he wrote his own book, the Mein Kampf (My Battle). Here he clearly explained his whole political ideas and plans. He asserted humankind is divided into races, each race fighting to survive, so he considered war as a natural process. The Aryan race, i.e. of Nordic-­‐German ancestry, is the most perfect and purest race, and it is superior to all other races. Aryans had to take revenge on other nations which had bent them, and were the ideal race to create a unified and strong Europe under their supremacy, through war. 94 In his racial straight hierarchy Jews were at the last place. They were the genetically dirtiest and most impure race. Slightly better than the Jews there were the Slavs. He also scorned capitalism, communism and bourgeoisie. But only few people read the book. In 1924 the United States launched the Dawes Plan, so German economy and social wellness finally grew again, the Golden Age of the Weimar Republic began. In those years Germany became the main European focus of theater, cinema, music and art. When Hitler was released in 1925 he was more famous than previously. He understood that he had to take the power legally, in prison he had improved his communicative abilities. He kept holding speeches and doing propaganda, and persuaded more and more people. His oratory was his winning feature. He meticulously prepared his speeches, he used simple and direct words, with a hard but rousing and glorifying tone, and was used to repeat quite theatrical gestures. But conflicts between the SA and anti-­‐nazi factions often occurred during his meetings. SA were for Hitler too undisciplined, aggressive and chaotic. So Hitler created a personal paramilitary force, the SS, which were directly under his control. His propaganda became more effective when Joseph Goebbels joined the party. He was really able to use mass media and to organize meetings and public events. In 1929 the Golden Age of the Weimar Republic suddenly came to an end due to the Wall Street crisis. The American economy collapsed, and so did, in a chain reaction, the economy of nations involved in American credits, especially the German one. Population entered a crisis again, even worse than the previous one. From now on lots of people started to rely on the Nazi 95 or on the Communist Party. This was an advantage for the NSDAP, whose votes suddenly increased in the Parliament between 1928 and 1930. In 1932 unemployment and poverty were the plague of Germany. In those years the government was not able to face the crisis. After 1932 other several elections took place, where Nazis got ups and downs. Hitler was very capable to establish some strategic agreements with former chancellors, then with Hindenburg, the Reich’s President. In 1933 Hindenburg named Adolf Hitler chancellor of Germany. As soon as the new chancellor was announced, people from all over Germany exulted and celebrated the event, whereas in Berlin there was a military parade, and the Mein Kampf became very famous. 6.1 Germany during National Socialism Hitler was already supported by the capitalistic and military German élite, such as economists, big industries, aristocracy. They exploited his position to put into practice their own economic and plans, and achieved their personal interests. In this way Hitler could suddenly restore the German economy, industries, society and rearmed the German army, so as to make it more and more powerful. The population started to live in prosperous conditions. 96 He started a process of total nazification. He promoted a law, agreed upon by Hindenburg, which temporarily suspended civil rights. So the SS, the SA and other similar forces could arrest whomever they thought to be suspect without a fair trial. They flared up into a wave of violence against Jews and Communists, and arrested lots of them. Then another law was passed, which gave Hitler full authority over every law or political decision, with or without consent of the Parliament. All other parties were dissolved and then declared illegal. Germany became a single-­‐party country. Then he launched a series of bureaucratic and administrative reforms which expelled Jews and political opponents from every important field of society. Within 3 years, they could not work anymore as doctors, lawyers, teachers, etc… These jobs were replaced by people supporting the Nazi regime. Every state structure was under the state control. The political code was reformed, crimes punishable with death penalty went from 3 to around 40. In 1935 the Nuremberg laws entered into force, which undid Jews’ German citizenship, forbade marriages between Arians and non-­‐Arians, and forbade Jews from exhibiting the Reich’s flag. In these years some political opponents, among which there were a few Jews, were deported to the first concentration camps, planned for forced labor. The first one, Dachau, was opened in 1933, it was close to Munich. In 1938 the Crystal Night took place. Some SS and Nazi supporters devastated several Jewish shop windows, and set fire to lots of synagogues, lots of people died or were beaten. Jews themselves had to pay for the 97 damages, lots of their companies and banks were confiscated and given to Arian citizens. During his regime Hitler had to face a political opposition which had a great influence on the state, and which had already emerged during Bismarck’s chancellorship, the Catholic Church. Hitler had always been supported by the Lutheran Church. It was Nazified too, and named Church of the Reich. Catholics were persecuted by the Nazi regime. The Pope was obliged to accept some agreements with Hitler. He would stop taking position against him, and Hitler would stop persecuting Catholics tolerate Catholicism as religion in Germany. But the real nazification of the whole of Germany occurred on the population, citizens were literally conformed to the system. Hitler founded some organizations for German young people, the Hitlerjugend (Hitler Youth) for boys and the Bund Deutscher Mädel (League of German girls) for girls. They planned lots programs, such as public events, meetings, summer camps, where young people were trained and educated to the Nazi ideals and to the role men and women should have in the Nazi German society. Pupils used new books at school dealing with Hitler’s life, Jews’ cruelty, etc… and gymnastics became the main activity. Religion and subjects dealing with other countries were restricted, and literature was almost abolished, because of its usual freedom of thought and the several Jewish authors. During exams pupils had to able to explain scientific and biological theories on the Aryan race, and on the Jewish and the Slavic one. 98 After the Reichspresident Hindenburg died the German army, because of some previous collaborations with Hitler, took the oath to the Führer. Hitler also became Reichspresident. The German army started to reject to divide its work with the chaotich and undisciplined SA. Hitler agreed with it and ordered the SS to put SA officers to death. In the Night of the long knives, also known as the Röhm-­‐
Putsch, they murdered violently all main SA officers, the SA then died out. 7.1 The Second World War After the military reforms of Hitler, the German army was the most powerful one in Europe again. The first purpose of Hitler’s foreign policy was to unify all territories inhabited by German communities. In 1938 Austria and the Czechoslovakain territory of Sudetes were annexed to Germany. In 1939 Germany signed with fascist Italy the Pact of Steel. According to the Treaty each of both nations would wage war with the other one, both in aggression wars and in defensive wars. Germany then signed with Russia the Molotov-­‐Ribbentrop Pact, which was a non-­‐aggression pact. They also 99 agreed to split Poland up into two parts. Poland, which was fearing Hitler’s threatening aggressive policy, allied with England and France. In the same year Germany invaded Poland and easily defeated its army after few days. England and France did not even have the time to intervene, they only waged war against Germany. The rest of the world was astonished. In 1940 Italy waged war with Germany. Germany also invaded Norway, Denmark, Belgium, Luxembourg, and the Netherlands, with same ease and speed. France was invaded too. French northern territories were occupied by Germany, whereas in the southern ones a collaborationist French government was grounded, which satisfied German requests. Hitler tried to negotiate with England a non-­‐aggression and to split Europe up with it, but the British prime minister Churchill firmly refused. So Hitler attacked England by air. The German Luftwaffe (Air Force) bombed several British cities, and killed thousands of civilians. But the British Air Force was very powerful, and had a better war technology. Germany lost a huge amount of men and airplanes, and had to retreat. In the same year Japan joined the alliance between Germany and Italy. In 1941 Hitler had some contrasts with Stalin about division of some Romanian and Balkan territories. Moreover, Germany was lacking provisions, raw materials, and workmanship. So he planned an attack on Russia, named Operation Barbarossa, the biggest land military operation ever. The aim of this war was to enslave the Slavic population, to force them to work in the immense Russian lands, full of raw materials, in order to increase the Reich’s 100 power and richness, and to overthrow the Jewish-­‐Bolshevik elite. The German army split into 3 groups. The first one directed to Leningrad, the second one to Moscow and the third one to Kiev. The three military divisions set off, and had serious hard times during their way. The immense Russian steppes seemed to have no end, and due to the bad weather land often turned into ooze, thus arresting and damaging several tanks. The first division arrived to Leningrad and the second one to Moscow’s suburbs after losing lots of men and tanks, and they faced a hard Soviet resistance. The third one occupied Kiev, and then extended to Crimea, a region full of crude oil. Germany waged war in Africa with the Italians against England, where they had their ups and downs. The USA allied with England signing the Atlantic Charter and waged war against Japan, so all allied nations waged war against one another. In 1942 the southern division of the Operation Barbarossa conquered the whole of Crimea and a part of Caucasus, getting some more regions full of crude oil. Hitler planned a new operation aiming at Stalingrad. German troops faced the same difficulties of the previous year, and arrived to the city after losing a huge amount of men and tanks. When they were around the city the soviet army brutally reacted to the attack, and German troops capitulated. Russia then allied with England and the USA. German-­‐Italian troops in Africa were defeated firstly by England, then by France, after Americans landed. In 1943 Hitler attempted for the last time to conquer Russia by sending German troops toward Kharkov. Stalin promptly rearmed his troops. 101 Germans, as in the previous times, lost several men and tanks on their way due to bad weather conditions. In the following months Germany lost thousands of soldiers, tanks, and airplanes in a series of brutal and bloody battles. Moreover Hitler had to intervene in Italy, so he definitely gave up the Russian occupation. Anglo-­‐American troops led Germans to surrender in Africa, then they landed in Sicily. Italy’s state split, North Italy maintained a Fascist government, collaborating with Hitler, South Italy created another government, collaborating with the USA. Americans arrived to Naples, Rome was occupied by Germans. England, the USA, and Russia planned a two-­‐pronged invasion in Germany, in order to put definitively an end to the war and to the unstoppable German aggressive expansion. In 1944 the USA landed in Anzio and moved on defeating Germans, freed Rome, but stopped in front of the Gothic Line, a German defensive line in Tuscany. The Russian army defeated the last German troops, and set off to Berlin, while getting back all Eastern territories previously conquered by Germany. They arrived to Poland. American troops landed in Normandy (France) and brutally bombed German troops. After two months they freed France and all other Central European lands, arriving to Aachen. In 1945 both Anglo-­‐American troops and soviet troops invaded Germany. They violently bombed several German cities, most of them were razed to the ground, millions of civilians died. Hitler hid in a bunker in Berlin, he tried as more as possible to save what had remained of Germany. He sent 102 many young people to the war, most of whom died. He realized Germany lost the war and committed suicide. The Russian Army arrived to Berlin, and Karl Dönitz, Hitler’s successor, signed Germany’s capitulation. 8.1 The Final Solution of the Jewish Question Before he came into power, Hitler had already stated his serious worry for Jews in Germany in his speeches and in his Mein Kampf. When the Nuremberg Laws entered into force thousands of Jews emigrated abroad, due to the draconian social condition the had to live in. Soon after that, the government launched a forced emigration plan, through which other thousands of Jews were evacuated from Germany and sent to Palestine. But results did not satisfy the German government. Then other forced emigration plans were projected, but they raised several problems. When the Reich gradually expanded in Europe, the number of Jews increased more and more. The government thought about a specific area in the General Government (a polish occupied territory not annexed to the Reich), called the Jewish Reservation, where they would settle Jews, so as to isolate them from the rest of the population and to control them while waiting for a further solution. New ghettos in the main cities of the area were built, where lots of Jews were 103 forcedly settled. Overcrowding, a huge lack of food and healthcare, and petty crime were ordinary in these ghettos, Jews’ living conditions were hard. Transportation was full of organization and economic problems, and the General Government control body complained about the huge amount of Jews who daily arrived because of space problems. The plan was given up, The Reich’s was expanding more and more, and so was the number of Jews under the Reich’s control. The perspective of a final solution radically changed. The SS created a special unit, the Einsatzgruppen. They were charged to follow the German army during the Operation Barbarossa, and to kill massively every single Jew and communist they found on their way. The Einsatzgruppen brutally murdered hundreds of thousands of people, including children and women. Contribution of local nationalists also was significant. Some units executed their victims in front of other local inhabitants. Other units, especially in the countryside, dragged their victims into forests, after stripping them, and forced them to dig big mass graves, in which they were thrown and shot. In addition to fire weapons, special camions provided with gas chambers were used. Meanwhile, the government kept asking for a total definitive solution. So all most important members of the SS and of the several government office gathered in 1942 in the Wannsee Conference. The conference was mainly held by Reinhard Heydrich (one of the SS commanders), who explained to the other conference participants his plans, which were soon put into practice. All Jews from all Third Reich’s occupied countries were taken from their houses, or from the ghettos they had been settled in, to designated train stations, then to be brought to 104 concentration camps. They were travelling into overcrowded wagons for goods or cattle transportation for several weeks, some of them died along the route due to the unhealthy conditions of the travel. After arriving to the camps, all their belongings were taken and then sent to the Reich and distributed among the population, their hair was shaved off and they had to wear a blue-­‐white striped uniform. Then they underwent the selection: people not able to work were soon sent to the gas chambers, the others were sent to the forced labor to death. Prisoners often died after a quite short time, due to the hard labor conditions, illnesses and malnutrition. So Nazis created very big factories where Jews worked intensively for Germany and were at the same time exterminated. Rules of the camps were extremely strict, it was very easy to receive corporal punishments or to be executed. Power abuses and sadistic acts were also frequent. This mass murder project also included all other people who, for racial, political or behavioral reasons were not “suitable” to the Aryan society. According to Hitler, German society had to be Aryan, genetically pure, and had to live like a real Aryan, with a morally good and respectable lifestyle. The mass extermination also involved: political opponents (communists, socialists, partisans…), ordinary criminals, asocials (those who acted against the society, or who did not work or produce for the nation, such as tramps, beggars, prostitutes, alcohol or drug addicts…), homosexuals (because of their perverse instinct and because they did not procreate new Aryans), gypsies (one of the most contaminated races, without a homeland, and with undisciplined and asocial behavior), Jehovah’s witnesses (they 105 refused to glorify the Führer and to enlist), stateless people (Spanish republicans, sometimes gypsies, sometimes immigrants), war prisoners, mentally or physically impaired people. 9.1 Germany after the Second World War The USA, Russia and England planned how to deal with Germany after its defeat in the Yalta and then in the Potsdam Conference. It was stated that Germany was dangerous for the world balance and constant cause of violent conflicts. They established the huge amount of war reparations Germany had to pay to the USA, Russia, England and France. The winner powers would be paid by occupying the German territory, which was split into four occupation zones, until the creation by the four powers of a new government in Germany. Berlin also was divided into four zones. The whole of Germany was then demilitarized, their borders were outlined again, lots of territories were given back to their former owners, and Austria became independent again. All Germans living in these territories had to be expelled and settled in Germany. Millions of German refugees were then expelled and resettled, their travel was straining and more than 10% of them died. 106 The western powers joined their zones because of economic and commercial issues. The USA launched the Marshall Plan, in order to restore Germany’s economy, totally devastated after the war. The plan called for some capitalistic reforms, Russia did not agree at all and refused to put the plan into practice. From now on a series of contrasts started to raise between western occupying countries and Russia. Both of them gradually started to manage separately their occupied areas, these conflicts led them to a hard tension which culminated with the Cold War, a war which was not physically fought, but through several measurements, restrictions, espionage, preventing patrol, and a constant risk of a real war. So issues concerning a new German political order were gradually forgotten. In the western zone a new monetary reform was launched, after which lots of money started to flow to the East. This caused an inflation in the eastern zone, reason why Russia launched a monetary reform in its zone too. Soviets did not appreciate this, reason why they took the offensive and started the Berlin Blockade. They blocked every terrestrial access from West Germany to the sector of Berlin. The Allies organized the Berlin Airlift, to carry constantly supplies to west Berliners by airplanes. Only after 11 months the Soviets called off the blockade. Situation in the West: The 3 powers allowed the creation of the Communist Party, the Social Democratic Party, the Christian Democratic Union, and the Christian Social Union in Bavaria. Then the Center Party and the Democratic Party also were founded again. Because of the increasing 107 tension with Soviets, they favored the creation of a state within their territory. Local presidents wrote a constitution, called the Basic Law, which was approved by the Western Allies. In 1949 the Federal Republic of Germany (FRG) was declared. The Parliament had the main power, but had to elect a chancellor. President’s role was almost symbolic. In the first elections Konrad Adenauer, of the Christian Democratic Union, won. The Republic was ruled almost all time from this party. Western Allies left their sovereignty to the new-­‐born Republic, but kept part of power and their troops in the area, and forbade the rearm of the state. The FRG joined several organizations and collaborations with other western nations, such as the North Atlantic Pact, where the NATO was then founded, a defensive alliance for a possible war against soviets. In the Korean War the FRG was allowed to rearm, but its army was in common with the ones of other NATO’s members and limited. West Germany was a liberal, democratic and capitalistic country, its industries developed very rapidly, also because of FRG’s several mineral sources. The capital was Bonn. The government considered all Germans as German citizens, without distinguishing East and West Germans. Situation in the East: Soviet authorities solicited the creation of the Communist Party and of the Social Democratic Party. The Center Party, and the Christian Democratic Union also raised again, as well as other liberal factions. All parties were in favor of a socially fair state, with equal rights for everyone. New parties were founded, such as the Democratic Farmers’ Party, 108 the Liberal Democratic Party, and the National Democratic Party, made of nationalist and conservative middle classes, including former members of the NSDAP who did not receive any prosecution. East Germans also wanted to create their own country. The soviet government forced the Communist Party and the Social Democratic Party to join together, thus creating Socialist Unity Party of Germany (SED). The Popular Council was instituted, in order to write a constitution under Soviet’s supervision. In 1949 the German Democratic Republic (GDR) was declared, ruled by the SED, which won the elections. Russia left its sovereignty to the new-­‐born Republic, but kept its troops in the area, and did not allow the country to rearm. Eastern countries, including the GDR, also signed an alliance, the Warsaw Pact, to react to the western NATO. The GDR was basically a single-­‐party and socialist state, from now on the SED remained in power, it was the strongest party in East Germany. All parties together formed the National front, leaded by the SED, other parties only had some administrative roles. Länder were abolished and substituted by Bezirke, which depended on the central power. Industries, agriculture and transportation developed a lot, the GDR was the richest and most industrialized socialist state. Labor was a legal obligation, the state provided for a workplace for all citizens, salaries were almost equal for all people. Education and healthcare were free for everyone, and in some cases families could enjoy government subsidies and benefits. Rents were affordable for everyone. However, this system had lots of disadvantages. Apartments often had common bathrooms and showers, life standard was lower than in the 109 FRG, and the debt for the war reparations and to restore the country was much higher than the FRG’s one. At the end of the 60s the situation became worse, the state plunged into crisis. The GDR established its own Eastern German citizenship, so Western Germans were foreigners. State control on the population was very strict, although the constitution was grounded on principles of freedom of speech, press and any other kind of expression. According to the Political Code, the state prosecuted whomever promoted propaganda against the state, including literature, cinema, radio, television, art and any other kind of media. For example it forbade every book, movie, song, etc… that showed how the western life style was better, that criticized the socialist system or expressed the wish to improve it, and it was forbidden to spread and to use every kind of material coming from the West, or to spread in the West information about the GDR. These actions were considered as fascist and dangerous for the state. Journalists had to be selected by the state. All of this was justified as a protection of communism and national interests. Those who committed the above mentioned crimes could get a fine, be arrested, put under house arrest, exiled to another country of the Warsaw Pact. Mass escape from Socialism: division of the two Germanies: Due to the huge economic and social gap between the two German Republics, thousands of people migrated from East to West Germany. The GDR was losing more and more workers and skillful professionals. In the 50s the GDR 110 reinforced the border with soldiers, minefields, control towers, and introduced in the Penal Code the crime of Desertion from the Republic.. Deserters could be arrested or, if necessary, killed on the spot. Thousands of people died, but lots of other attempts to go over the border were successful. Citizens of both sides had to live under strict and hard conditions, especially on the East side. Berlin: Differently from the rest of Germany, Berlin was still fully occupied by the 4 powers, and they needed a common agreement to leave the city free. But this was not possible, due to the Cold War. According to the FRG West Berlin was a federal land of West Germany but under control of Allies, but the GDR considered it just as a third entity. So East Germans did not consider a West Berlin citizenship as a West German citizenship. That is why it was hard to travel from West Berlin to the rest of West Germany. After the border was fortified, lots of East Germans attempted to escape to the West through Berlin, which still had no fortified border. So East Germany built in 1961 the Berlin Wall which separated the East from the West side, and totally isolated the West side from the rest of Germany. The hard and strict methods were the same as the ones used at the national border. Also in this case it was justified with a anti-­‐fascist protection from the West. For mass media the Berlin Wall became a symbol of oppression. Still nowadays former GDR’s citizens’ memory of the wall is fresh, as well as the restrictions they had to live under, their look toward the 111 West, their relationships broken by a wall, and the hundreds of victims killed while trying to escape to the richest and freest Germany. 10.1 The German Reunification In the 70s the relationship between West and East Germany slightly improved thanks to the western chancellor Willy Brandt. He started his Ostpolitik (East policy) through some agreements with the GDR and the other eastern nations. In 1989 something unexpected happened. As a result of the reformist legislation of the soviet leader Michail Gorbačëv, Hungary opened its borders with Austria. Thousands of East Germans migrated to the West going through Hungary. It was announced that only Hungarian citizens were allowed to cross the Hungarian-­‐Austrian border, and East Germans started massively to protest in front of GFR’s embassies in the eastern capitals. So the government finally allowed to migrate to the West, but only by crossing the German internal border. Mass demonstrations spread all over East Germany, whose inhabitants laid claim to a more democratic government. The leader of the SED resigned, and hiss successor Ergon Krenz allowed his citizens free access to the West. The flow of East Germans was 112 even more intensive, and they were joyfully greeted by their fellow countrymen. In the following weeks East Germans spontaneously started to demolish the wall. The SED and the National Front were collapsing. But economic crisis was increasing in the GDR, especially after even more workers had migrated to the West, and lots of other people transferred their capitals to the West. The western chancellor Helmut Kohl attempted to convince both German governments to a monetary unification. The eastern government Modrow proposed to Gorbačëv a plan consisting of a provisory monetary confederation, followed by a reunification, promising neutrality of the new Germany from the NATO and from the Pact of Warsaw. The soviet leader approved. East Germany adopted the same currency of West Germany. In 1990 the first and last free elections of the GDR took place, after the SED had lost its power, and a new government was elected, which was tasked with the dissolution of the state itself. In the same year East Germany signed some agreements with West Germany, the western powers and the Soviet Union for the reunification. All 4 powers left their full sovereignty to both Republics, including Berlin. Germany had to limit its army according to a specific number and to refuse any kind of nuclear, biological and chemical weapon. It could be member of the NATO, provided that NATO’s troops would not accessed to the territory of former East Germany. Germany was officially reunified on 3rd October 1990. It was not a real unification, but the annexation of the 5 eastern Länder to the Federal Republic of Germany. The capital was Berlin, laws and the constitution remained the same as the 113 former West Germany. One year later the first free elections of the whole of Germany, since 1933, took place, the new chancellor of Germany was Helmut Kohl. 114 II VERGANGENHEITSBEWÄLTIGUNG The German term “Vergangenheitsbewältigung” can be translated with “process to overcome the past”. It refers to the process of dealing with the past, referring to National Socialism, and to the reaction of the Germans to what happened in that time. It took place soon after the Second World War, when Germany was occupied by the 4 winner powers, which engaged with a process of denazification. It is still nowadays part of the German culture and topic of debates. 1.2 Postwar in the West The western Allies removed the whole Nazi bureaucratic and administrative apparatus, all former NSDAP members or followers were expelled. After they discovered concentration camps and set free all prisoners, American troops forced Germans to visit them. In some cases they were obliged to dig up bodies of dead victims. The western Allies launched an intensive propaganda in order to get a common feeling of guilt across citizens through manifestos, reviews, or cinema. Lots of former SS, SA, NDSAP members and other relevant responsible people were prosecuted in several trials in Nuremberg. The most famous one was held by the International Military Tribunal, where all 4 winner powers participated. 115 When they found out the whole truth about concentration camps, most of German people were shocked. According to some interviews, some of them did not know about the existence of concentration camps. Some others knew about them, sometimes because they knew people who were there, or because they had heard something about it, but they thought that people in these camps were reintegrated in the society, or were submitted to forced labor, others thought that only political opponents, or people suspected to want to subvert the state power, were deported to concentration camps. Only very few of them knew, what really happened inside. The whole program of extermination took place in a very hidden way, lots of concentration camps were far from inhabited places, and far from Germany too. Nazis were very meticulous to keep secret what was planned there, and all times they had to communicate with each other, they used code words or euphemisms, such as “resettlement”, “to work for the Reich”, “to go and work in the East”. But in general, in spite of the shock, most of people did not want to talk about it, the issue became a taboo. The FRG condemned what happened in the Nazi times, but did not develop any feeling of guilty or responsibility. They looked for a justification, and found it in the weakness of the Weimar Republic, which led to the Nazi dictatorship. Most of the collective attention was, moreover, dedicated to German war victims, such as widowed people, war invalids, refugees from former German territories, and less attention to victims of concentration camps. When the Cold War began, as well as the restore of the Republic, the issue of a collective responsibility became less important. 116 In the 50s West Germany took the responsibility to represent Germany’s legacy and continuity, and put effort into paying reparations to the Jewish victims of Nazi Germany, or to their families. Most of the money was sent to Jews living in Israel, another part to other survivor who kept living in Europe. Other victims (or their relatives), such as political opponents, gypsies, homosexuals…did not receive any compensation. But in the same decade several former members of SS, SA, or similar forces, were released and reintegrated in the society and found good work places and social positions. In the 60s Other important former Nazis were put on trial, such as Adolf Eichmann, who was tried in Israel and sentenced to death by hanging. This was like an echo in Germans’ ears, which drew the attention again. These people were the second post war generation. New youth and student movements for memory were created. These movements grew in 1968, they openly condemned all crimes perpetrated during National Socialism and declared all Germans responsible for those crimes. They asked their parents how they could allow all this to happen. During the 70s and 80s the attention to the past spread even more all over the West German society, along with exemplary collective self-­‐critic. A huge amount of cinematic and theatrical works dealt with this topic, also coming from abroad. 117 2.2 Postwar in the East: The Soviet Union also removed every trace of the former Nazi bureaucratic and administrative apparatus, and took thousands of people who were connected to National Socialism to specific camps in the Soviet Union. The GDR also condemned what Germany in the Nazi regime had done, and found the justification of the past in the repressed communist revolution, which would have prevented Hitler from coming into power. In the 40s the SED supported Jews in East Germany, for example with economic subsidies for those who wanted to emigrate to England or to the USA, or to preserve some memorials. Although the government at first did not agree, in 1949 it put into effect a law to allow survived Jews to get again most of things they were legally plundered during Nazism. But East Germany declared itself a Socialist anti-­‐fascist Republic, reason why it had nothing to do with Nazi Germany. People responsible for Nazi crimes were the little Nazi élite who was in charge in that period, and who is now in the West, essentially made by the Junkers, other aristocrats and the military class. So the GDR, as well as the Soviet Union, did not start any campaign of awareness. Main victims of the Nazi regime were communists, partisans and other political opponents, many of whom were deported to the concentration camps. They had fought against the regime, whereas Jews did nothing, they were just passive victims. So the main attention was dedicated to the victims of the resistance, consideration of Jewish victims occupied only a little space in East Germany. According to the GDR, anti-­‐semitism was only exploited by 118 Nazis for the fight against communists. During the Cold War the GDR often blamed the FRG for keeping a fascist policy, especially when lots of former Nazis got a respectable place in the society and a good job. For the whole time East Germany did not pay any reparation to the Jewish victims, but only to the victims of the resistance and, in general, of the eastern countries. In spite of this, some people in East Germany raised the issue of a collective guilt, such as some writers, as well as some anti-­‐fascist organizations. Other inhabitants felt the obligation to educate people to anti-­‐
fascism, by writing history books, which exhort to a self-­‐comparison with the past, or by using other media. Lots of communist press functionaries published articles about a national self-­‐critic. In general, apart from these efforts, the SED let every national self-­‐
critic be silent. 3.2 Today: After Germany reunified, the whole country had, for the first time, the possibility to face the past. We are living now among the third postwar generation. The Vergangenheitsbewältigung which started massively to grow in the 60s has developed all over the years and brought more and more Germans to a self reflection, becoming integral part of German culture and 119 still of current events. But how has the past of Germany influenced the current society? What happened during the Second World War is just the result of a long process which had started lots of decades earlier. In the 19th century Germans developed a national feeling, they started to love their homeland and their people and to dream about a state where all Germans just could feel Germans, instead of Prussians, or Bavarians. This national consciousness turned into real proud and exaltation after the German military successes during the unification. Germans realized how strongt they could be together, they did something glorious: they unified a country. This happened almost together with a very fast industrial development, and led Germans to feel special, they realized their endless potential, and to wish for their country more and more. Expansion of German supremacy in Europe, as well as a strong hate for Jews, were not something new in Germany when Mein Kampf was published. All these ideas, already existing among several parties or intellectuals became law when one of these people, heir of old ideals on a German Mitteleuropa, or on the hate for Jews, came into power. This was the most culminating point of German nationalist proud. But exactly from this specific point German collective proud suddenly fell down. After finding out what Germany did during National Socialism, almost every trace of national proud was annihilated. This can be noticed in following the surveys conducted by World Values Survey. The question was “How proud are you to be (nationality)?”. Values are included between 1(not proud) and 4 (very proud). 120 Country Venezuela Country Score USA USA 3.72 South Africa South Africa 3.55 Peru Canada 3.53 Turkey Slovenia 3.46 Poland Spain 3.28 Australia Denmark 3.27 Spain Italy 3.25 Chile Sweden 3.22 Finland France 3.18 Argentina Finland 3.17 Sweden Belgium 3.07 Moldova Netherlands 2.93 Japan Germany 2.75 Russia Average 3.26 Switzerland First survey (1990-­‐1992) Lithuania Latvia Germany Average Score 3.92 3.72 3.73 3.68 3.64 3.55 3.54 3.40 3.38 3.29 3.29 3.13 2.98 2.85 2.69 2.59 2.47 2.10 1.37 3.12 Second survey (1995-­‐1997) In both surveys Germany’s score is the lowest one, even lower than the average, thus pointing out that Germany today is not a proud country. German level of patriotism has reached, in less than one century, two extreme points, oscillating from “very high” to “very low”. Another significant marker of this process is the national anthem. The text of the German national anthem, “Lied der Deutschen” (Song of Germans), was written during the Bismarck times. The first verse “Germany, Germany above everything, above everything in the world” meant that national unity had to be the first worry of every German, referring to the period when Germans were struggling to unify their country. However, Germany adopted this anthem only in 1922. When Hitler came into power, he totally 121 reinterpreted the meaning of the verse, by conforming it to its ideals of German supremacy. In 1945 the Allies banned the whole song. In 1952 the Allies allowed the FRG to adopt only the third verse, exactly because of the content of the previous two ones, whose meaning was changed in the Nazi times. Nowadays only the third verse is the official anthem of Germany. « Deutschland, Deutschland über alles, Germany, Germany above everything, über alles in der Welt, Above everything in the world wenn es stets zum Schutz und Trutze when, for protection and defense brüderlich zusammenhält. It always stands brotherly together Von der Maas bis an die Memel, From the Meuse to the Nemen, von der Etsch bis an den Belt: From the Adige to the Belt, Deutschland, Deutschland über alles, Germany, Germany above everything, über alles in der Welt. Above everything in the world! Deutsche Frauen, deutsche Treue, German women, German loyalty, deutscher Wein und deutscher Sang German wine and German song sollen in der Welt behalten Shall retain in the world ihren alten schönen Klang. Their old beautiful chime Uns zu edler Tat begeistern And inspire us to noble deeds unser ganzes Leben lang During all of our life, Deutsche Frauen, deutsche Treue, German women, German loyalty deutscher Wein und deutscher Sang. German wine and German song Einigkeit und Recht und Freiheit Unity and justice and freedom für das deutsche Vaterland! For the German fatherland! Danach lasst uns alle streben, Towards these let us all strive brüderlich mit Herz und Hand! Brotherly with heart and hand! Einigkeit und Recht und Freiheit Unity and justice and freedom sind des Glückes Unterpfand. Are the foundation of happiness; Blüh im Glanze dieses Glückes, Flourish in the radiance of this happiness, blühe deutsches Vaterland. » Flourish, German fatherland! 4.2 Conclusion Germans, as whole people and nation, are for sure still responsible for what they did in the past, and they will always be responsible for that. The past cannot be canceled out, nor forgotten. However, it must not only be a lesson for the future, in order to prevent similar episodes, but also as an 122 instrument for the people’s community, called by Germans Volksgemeinschaft, which they had been dreaming about during and after the unification time. Bismarck tried to achieve a people’s community through the war against a common enemy, Hitler tried to achieve it through a racial identity. Germans today can achieve it through a common experience, without this experience suppressing their people’s community, their proud and their love of their country. On the contrary, this experience should make a people wiser and aware of what it was and what it is. Therefore every people has the right and the duty to love its country, homeland of its culture, language, identity, traditions, history…and all other countries, which are, in the same way, homelands of other cultures, languages, identities, traditions, history. Both our country and all other country contribute to the harmonious and balanced diversity of the world. 123 Bibliography Profili N.48. Bismarck. Pietro Orsi-­‐ A.F FORMIGGINI EDITORE DI ROMA Discorsi alla nazione tedesca. Johann Gottlieb Fichte Da Ottone di Sassonia ad Angela Merkel. Società, istituzioni, poteri nello spazio germanofono dall’anno Mille ad oggi. Bruno Mantelli La Repubblica di Weimar. Gunther Mai Mein Kampf. Adolf Hitler Se questo è un uomo. Primo Levi Storia della Germania nazista Le tre Germanie. Est, Ovest e Berlino. Michael Gehler Ritorno a Berlino. Lilli Gruber, Paolo Borella Il rifiuto di un’eredità difficile. La Repubblica Democratica Tedesca, gli ebrei e lo stato di Israele. 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Trincea 124 http://www.homolaicus.com/ http://www.massimilianocarocci.net/wp-­‐
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protagonisti.html http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&i
d_article=436 125 EINLEITUNG Diese Diplomarbeit befasst sich mit Patriotismus und Nationalismus in Deutschland gestern und heute. Sie behandelt die jüngste Geschichte der Bundesrepublik, ausgehend vom Beginn des 19. Jahrhunderts, in dem diese Werte besonders Anklang gefunden und die deutsche Geschichte tief gezeichnet haben, bis in unsere Zeit, in der diese Werte verebbt sind. Das wird genau das Hauptthema dieser Abhandlung sein, der plötzliche Wandel in der Bevölkerung, der Vergleich zwischen einem alten und sehr nationalistischen Deutschland und einem modernen Deutschland, wo diese Werte jedoch nur noch vereinzelt vorhanden sind. Ziel dieser Arbeit ist es, zu erklären, wie die Geschichte in diesem schroffen Übergang eine Grundrolle gespielt hat, wie sehr sie die deutsche Gesellschaft beeinflusst hat. Ich habe dieses Thema nach meiner Erasmuserfahrung in Dresden, der Hauptstadt des neuen Bundeslandes Sachsen, ausgewählt. Fünf Monate habe ich in dieser geschichtsträchtigen Stadt verbracht, und konnte so mit der lokalen Bevölkerung in Verbindung treten. Dabei konnte ich feststellen, welche Auswirkungen die Vergangenheit auf die Gegenwart hat. Dieses Phänomen hat mein Interesse und meine Neugier besonders geweckt. 126 I NATIONALISMUS UND PATRIOTISMUS IN DEUTSCHLAND 1.1 Der Beginn einer Nation Das erste deutsche nationale Bewusstsein in der Neueren Geschichte geht auf den Anfang vom neunzehnten Jahrhundert zurück. Damals gab es kein Deutschland. Die heutige Nation bestand aus kleinen unabhängigen Staaten, und niemand dachte an eine Vereinigung. Aber die Eroberungen Napoleons rüttelten die Seelen der Deutschen wach. Die Invasion von einem fremden Feind verursachte die Empörung der Bevölkerung. Einige Denker dieser Zeit, wie Johann Fichte, entwickelten Gefühle von nationalem Stolz. Fichte verehrte die Liebe für das Vaterland, die Ewigkeit der Nation, und rühmte Deutschland als das Herrenvolk in der Welt. Von diesem patriotischen Geist durchdrungen, und von dem gemeinsamen Wunsch verbunden, den einfallenden Feind zu verjagen, ergriffen zahlreiche deutsche Bevölkerungen die Waffen und verjagten den französischen Feind. Der Begriff einer einzigen deutschen Nation hatte sich schon verbreitet. Aber auf dem Wiener Kongress 1815 wurde Deutschland so gelassen, wie es vor dem Kongress war. Der erste Versuch einer Annäherung zwischen den deutschen Ländern war die Frankfurter Nationalversammlung, wo die Länder den Deutschen Bund gründeten. Die Länder trafen sich, um über gemeinsame Interessen zu diskutieren. Aber das führte zu keinem konkreten Ergebnis wegen den verschiedenen Interessen und wegen der ständigen Unstimmigkeiten zwischen den zwei Hauptmächten, die auf dem deutschen Boden herrschten: Preussen und Österreich-­‐Ungarn. Österreich-­‐Ungarn 127 bestand auch aus nicht-­‐deutschen Ländern, deshalb war das nur teilweise deutsch. Es war gegen die Bildung eines starken und reichen Deutschlands, und sein Ziel war auch, einige Länder in sein Reich einzubeziehen. Deshalb vertrauten die Deutschen auf Preussen. Preussen war überwiegend ein militaristisches Land, mit einer sehr starken Armee. Sowohl die Bevölkerung als auch die Regierung hatten patriotische Werte, auf der die kollektiven Entwicklung der Nation gegründet war. Wegen Unstimmigkeiten mit dem Parlament ernannte der preussische Kaiser, Wilhelm I. von Hohenzollern, Otto von Bismarck zum Kanzler. Bismarck hatte einen eisernen und strengen Charakter. Er verstand, dass Deutschland von Preussen vereinigt werden müsse, da es das stärkste Land für diese Mission war, und darüber hinaus auch noch mit den Waffen, da Diplomatie nirgendwohin geführt hätte. 1864 erklärte Bismarck Dänemark den Krieg, nachdem er sich mit Österreich verbunden hatte. Dänemark wurde schnell geschlagen, und musste manche von seinen Seegebieten an Deutschland und Österreich abgeben. Sofort kamen Streitigkeiten zwischen Deutschland und Österreich über die Teilung dieser Gebieten auf. Bismarck nutzte die Situation aus, um Österreich den Krieg zu erklären. Österreich verlor schon im ersten Kampf. Es überliess Deutschland alle seine dänischen Gebiete, deklarierte die Nationalversammlung als aufgelöst, und verließ definitiv die Frage der Vereinigung. Die Länder, die Preussen umgaben, waren von dessen Macht beeindruckt, und gründeten mit Preussen den Norddeutschen Bund. Die südlichen Länder waren die einzigen noch unabhängig. Frankreich begann 128 Angst vor der zunehmenden preussischen Macht zu haben, ausserdem gab es diplomatische Streitigkeiten zwischen den beiden Regierungen. Bismarck wollte einen Krieg gegen Frankreich ausnutzen, um die südlichen Länder in einem gemeinsamen Krieg hineinzuziehen, um ihr nationales Bewusstsein wieder wachzurufen. Frankreich erklärte dem Norddeutschen Bund den Krieg, der Bund wurde vom Süden unterstützt. In diesem Krieg war Bismarck brutaler als in anderen Kriegen. Frankreich wurde geschlagen. Nachdem sie neben Bismarck gekämpft haben, fühlten die südlichen Länder das natürlichen Bestreben, sich mit den nördlichen Teilen zu verbinden. Alle Länder vereinigten sich 1871, und so wurde das Deutsche Kaiserreich proklamiert. Bismarck nahm von Frankreich Elsass-­‐Lothringen an, aber ohne das Gebiet mit dem Kaiserreich zu verbinden. 2.1 Das vereinigte Deutschland Endlich konnten alle Deutschen sich jetzt als Bürger von einem einzigen Staat fühlen. Die damalige Gesellschaft war von der militarischen und patriotischen Hitze Bismarcks angesteckt. Deutschland wurde noch mehr als in der Napoleonszeit gerühmt. Auch der Rest der Welt bewunderte Deutschland für seinen Erfolg und für andere Gründe, wie seine schnelle industrielle Entwicklung. Viele Industrien, Firmen, Fabriken entstanden aus 129 dem Nichts. Deutschland, früher ein Agrarland, wurde immer mehr zu einem kapitalistisches Land. Aber nach einigen Jahren hatten die grossen Industrien Probleme mit dem Ausfuhrmarkt. Das verursachte eine Krise auch im Inneren des Landes. Mit Kapitalismus entstand eine Arbeiterklasse, die dann die Sozialistische Arbeiterpartei Deutschlands (SPD) gründete. Bismarck musste gegen viele politischen Gegner kämpfen. Zuerst hatte er starke Konflikte mit der Deutschen Zentrumspartei, aber noch stärker waren sie gegen die aufstrebende Sozialistische Partei. Als Wilhelm II. an die Macht kam, zwang er Bismarck zum Rücktritt. Wegen diplomatischen Unstimmigkeiten und Konflikten teilten sich die europäischen Länder langsam in zwei militarische Koalitionen. Deutschland verbündete sich mit Österreich und Italien (Dreibund), und Frankreich mit Russland und England (Triple Entente). In der deutschen Politik wurden mittlerweile auch Rechtsparteien gegründet. Diese Parteien hatten ultranationalistische, rassistische, konservative, antisemitische Ideen. Manche Parteien wollten die alte preussische Welt erhalten, wie Militarismus und eine sehr hierarchische Gesellschaft. Andere Parteien dachten, dass Deutschland ganzes Europa vereinigen und dann beherrschen müsse, und andere wollten die deutsche Macht auch auf die neuen afrikanischen Kolonien ausbreiten. Das wurde Weltpolitik genannt. Andere hielten den Juden als den Feind der Nation. Parteien wie der Deutsche Antisemitenbund, oder die Antisemitische Volkspartei tauchten auf. Infolge des Kolonialplans dieser Parteien wurde der Deutsche Kolonialverein gegründet, und die Kaiserliche Marine aufgebaut. 130 Deutschland kolonisierte viele afrikanischen Gebiete, und wurde ein starker Konkurrent von England und Frankreich. 3.1 Der Erste Weltkrieg 1914 ermordete der serbische Nationalist Gavrilo Princip in Sarajevo den Thronerben des Habsburgerreich. Österreich erklärte Serbien den Krieg. Russland trat in den Krieg ein, um Serbien zu schützen. Es wollte die Herrschaft in Serbien an sich reißen. Deshalb griff Deutschland Russland an, und von hier ab traten alle andere Mächte mit in den Krieg, die in den zwei militarischen Koalitionen hineingezogen waren. Deutschland fiel in Frankreich ein. Andere Länder verbündeten sich mit der einen oder anderen militarischen Koalition. Der Krieg wurde zum Blutbad, ein reiner Abnutzungskrieg. Die Soldaten mussten in den Schützengraben viele Monate lang bleiben, die ständigen Angriffe sahen ewig aus. In diesem Jahr gewann die Entente an Boden. Die deutsche Wirtschaft war gar nicht für solchen Krieg bereit. Die Bevölkerung musste unter einer strengen Reglementierung leben. Hunger und Armut stellten die Deutschen auf eine harte Probe. 1915 trat Italien gegen Deutschland in den Krieg ein, um die Länder in Österreich zu erobern. Deutschland gewann zwar gegen Russland, aber verlor gegen England viele Kolonien in Afrika. 131 1916 fanden sich Deutschland und Österreich von 2 Fronten umzingelt. Der Krieg in den Schützengräben dezimierte die Bevölkerung der kriegführenden Länder. 1917 traten die USA in den Krieg gegen Deutschland ein. In allen kriegführenden Ländern gab es Arbeiteraufstände wegen der intensiven und übertriebenen Anstrengung, der sie wegen dem Krieg unterzogen wurden. Russland, das gerade eine innere Revolution erlebte, musste den Frieden mit Deutschland akzeptieren, derentwegen Russland Gebiete verlor. Deutschland griff die britisch-­‐französischen Truppen mit einem letzten Versuch an, der aber misslang. 1918 musste es dann kapitulieren. Die USA schlugen eine Friedensverhandlung für Europa vor, deren Ziel es war, Deutschland zu schwächen, da es für den Hauptschuldigen des Weltkrieges gehalten wurde. Deutschland verlor alle Gebiete, die im Krieg erobert wurden, neben den dänischen auch Elsass-­‐Lothringen und die afrikanischen Kolonien. Es musste auch Reparationen an die Siegermächte zahlen, und die Kosten waren enorm hoch. Die deutsche Armee dürfte in Zukunft nicht mehr als 100.000 Soldaten umfassen. Wegen der Schwierigkeiten bei der Zahlung der Reparationskosten besetzte Frankreich das Ruhrgebiet, das reich an Mineralvorkommen war. 132 4.1 Der Fall des Kaiserreichs: Deutschland wird eine Republik Ein Teil der SPD stimmte seit dem Anfang gegen den Krieg. Wegen des Kriegs und all seiner Auswirkungen auf die Bevölkerung trennte sich dieser Teil von der Partei. Sie gründeten die Unabhängige Sozialdemokratische Partei (USPD). Diese war zwar pazifistisch, aber revolutionär. Während des Krieges weigerten sich einige Matrosen, den Befehl auszuführen, die sehr starke britische Kriegsmarine anzugreifen. Die Meuterer wurden nach Kiel gebracht und dort festgenommen. Die andere Matrosen protestierten, um sie freizulassen, und um dem blutigen Krieg ein Ende zu setzen. Der Protest verbreitete sich in der ganzen Stadt. Den Soldaten wurde befohlen, auf die Rebellen zu schiessen, sie reagierten gleichermassen mit dem Feuer. Die Offiziere riefen alle Soldaten zur Ordnung, aber plötzlich begann ein Mitglieder der USPD die Soldaten anzuregen, an der Revolte teilzunehmen. Die Gründe der Revolte waren auch die Gehaltserhöhung und andere Gewerkschaftsforderungen. Soldaten und Arbeiter gründeten ihren Revolutionsrat. Dann erschien plötzlich der Sozialdemokrat Koske, um zwischen den Rebellen und der Regierung zu vermitteln. Er hielt zeitweilig die Revolution an, aber die Rebellen verbreiteten die Revolution im ganzen Land. Sie kamen auch in Berlin an. Kaiser Wilhelm II. fühlte sich vor der unaufhaltsamen Revolution machtlos, er konnte auch nicht seiner Kaiserlichen Garde vertrauen. Dafür ersuchten der Kanzler von Baden und der Sozialdemokrat Friedrich Ebert den Kaiser zum Rücktritt, sodass sie die Revolution unterdrücken konnten. Die SPD mobilisierte die noch folgsamen 133 Truppen in Berlin gegen die Rebellen. Der Kanzler teilte dann freiwillig mit, dass der Kaiser abgetreten sei, und dass die Macht zeitweise dem Kanzler übertragen sei. Der Kaiser wurde als fahnenflüchtig von seinen Bürgern bezeichnet, er musste deshalb in die Niederlande flüchten. Vom Balkon des Reichtags gab von Baden den Anfang der Deutschen Republik bekannt. Alle deutschen Parteien trafen sich in Weimar, um die neue Verfassung zu schreiben, die 1920 erlassen wurde. Die Macht lag in den Händen der SPD. Aber der Kontext, in dem die Republik gegründet wurde, war nicht vollkommen. In dieser Zeit wurde auch die Kommunistische Partei (KPD) gegründet. Jede politische Fraktion strebte nach der Macht, und nicht alle waren mit der neuen Republik zufrieden. Politische Demonstrationen waren sehr häufig, oft auch gewaltsam und blutig, und häufig gab es auch politisch motivierte Morde. Die Wirtschaftslage war gleichfalls schlimm. Die Bevölkerung litt unter den harten Klauseln von den Versailler Verträgen und den Katastrophen vom Ersten Weltkrieg. Wut gegen die Gewinner, Unzufriedenheit und Resignation waren jetzt die weit verbreiteten Gefühle. 5.1 Da kommt ein gewisser Adolf Hitler Eine von vielen Parteien in der deutschen Republik war die Deutsche Arbeiterpartei. Sie hatte wenige Mitglieder, und war nicht so bekannt. 1920 trat Adolf Hitler in die Partei ein. Er stammte aus Österreich. Er wurde von der Akademie der bildenden Künste Wien abgelehnt, deswegen verbrachte er 134 seine Zeit in Wien als Obdachloser. Dann zog er nach München um. Er nahm an den Ersten Weltkrieg in der deutschen Armee teil, und bekam das Eiserne Kreuz verliehen. Durch seine Reden in den Bierstuben Münchens wurde er bekannt. Er sprach über die derzeitige Regierung, die unfähig war, Deutschland wiederaufzubauen, weil Demokratie nur zum Chaos führte, und Deutschland an einem toten Punkt liess. Nach Hitlers Ansicht musste Deutschland von einem einzigen starken und charismatischen Menschen geführt werden, der die Situation voranbringen müsse. Er verschmähte den Versailler Vertrag, die Französen und die andere Unterzeichner, die Juden und die Bolschewiken für bestimmte Gründe, die er in seinem Buch detailliert erklärte. Er nutzte den Kummer und die Hoffnungslosigkeit der Deutschen aus, indem er ihr Bewusstsein wachrüttelte. Die Partei wurde in Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei umbenannt. Als eine Partei mit pseudo-­‐sozialistischen Ideen geboren, folgte sie langsam neuen Idealen. Sowohl der zweideutige Name als auch die verschiedenen Reden von Hitler zielten darauf, so viele Personen wie möglich anzuziehen. Hitler hatte viel Erfolg in der Partei, er konnte immer mehr Menschen zu sich ziehen. Ein anderes bedeutendes Mitglied der Partei, Ernst Röhm, gründete die SA, eine paramilitärische Abteilung der Partei. 1922 verstärkte die Regierung den Druck von Banknoten, das führte sofort zur Inflation. Das verschlimmerte noch mehr die Situation, während die politischen Morde und der strenge Kampf um die Macht weitergingen, vor allem von der SPD und der KPD. 1923 sah man eine leichte Verbesserung dank kleinen Veränderungen des Versailler Vertrags. Hitler versuchte einen Staatsstreich, aber wurde 135 festgenommen. Sogar in seinem Verfahren stellte er sich als ein tüchtiger Redner heraus, dafür bekam er die Mindeststrafe, aber verbrachte nur ein Jahr im Gefängnis. Dort schrieb er sein Buch “ Mein Kampf“ , wo er alle seine politischen Ideen und Pläne, auf nationalistischen, rassistischen, militaristischen und kriegstreibenden Begriffen gegründet, eingehend erklärte. Im Buch steht, dass die Menschlichkeit in Rassen geteilt ist, und jede kämpft, um zu überleben. Die genetisch reinste und wertvollste Rasse ist die arische, d.h. die Rasse aus nordisch-­‐germanischem Abstammung. Sie muss sich an den übrigen Europäern dafür rächen, wie sie Deutschland unterdrückten. Er wollte auch ein reiches und starkes Europa gründen, von den Ariern beherrscht. Die minderwertigste Rasse der Welt sei die jüdische, das Symbol des Weltkapitalismus, die niemals ein Vaterland gehabt habe, aber die sich wie ein Keim in die andere Rassen ansiedelte, um sie zu zerstören. Knapp über die Juden standen die Slawen. Gleicher Hass galt den Bolschewiken, die Internationalisten waren und Russland zur Niederlage brachten. 1924 wurde die deutsche Wirtschaft dank dem amerikanischen Dawes-­‐Plan besser. Die Besetzung vom Ruhrgebiet war fertig. 1925 wurde Hitler aus der Haft in Landsberg entlassen. Sein Buch hatte nicht so viel Erfolg, aber seine Haft machte ihm bekannt. Er ging weiter mit seiner politischen Propaganda, mit seinen wirksamen Reden. Er benutzte oft eine ungestüme Sprache, mit fast theatralischen Bewegungen. Aber die SA wurde immer gewaltiger und brutaler während ihrer Auseinandersetzung mit den Sozialisten und den Kommunisten. Sie waren zu undiszipliniert und sorgten oft für überflüssiges Aufsehen. Deshalb gründete Hitler seine eigene 136 paramilitärische Abteilung, die SS. Die nationalsozialistische Propaganda wurde geschliffener und effizienter, als Joseph Goebbels, der zukünftige Propaganda-­‐Minister, in die Partei eintrat. 1929 gingen die sogenannten Goldene Zwanziger zu Ende wegen der Wall-­‐Street-­‐Krise. Die amerikanische Wirtschaft, und die von den Ländern, die mit den USA wirtschaftlich verbunden waren, erlitten einen Zusammenbruch, darunter auch Deutschland. Die meisten Leuten vertrauten auf die Kommunisten oder auf die Nationalsozialisten. Genau 1930 hatten diese eine parlamentarische Wende, indem sie ihre Stimmen vermehrten. 1932 erfasste die Krise die Bevölkerung, es gab eine konzentrierte Serie von ständigen Rücktritten und neuen Wahlen, mit Höhen und Tiefen für Hitler, aber kein Kanzler konnte die Situation bewältigen. Hitler konnte in dieser Phase Absprachen mit einigen ex-­‐Kanzlern und mit dem Reichspräsidenten Hindenburg treffen. 1933 ernannte Hindenburg Adolf Hitler zum Kanzler. Er wurde von der Bevölkerung bejubelt, ganz Deutschland feierte den neuen Regierungschef. 6.1 Deutschland im Nationalsozialismus Hitler hatte sich schon vor seiner Machtübernahme mit der militärischen und kapitalistischen deutschen Elite in Verbindung gesetzt. Sie nutzten seine wichtige politische Position aus, um ihre persönlichen Ziele zu erreichen, während Hitler plötzlich die deutsche Wirtschaft wieder 137 ankurbelte. Das Volk vertraute dem Führer (so nannte sich Hitler) immer mehr, alle lasen Mein Kampf. Die effiziente Propaganda von Goebbels trug auch dazu bei. Hitler verabschiedete ein Gesetz, mittels dessen er zeitweise die bürgerlichen Rechte aussetzte. So war den SS, SA und ähnlichen Behörden erlaubt, jeden Verdächtigen ohne regelmässiges Verfahren festzunehmen. Das verursachte eine Welle von Gewalt gegen Juden, Kommunisten und Sozialisten. Viele politischen Gegner wurden nach Dachau deportiert, das erste Arbeitslager der Nationalsozialisten . Ein anderes Gesetz übertrug dem Kanzler die vollen Gesetzgebungsbefugnisse. Er konnte dann jedes Gesetz verabschieden oder zurücknehmen, ohne sich mit dem Parlament zu beraten. Er erklärte jede andere Partei illegal. Das Strafgesetzbuch wurde reformiert, die Todesstrafe wurde auf mehrere Straftaten ausgedehnt. 1935 wurden die Nürnberger Gesetze verabschiedet. Sie schlossen die Juden aus den wichtigsten Berufssektoren aus, nahmen ihre deutsche Staatsbürgerschaft zurück, und verboten die Hochzeiten zwischen Juden und Ariern. Jeder Bereichen des öffentlichen Lebens stand unter Aufsicht des Staates. Infolge der Ermordung des deutschen Botschafters in Frankreich durch einen Juden, brachen die SS und viele NS-­‐Fanatiker los: Sie zerstörten die Schaufenster von jüdischen Läden, zündeten Synagogen an. Diese ging als die Reichs-­‐Kristallnacht in die Geschichte ein. Viele Menschen wurden verletzt oder getötet. Während seines Regimes musste Hitler auch der katholischen Opposition entgegentreten. Er nutzte die Sympathie der lutheranischen Kirche aus, die er durch Reformen nazifizierte, und nannte sie Reichskirche. 138 Die Katholiken wurden von der Regierung verfolgt. Die katholische Kirche entschied, sich nicht mehr zu widersetzen, sodass Katholiken im Reich toleriert wurden. Die echte Nazifizierung war aber die des Volkes. Hitler gründete Jugendorganisationen, die die deutschen Jungen und Mädchen an den Nationalsozialismus gewöhnen mussten, durch Versammlungen, Aktivitäten, Ferienlager... Hauptunterrichtsthemen in der Schule wurden die Geschichte Deutschlands, das Leben des Führers, die biologischen Theorien über die arische Rasse, die jüdische und die slawische. Leibesübung hatte eine wichtige Rolle. Nachdem Hindenburg gestorben war, übernahm Hitler die direkte Kontrolle der Armee und die Rolle des Reichspräsidenten. Aber die Soldaten wollten nicht mehr neben der undisziplinierten und ruhelosen SA arbeiten. Deshalb befahl Hitler der SS, die SA-­‐Offiziere zu töten. Das ist bekannt als der sogenannte Röhm-­‐Putsch. 7.1 Der Zweite Weltkrieg Die anderen europäische Mächte begannen, vor den Expansionsplänen von Hitler und seiner Nachrüstung Angst zu haben. Hitlers erstes Ziel war, alle Menschen mit deutschen Blut mit Deutschland zu vereinigen. 1938 schickte er seine Truppen nach Österreich und besetzte das Land. Österreich wurde Deutschland annektiert, die begeisterte Bevölkerung 139 bejubelte den neuen Kanzler. Im gleichen Jahr wurde auch das tschechoslowakische Sudetengebiet annektiert. Polen unterschrieb einen Schutzvertrag mit Frankreich und England wegen seiner Befürchtungen vor einem deutschen Einfall. 1939 schlossen Hitler und Mussolini den Stahlpakt: im Kriegsfall eines der beiden Länder, wäre das andere sofort zu Hilfe in den Krieg eingetreten. Mit Russland schloss Deutschland den deutsch-­‐sowjetischen Nichtangriffspakt, durch den beide Staaten sich Polen verteilten. Im gleichen Jahr griff Deutschland Polen an. Die polnische Armee wurde schnellstens geschlagen. Ganzes Europa war von der deutschen militärischen Stärke beeindruckt. Frankreich und England hatten auch keine Zeit gehabt, um Polen rechtzeitig zu helfen. 1940 eroberte Hitler gleichermassen schnell eine grossen Teil Mitteleuropas: Dänemark, Norwegen, die Niederlande, Belgien, Luxemburg und Nordfrankreich, während Südfrankreich eine neue Regierung erhielt und zum Kollaborateur Deutschlands wurde. Hitler versuchte, einen friedlichen Kompromiss mit England zu finden. England lehnte die Vorschläge des Führers ab. Deshalb griff Hitler England auf dem Luftweg an, indem er viele Städte bombardierte und viele Einwohner tötete. Aber die starke britische Luftwaffe zwang die Deutschen zum Rückzug. 1941 nahm Deutschland auch Griechenland und Jugoslawen ein. Hitler und Stalin hatten diplomatische Unstimmigkeiten über die Eroberung mancher Gebiete. Ausserdem verstand Hitler, dass der Krieg länger als erwartet dauern hätte, und hatte Angst vor einem amerikanischen Eintritt. So fiel er in Russland ein. Sein Ziel war auch, die bolschewikische Elite zu zerstören, die endlosen 140 Rohstoffen Russlands zu erobern und die slawische Bevölkerung zu versklaven. Wegen der riesig weiten und grossen russischen Steppen, misslangen die Einnahme Moskaus und Leningrads. Die Truppen konnten kaum Kiev und den Balkan erobern. Die USA traten in den Krieg gegen Japan ein. 1942 eroberte Hitler die Krim, den Kaukasus, wo wichtige Erdölvorkommen waren. Auch die Einnahme Stalingrads misslang. Die deutschen Truppen kamen dann in Afrika den Italienern zu Hilfe, aber nach kurzen Siegen wurden sie zuerst von England und dann von den französisch-­‐
amerikanischen Truppen geschlagen. 1943 misslang auch der letzte Einfallversuch in Russland, der mit blutigen und stürmischen Luft-­‐ und Bodenkämpfen endete. In Afrika mussten die Deutschen vor den Amerikanern kapitulieren. Die USA, England und Russland planten zusammen einen Zangenangriff gegen Deutschland, um dem Krieg definitiv ein Ende zu setzen. 1944 landeten die USA in Italien, und gingen gegen die Deutschen bis zur Gotenstellung vor, eine deutsche Schutzlinie in der Toskana. Die Russen bahnten sich ihren Weg nach Berlin, und kamen in Polen an. Die USA landeten auch in der Normandie, bezwangen die deutschen Truppen und befreiten ganz Mitteleuropa. 1945 durchbrachen die USA und Russland die deutschen Grenzen, und radierten ganze Städte aus (Dresden, Hamburg, Leipzig u.v.a.). Hitler flüchtete sich in seinem Bunker unter der Reichskanzelei und versuchte nach Kräften das Unrettbare zu retten. Dann realisierte er die Niederlage des Reichs und nahm sich das Leben. Die 141 russischen Truppen drangen bis nach Berlin vor; Deutschland musste kapitulieren. 8.1 Die Endlösung der Judenfrage Wie schon gesagt, waren die Juden in Deutschland eine von Hitlers Hauptsorgen. Mit den Nürnbergern Gesetze wurden sie aus den wichtigsten Bereichen des deutschen öffentlichen Lebens ausgeschlossen. Viele Juden wanderten wegen dem kritischen Sozialzustand, in dem sie leben mussten, aus. Die Regierung verwirklichte dann einen Plan für die Zwangsauswanderung aller Juden nach Palästina, wodurch viele andere Juden, diesmal nicht spontan, aus Deutschland auswandern mussten. Andere Zwangsauswanderungspläne wurden dann erdacht, mit weiteren Auswanderungszielen. Aber Organisationsprobleme verhinderten ihre effektive Verwirklichung. Als Deutschland neue Gebiete eroberte, vermehrte sich die Anzahl der Juden auf deutschem Boden . Das Dritte Reich dachte an einen Lebensraum im polnischen besetzten Gebiet, das Judenreservat, wo alle Juden Europas angesiedelt würden. Zu diesem Zweck wurden viele Ghettos in den grössten Städten gebaut, wohin Juden aus dem ganzen Reich zwangsumgesiedelt wurden. Die Juden fanden sich zwischen den Mauern dieser Ghettos zu Tausenden zusammengepfercht. Die Lebensbedingungen waren menschenunwürdig; schnell traten Unterernährung, Armut, Kriminalität, u.s.w. ein. Die Nazis wussten nicht mehr, wohin sie alle anderen 142 Juden zwangsumsiedeln sollten, deshalb entschieden sie, sie zu beseitigen. Während des Vormarsches nach Osten wurden die Soldaten von den Einsatzgruppen flankiert, eine besondere SS-­‐Abteilung, die jeden Juden oder Kommunisten, den sie trafen, töten musste. Viele Juden und Kommunisten wurden festgenommen, auf das Land gebracht, und in Massengräbern, die von ihnen selbst gegraben wurden, und dort dann massenweise erschossen. Viele andere wurden mit besonderen Gaswagen umgebracht. Trotz der besseren Resultate stieg die Zahl von Juden immer mehr an. Die Regierung wollte nun eine definitive und wirksamere Gesamtlösung. Diese wurde im Jahre 1942 auf der berüchtigten Wannseekonferenz unter Vorsitz von SS-­‐
Obersturmbannführer Adolf Eichmann und SS-­‐Obergruppenführer Reinhard Heydrich geplant. Die Juden würden festgenommen, und aus dem ganzen Reich zu Arbeitslagern gebracht und konzentriert werden, wo sie bis zum Tode gearbeitet hätten. Neue Arbeitslager wurden geöffnet. Die Juden wurden in Vieh-­‐ oder Güterwagen deportiert, viele von ihnen starben während der Fahrt. Als sie in diese Konzentrationslager ankamen, wurde ihnen ihre ganze Habe genommen, und sie mussten eine weiss-­‐blau gestreifte Uniform anziehen. Die arbeitstauglichsten wurden zur Zwangsarbeit geführt, solang, bis ihr Körper ihnen das erlaubte, die Arbeitsuntauglichen wurden sofort zu den Gaskammern geführt. Die Arbeitsbedingungen waren brutal, die Lagerordnung streng und eisern. Man brauchte nicht viel, um auf der Stelle getötet zu werden, oder um Körperstrafen zu erleiden. Häufig waren auch Machtmissbrauch und Sadismus. Sie waren da nicht als menschliche 143 Gefangene, sondern einfach als Arbeitskraft, die bis zum Tod ausgenutzt wurde. Das einzige Ziel der SS war, dass sie am strengsten arbeiteten und dann getötet wurden. In die Konzentrationslager wurden auch ausser den Juden andere Menschen gebracht, die aus Rassen-­‐ oder ideologischen Gründen verfolgt wurden. 9.1 Deutschland nach dem Krieg bis zur Wiedervereinigung Nach der Kapitulation Deutschlands diskutierten die vier Siegermächte (Russland, die USA, England und Frankreich) in der Jalta-­‐ und dann in der Potsdamer Konferenz über das Schicksal des Lands. Sie setzten fest, dass Deutschland als gefährliches und machtstrebendes Land, ständiger Grund von schrecklichen und blutigen Konflikten, entmilitarisiert und in vier Besetzungszonen geteilt werden sollte, bis zur Bildung einer neuen Regierung. Berlin wurde aber gemeinsam von allen vier Mächten besetzt. Jede Besetzungszone hätte dann an die jeweilige Besatzungsmacht Kriegsreparationen bezahlt. Einige deutschen Gebiete wurden Dänemark, Polen und der Tschechien Republik überlassen, und Österreich wurde wieder unabhängig. Alle Deutschen, die in diesen Gebieten lebten, wurden daraus ausgeschlossen und nach Deutschland zwangsumgesiedelt. Die langen und ermüdenden Märsche dorthin töteten viele Menschen. Wegen Handelsbedürfnissen verbanden die USA, England und Frankreich ihre 144 Besetzungszonen. Von hier ab, auch wegen anderer Massnahmen, entstanden heftige Konflikte zwischen der UdSSR und den westlichen Mächten. So entstand der Kalte Krieg . Jeder Staat verwaltete getrennt seine Zone. Nach einem bedeutenden Wirtschaftsaufschwung durch die USA gründeten die Westdeutschen die Bundesrepublik Deutschland. Das hatte eine demokratische, parlamentarische Regierung, anfangs von der Christlich Demokratischen Union Deutschlands (CDU) geführt und eine kapitalistische Freihandelswirtschaft. Die drei besitzenden Länder übertrugen ihre Souveränität der neuen Republik, aber liessen ihre Truppen im Gebiet bestehen und überwachten die neuentstandene Bundeswehr. Im Osten regte die Wiedergründung der Kommunistischen und der Sozialistischen Partei an, und zwang sie, sich zu verbinden. Die neue Partei hiess Sozialistische Einheitspartei Deutschlands (SED). Sie gründeten dann die Deutsche Demokratische Republik (DDR), ein zentralisierter sozialistischer Einparteienstaat (die andere Parteien wurden von der SED koordiniert). Die UdSSR übertrug auch ihre Souveränität der DDR, und liess ihre Truppen im Gebiet stationiert. Die sozialistische Regierung der DDR bot Vor-­‐ und Nachteile: einen Arbeitsplatz für alle, sehr billige Mieten, fast gleiche Löhne für alle und kostenlose Erziehung und Gesundheitswesen, aber auch einen niedrigen Liebensstandard, mit strenger Staatskontrolle über die Meinungsfreiheit der Bevölkerung. Das Strafgesetzbuch verbot jede Art von Propaganda oder persönlichem Ausdruck (Musik, Literatur, Kino...), die die sozialistische Regierung kritisierte, die zu einer Verbesserung anregte, die über die Bundesrepublik Deutschland als einen besseren Ort sprach, und 145 jedes Produkt aus dem Westen zu verbreiten oder zu benutzen. Deswegen wanderten viele Ostdeutsche in den ersten Jahren der Republik nach Westen aus. Aber mit dieser Massenflucht verlor die DDR viele gute Arbeitskräfte. Deshalb baute sie eine Grenze zwischen den beiden Republiken auf, mit Soldaten, Minen, Kontrolltürmen befestigt, deren Durchgang mit dem Gefängnis oder der Erschiessung bestraft wurde. In Berlin wurde eine Mauer aufgebaut, die die westliche Zone von dem Rest Deutschland gänzlich isolierte. Tausende waren die Opfer, die getötet oder festgenommen wurden, aber viele waren auch die, die die Grenze überschreiten konnten. 1989 öffnete Ungarn seine österreichische Grenze, und viele tausende Ostdeutschen flüchteten dadurch in die Bundesrepublik Deutschland. Die sozialistische Regierung verkündete, dass nur ungarische Bürger die Grenze überschreiten könnten. Ostdeutschen erwiderten mit Massenprotesten, die Regierung musste ihnen daraufhin gezwungenermassen erlauben, den Eisernen Vorhang zu passieren. Die Flucht nach dem Westen ging weiter, die Auswanderer rissen und zerkleinerten die Mauer freiwillig ab. Sie wurden von den Westdeutschen fröhlich empfangen, und haben zusammen gefeiert. Infolge der harten Wirtschaftskrise der DDR, führte die Regierung Modrow eine Währungseinigung mit der Bundesrepublik Deutschland ein. Wegen der vorjährigen Massenprotesten hatte die SED 1990 ihre politische Macht verloren. Dafür waren die Wahlen erstmals in der DDR frei, wo eine neue Regierung gewählt wurde, die den Staat selbst auflösen sollte. Die DDR unterzeichnete dann Abkommen mit der Bundesrepoublik, den 146 westlichen Mächten und der UdSSR, über eine Vereinigung der beiden deutschen Staaten. Die vier Mächte übertrugen der neuen Bundesrepublik und Berlin ihre volle Souveränität, das neue Deutschland musste seine Armee beschränken, und auf jede atomarer, biologische, und chemische Waffe verzichten. Am 3. Oktober gliederte die Bundesrepublik Deutschland die fünf Bundes-­‐Länder der DDR ein. Deutschland war wieder eins und vereint. 147 II DIE VERGANGENHEITSBEWÄLTIGUNG 1.2 Nach dem Krieg Das, was im Zweiten Weltkrieg passierte, ist einfach der Resultat von den vorherigen Vorfällen. Ein Beweis davon sind auch die mehreren Bezeichnungen, mit denen dieser Prozess genannt wurde, nicht nur Vergangenheitsbewältigung, sondern auch Aufarbeitung oder Erinnerungskultur. Im Westen: Sie wurde von den USA in Westdeutschland begonnen, mit ihrem geplanten Entnazifizierungsprogramm, das sofort nach dem Krieg eingeführt wurde. Viele deutschen Bürger wurden von den amerikanischen Truppen in die Konzentrationslager gebracht, damit sie das sahen, was darin passiert war. Das wurde auch von einer starken und intensiven Propaganda gezeigt, deren Ziel es war, ein gemeinsames Schuldgefühl unter den Deutschen zu verbreiten. Der Staat auch wurde entnazifiziert: alle bürokratischen und Verwaltungsapparate wurden reformiert, alle NSDAP-­‐
Mitglieder oder Anhänger wurden ausgeschlossen. Viele der wichtigsten Kriegsverbrecher wurden vor Gericht gestellt, abgeurteilt, inhaftiert oder hingerichtet. Die deutsche Bevölkerung war darüber schockiert. Trotzdem mochten sie lieber darüber nicht sprechen, das wurde zu einem Tabu. Als der Kalte Krieg begann, konzentrierten sich die USA darauf, und die Deutschen auf den Wiederaufbau des Lands. Die Schuldfrage trat in den Hintergrund. 148 In den 50er Jahren ernannte sich die Bundesrepublik zum Vertreter des gesamten deutschen Volks und zum Verantwortlichen der NS-­‐
Kriegsverbrechen, indem sie sich vornahm, eine Wiedergutmachung an die jüdischen Opfern von dem NS-­‐Regime zu bezahlen. Die meisten lebten in Israel, andere noch in Europa. Eine Wiedergutmachung wurde von der Bundesrepublik niemals an andere Opfer bezahlt. Andere Prozesse gegen NS-­‐
Verbrecher wurden eingeführt. Aber mit Konrad Adenauer wurde der Entnazifizierungsprozess zu Ende gebracht, indem viele ehemalige SS-­‐Mitglieder oder bedeutende NS-­‐
Persönlichkeiten freigelassen wurden, und dann auch noch gute Arbeitsstellen in Politik und Wirtschaft fanden. Eine erste wirkliche und gemeinsame Bewusstseinsbildung gab es in den 60er Jahren. Die deutsche Bevölkerung musste aufhorchen, als neue Prozesse gegen wichtige Persönlichkeiten des Dritten Reiches eingeführt waren. Am wichtigsten war der gegen Adolf Eichmann, der von dem israelischen Geheimdienst in Südamerika gefasst, und dann in Israel vor Gericht gestellt und zum Tode verurteilt wurde. Das war die Generation der Söhne des Nazi-­‐
Deutschlands, die nicht still wie ihre Eltern blieben. Jugendbewegungen für die Erinnerung wurden gegründet, und die Schuldfrage wieder geöffnet. 1968 hatten sich diese Bewegungen vermehrt. Sie fragten ihre Eltern, warum sie das, was in der NS-­‐Zeit passierte, erlaubten, ohne nichts zu tun. Sie verurteilten jeden NS-­‐Verbrechen, und trugen als Deutsche die Verantwortung dafür. 149 In den 70en und 80en Jahren widmete die Gesellschaft noch mehr Aufmerksamkeit für jene Zeiten, was im Nationalsozialismus passierte. Viele Bücher, Filme und Theaterwerke handelten von dem Schrecken der Konzentrationslager. Eine beispiellose Selbstkritik herrschte in Westdeutschland. Im Osten: Ostdeutschland wurde von der UdSSR entnazifiziert, indem sie alle Persönlichkeiten, die mit dem Nationalsozialismus verbunden waren, in besondere Lager brachte. Die DDR erklärte sich für einen antifaschistischen sozialistischen Staat, der nicht damit verbunden war, was in den NS-­‐Zeiten passierte. Sie hat immer die Bundesrepublik (damals noch West-­‐
Deutschland) beschuldigt, ein faschistischer Staat zu sein. Sie erklärte sich dann für unschuldig, dafür entwickelte sich kein gemeinsames Schuldgefühl. Das einzige Gedenken war an die Opfer des Widerstands gegen Hitler, oder an alle Kommunisten und Sozialisten, die verfolgt wurden. Die DDR behauptete, dass Antisemitismus vom Nationalsozialismus zum Mittel verwendet worden sei wurde, um gegen den Kommunismus zu kämpfen. Bis zu ihrer Auflösung hat die DDR keine Wiedergutmachung an jüdische oder andere Opfer der NS-­‐Lager bezahlt, sondern nur den polnischen und anderen sowjetischen Opfern. 150 2.2 Heute Von den 90en Jahren ab wurde das Thema der Vergangenheitsbewältigung immer häufiger in der dritten Generation der Deutschen der Nachkriegszeit, und ist heute ein Teil der deutschen Kultur, und noch ein Grund der Debatte. Aber wie hat die Vergangenheit Deutschlands die heutige Gesellschaft beeinflusst? Wie schon erklärt, war Deutschland vom 19. Jahrhundert ab ein sehr stolzes Land. Das, was im Zweiten Weltkrieg passierte, ist einfach der Resultat eines Prozesses, der schon seit langer Zeit gestartet hatte. Als die Deutschen diese Volksgemeinschaft bekamen, von dem sie immer geträumt hatten, konnten sie ihren eigenen nationalen Stolz finden. Die Vereinigung von Bismarck, von grossen militärischen Erfolgen und einer gemeinsamen patriotischen Verwicklung kenngezeichnet, wurde dicht von einer bedeutenden technologischen und industriellen Entwicklung gefolgt. Schon während des Kaiserreichs sprach man über ein Mitteleuropa unter der deutschen Oberherrschaft, über Deutschland als Herrenland. Alle diese Gefühle und Ideen gipfelten in der NS-­‐Zeit. Das Volk war nicht mehr nur zufrieden damit und stolz auf sein Land, sondern es gab einen echten Kult der Nation und der Rasse. Aber genau von diesem Gipfel stürzte der nationaler Stolz plötzlich herab. Nach der Entdeckung dessen, was die NS-­‐Regierung getan hatte, und nach den Vorfällen in den 60er Jahren, die dazu beitrugen, ein gemeinsames Schuld-­‐ und Schamgefühl wieder wachzurufen, wurde fast jede Spur von nationalem Stolz vernichtet. 151 Das kann man in den folgenden zwei Tabellen merken, die eine Meinungsumfrage zeigen, die von World Values Survey durchgeführt worden ist. Die Frage war: „Bist du stolz auf deine Nationalität?“ Die Werte: 1=nicht stolz 4=sehr stolz. Die Frage wurde zufällig der Bevölkerung der betroffenen Länder gestellt. Erste Umfrage (1990-­‐1992) Zweite Umfrage (1995-­‐1997) Land USA Südafrika Kanada Slowenien Spanien Dänemark Italien Schweden Frankreich Finnland Belgien Niederländer Deutschland Mittelwert Punktzahl 3,72 3,55 3,53 3,46 3,28 3,27 3,25 3,22 3,18 3,17 3,07 2,93 2,75 3,26 Land Venezuela USA Südafrika Peru Türkei Polen Australien Spanien Chile Finnland Argentinien Schweden Moldawien Japan Russland Schweiz Litauen Lettland Deutschland Mittelwert Punktzahl 3,92 3,72 3,73 3,68 3,64 3,55 3,54 3,40 3,38 3,29 3,29 3,13 2,98 2,85 2,69 2,59 2,47 2,10 1,37 3,12 Wie man sehen kann, wurden die zwei Umfragen nach der Wiedervereinigung, also mit der Befragung der dritten Nachkriegsgeneration durchgeführt. In beiden Tabellen ist die deutsche Punktzahl am niedrigsten. Sie ist auch niedriger als die Durchschnittspunktzahl. Das heisst, dass Deutschland heute nicht ein stolzes Land ist. In weniger als einem Jahrhundert hat das Patriotismus-­‐Niveau in Deutschland zwei extreme Punkte erreicht, vom höchsten zum niedrigsten. 152 Die Erfahrung der nationalsozialistischen Vergangenheit hat das Bewusstsein der Deutschen zutiefst geprägt. Eine andere wichtige Betrachtung betrifft die Nationalhymne, patriotisches Sinnbild jedes Staates der Welt. Der Text der deutschen Nationalhymne wurde schon in der Bismarck-­‐Zeit komponiert. Die erste Strophe „Deutschland, Deutschland über alles...“ hiess, dass die Nationaleinheit die erste Sorge von jedem sein müsse. Deutschland wendete jedoch nur 1922 diese Hymne mit dem Text an. Die Bedeutung der ersten Strophe wurde von Hitler wieder eingeführt wegen seiner Weltpolitik. 1952 zwangen die USA die Bundesrepublik, nur die dritte Strophe anzunehmen, genau wegen dem Inhalt der ersten Strophe, die unter Hitler missverstanden und deren Bedeutung geändert wurde. Heute ist die dritte Strophe « Deutschland, Deutschland über alles, über alles in der Welt, wenn es stets zum Schutz und Trutze brüderlich zusammenhält. Von der Maas bis an die Memel, von der Etsch bis an den Belt: Deutschland, Deutschland über alles, über alles in der Welt. die offizielle Deutsche Frauen, deutsche Treue, deutscher Wein und deutscher Sang sollen in der Welt behalten ihren alten schönen Klang. Uns zu edler Tat begeistern unser ganzes Leben lang Deutsche Frauen, deutsche Treue, deutscher Wein und deutscher Sang. Hymne.
Einigkeit und Recht und Freiheit für das deutsche Vaterland! Danach lasst uns alle streben, brüderlich mit Herz und Hand! Einigkeit und Recht und Freiheit sind des Glückes Unterpfand. Blüh im Glanze dieses Glückes, blühe deutsches Vaterland.
153 3.2 Schlussfolgerungen Die Verantwortung der Deutschen, in ihrer Eigenschaft als Volk, dafür, was in der Vergangenheit passiert, bleibt bestimmt noch heute erhalten und wird es auch immer bleiben. Die Vergangenheit kann nicht gelöscht werden, aber kann nicht nur als Hinweis für die Zukunft, sondern auch als Mittel für eine Volksgemeinschaft dienen. Gerade jene Volksgemeinschaft, die Bismarck durch den Krieg, und Hitler durch eine Rassenidentität gründen wollten, kann man durch eine gemeinsame Erfahrung gründen. Die Vergangenheit soll dann das Volk reifer und darüber bewusst machen, was es war und was es heute ist, aber nicht den Stolz und Geist einer Gemeinschaft unterdrücken. Deshalb hat jedes Volk das Recht und die Pflicht, sowohl sein eigenes Land, Heimat seiner Kultur, Sprache, Identität, Traditionen, Geschichte... zu lieben, als auch alle andere Länder, gleichermassen Heimat anderer Kulturen, Sprachen, Identitäten, Traditionen, Geschichte, usw, die, zusammen mit der eigenen Heimat, zur Vielfalt und Verschiedenartigkeit unserer Welt beitragen. 154 Bibliografie Profili N.48. Bismarck. Pietro Orsi-­‐ A.F FORMIGGINI EDITORE DI ROMA Discorsi alla nazione tedesca. Johann Gottlieb Fichte Da Ottone di Sassonia ad Angela Merkel. Società, istituzioni, poteri nello spazio germanofono dall’anno Mille ad oggi. Bruno Mantelli La Repubblica di Weimar. Gunther Mai Mein Kampf. Adolf Hitler Se questo è un uomo. Primo Levi Storia della Germania nazista Le tre Germanie. Est, Ovest e Berlino. Michael Gehler Ritorno a Berlino. Lilli Gruber, Paolo Borella Il rifiuto di un’eredità difficile. La Repubblica Democratica Tedesca, gli ebrei e lo stato di Israele. Sara Lorenzini German reaction to Nazi atrocities, tratto da The American Journal of Sociology, vol. 52 n°2, The University of Chicago Press Seitenverzeichnis http://www.treccani.it/vocabolario/patria/ http://www.treccani.it/enciclopedia/patriottismo_(Dizionario-­‐di-­‐Storia)/ http://www.treccani.it/enciclopedia/nazione/ http://www.treccani.it/enciclopedia/nazionalismo_(Dizionario-­‐di-­‐Storia)/ http://www.itinerarigrandeguerra.it/Le-­‐Condizioni-­‐Di-­‐Vita-­‐Dentro-­‐La-­‐
Trincea http://www.homolaicus.com/ http://www.massimilianocarocci.net/wp-­‐
content/uploads/2013/04/Seconda-­‐Guerra-­‐Mondiale.pdf 155 http://www.studenti.it/seconda-­‐guerra-­‐mondiale-­‐cronologia-­‐battaglie-­‐
protagonisti.html http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&i
d_article=436 156 
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